Recensione di Giovanni Dall'Orto
Romanzetto banalotto e scontato
Rivolto ad un pubblico d'adolescenti, anche questo secondo romanzetto della serie Time riders vive di rimasticature d'idee altrui, con una sconcertante preferenza per i blockbusters cinematografici. Se il primo volume rapinava Terminator e clonava La pattuglia del tempo di Anderson, questo saccheggia sfacciatamente Jurassic park, innestandolo sulla saga degli Yilané di Harry Harrison e proseguendo col clone di Anderson.
Come il primo, anche questo romanzo vive di mediocrità: tutto è assolutamente prevedibile sin dal momento stesso in cui si vede la copertina, però in compenso la confezione propone le solite dosi di colpi di scena, inseguimenti, fughe e duelli che si cercano nella letteratura d'intrattenimento, e quindi non deluderà affatto chi se l'aspettava.
Purtroppo, per chiunque avesse già letture fantascientifiche e non fosse un adolescente che incontra per la prima volta queste idee, questa risulterà una minestra riscaldat(issim)a, oltre tutto confezionata con uno stile di scrittura sciatto e dozzinale, e personaggi legnosi e a tratti anche antipatici.
Pertanto, se intriga l'idea dello scontro con i rettili del Cretaceo si legga semmai il sottovalutato romanzo di Crichton da cui è stato tratto l'omonimo film Jurassic park, che ha una finezza e una complessità d'idee che nel film sono andate perse, e che l'autore di questo libro raffazzonato si sogna di raggiungere.
Come
unica attenuante generica, posso aggiungere che se non altro, al di là
della sua banalità, il libro si lascia leggere, ed è perfetto
per "quella" sera in cui non si vuole pensare a nulla e ci si vuole unicamente
rilassare in poltrona con un libro in mano.
Viceversa,
per il lettore smaliziato questo libro funziona solo se si trova
in crisi d'astinenza terminale da romanzi di fantascienza, e le uniche
alternative di lettura sono le istruzioni sul fustino di detersivo...