FRUGANDO NEI CASSETTI DEL NONNO.
Quando gli omosessuali non erano ancora "gay".
di: Giovanni Dall'Orto [1].
Anonimo
[1870 circa].
Indice:
Il "venir fuori" del Conte Cajo Il trionfo dell'iniziativa individuale Battuage coi baffi... a manubrio Baciami, Arturo Traviata triumphans La via mediterranea al frocialismo Immaginate di essere un povero sessuologo della fine dell'Ottocento, ad esempio Paolo Mantegazza, e di avere appena scritto un libro sulla sessualità, ad esempio Gli amori degli uomini, poniamo nel corrente anno 1886. A questo punto la vostra pace è finita. Già: d'ora in poi loro, i pederasti, gli uranisti od omosessualisti, che dir si voglia, con l'aggiunta pure delle trìbadi, vi bombarderanno di lettere e memoriali, di argomentazioni storiche, scientifiche e filosofiche per convincervi ad aiutarli nella loro battaglia contro la barbarie religiosa, l'oscurantismo, il pregiudizio. Beato il medioevo, che poteva permettersi di chiamare "peccato muto" la sodomia! Ecco che al giorno d'oggi, in quest'epoca positivista che vede avvicinarsi il traguardo dell'anno 1900, e che crede nei valori della Ragione e della Scienza, questi individui approfittano della Scienza stessa per reclamare tolleranza e comprensione per il loro bizzarro modo di amare! Dunque, dicevamo, voi siete Paolo Mantegazza e per questo oggi avete ricevuto una lettera. L'aprite, e fin dalle prime righe la situazione appare molto più disperata del previsto: Ahi! qual tortura e quale strazio orrendoIl profluvio di versi, anzi versacci, riempie un foglio intero. Dopodiché, immancabili, arrivano le giustificazioni e la captatio benevolentiae: "Non sono una creatura abbietta che aspiri al vizio; no! sono un essere buono ed infelice che soffre, soffre immensamente mentre amici e conoscenti lo credono la persona più felice e spensierata che esista sulla crosta terrestre perché senza vizii.D'accordo, ho scherzato: voi non siete Mantegazza ed oggi non siamo nel 1885. Ma il documento che ho citato è autentico (potete leggerlo per intero qui). E se credete che la storia degli sforzi compiuti dai gay per farsi rispettare inizi nel 1969, vi sbagliate. Il secolo XIX e gli inizi del XX secolo hanno infatti conosciuto un formicolio di omosessuali che scrivendo, polemizzando, ma soprattutto vivendo, amando e non lasciandosi intimidire dalle minacce della società, hanno lentamente costruito quel mondo sotterraneo, quella vita segreta che noi abbiamo ereditato, e a partire della quale oggi stiamo costruendo uno stile di vita aperto ed orgoglioso di sé. Non è vero infatti, come si sente spesso ripetere, che "da che è mondo e mondo" gli omosessuali hanno sempre subito le persecuzioni senza reagire, che "è sempre stato così e non ci si può fare proprio nulla". Al contrario, la storia del nostro passato è una storia di resistenze, trucchi, sotterfugi, e talvolta lotta aperta e coraggiosa per arrivare ad una società in cui l'omosessualità fosse accettata. Lo dimostrano i documenti privati scritti dagli omosessuali dell'epoca, fortunosamente sopravvissuti alle censure e ai naufragi del tempo, preservati ora su una rivista di psichiatria, ora in un libro di criminologia, ora su un testo di sessuologia, dove queste lettere, memoriali e appunti, sequestrati o ricevuti dalle Autorità, erano stati pubblicati come curiosità o documentazione di una strana e rarissima "malattia" psicofisica. Vi propongo di riesumarne alcuni assieme, percorrendo un breve itinerario attraverso le tappe della vita di un omosessuale di cent'anni fa: dal "venir fuori" al primo rapporto sessuale, dall'esperienza dell'innamoramento a quella del "battere"... Questo perché vorrei che non andasse perduta la memoria e la coscienza del lavoro compiuto dai nostri "predecessori" ("antenati", nel nostro caso, temo non lo si possa dire...) in condizioni sociali che oggi a noi apparirebbero disperate. Dal mio punto di vista queste sono testimonianze di grande speranza, perché ci dicono che nulla di quel che abbiamo ci è stato regalato, ma che tutto è stato conquistato, tutto è costato sudore e sangue, tutto ciò che abbiamo è stato meritato. Non so cosa
si dirà fra cent'anni di noi, della nostra generazione, dei nostri
amori e dei nostri sforzi.
Il "venir fuori" del Conte Cajo La prima esperienza
che da sempre deve affrontare un omosessuale è quella del "venir
fuori", accettarsi per quello che è.
Von Maltzahn
è tedesco, ma più volte ripete che cerca i suoi amori in
Italia, Paese più tollerante verso il suo modo di amare della puritana
Germania.
Dapprima il
conte Cajo soffre gli stessi tormenti che descrive anche l'anonimo corrispondente
di Mantegazza.
Lasciamogli la parola. "Ho sentito una voce parlarmi nel cuore così forte che pareami udire nella camera alcuno che mi dicesse: Va' sotto i tigli [5].Per il conte Cajo questo fu l'inizio di un'avventura che gli rivelò in breve l'esistenza di un intero mondo e, perché no?, di una condizione di vita: condizione di minoranza, forse, ma assolutamente degna di essere vissuta: "Non creda tuttavia che questa passione sia troppo diffusa. Oh no! Ma la benigna natura ci ha ingenerato un certo istinto che ci unisce come in fratellanza; subito c'incontriamo; a ciò basta uno sguardo rapido come una scossa elettrica, e giammai non mi ha ingannato.Torna in cima Il trionfo dell'iniziativa individuale Non sempre l'entrata
nel mondo omosessuale avveniva recandosi ex abrupto in un parco
dove si "batteva". Altre storie ci descrivono lente seduzioni
reciproche, occhiate di desiderio quasi incoscienti, fino allo scoccare
della scintilla che dava il via all'incendio.
È il caso di un ragazzo italiano ventitreenne che nel 1891 scrisse in francese Le roman d'un inverti né, un'autobiografia "diversa" che fu inviata ad Emile Zola perché ne traesse un romanzo. Ecco in quale modo l'ufficialetto ventunenne scopre l'amore fra le braccia di un bellissimo sergente venticinquenne dal corpo di un dio, dopo una provvidenziale bevuta generale che aveva messo k.o. i compagni di camerata. È forse la storia più poetica fra quelle che ho avuto modo di leggere nel corso delle mie ricerche: "I miei compagni si erano addormentati da parecchio tempo e noi non ci eravamo ancora spogliati. Alla fine mi decisi e, sbarazzatomi della mia uniforme, mi rannicchiai nella mia camicia di batista ed entrai nel mio lettino, sul quale avevo fatto sedere il mio giovane amico, al quale, nella nostra eccitazione e nella ebbrezza causata dal vino e dal chiasso che avevamo appena fatto, prodigai come se scherzassi le più dolci carezze e le parole più lusinghevoli.Fu l'inizio di una storia d'amore tenera e passionale, che solo la lontananza e la separazione riuscirono a spezzare quando il più giovane concluse la ferma e tornò a casa, sotto lo sguardo attento della famiglia.
È una storia che il suo autore aveva raccontato con l'idea che fosse degna d'esser resa pubblica, e a questo scopo l'aveva inviata a un romanziere ritenuto fra i più audaci dell'epoca. Ma neppure Zola ebbe il coraggio di mettervi mano (troppo audace anche per lui, l'amore di due uomini!) e sbolognò lo scartafaccio a un medico, il dott. Laupts (1870-1937), che pubblicò l'autobiografia su una rivista di antropologia criminale, traducendo oltre tutto in latino i brani che a lui parevano più "scabrosi" (incluso quello che ho qui ri-tradotto). Battuage coi baffi... a manubrio Naturalmente
non tutti riuscivano a trovare (o cercavano) l'anima gemella. In questo
caso per essere soddisfatti bastava però ricorrere al, diciamo così,
"libero mercato", che per lo più era mercato... all'aperto.
Conosciamo molti di questi luoghi, soprattutto grazie alle testimonianze morbose di eterosessuali che vollero a tutti i costi vedere tali sentine di perdizione, per poi additarle al pubblico disprezzo in libri e giornali. Con scarsi risultati, com'era prevedibile: ad esempio la maggior parte dei luoghi di battuage di Milano che nel 1879 Paolo Valera.[9] si prese la briga di spiare (come la Galleria o il Castello) sono tuttora felicemente... in esercizio. Uno di questi spiatori folli della domenica fu Alberto Costa che per il suo libro Rettili umani, del 1889, pensò bene di fare un giretto per la Firenze bucaiola. "Erano circa le nove e mezza quando arrivai. La prima fermata la feci dinanzi alla fortezza [da basso, NdR] dalla parte della dogana; ma non vedendo nulla seguitai fino al ponte della ferrovia.E a questo punto Costa si lascia andare alle prevedibili esecrazioni e condanne verso quello "svergognato" che invece di passare la notte giocando a rubamazzetto preferiva ben altri svaghi... Oltre al battuage per così dire "organizzato" c'era poi quello "selvaggio" (modello: "ovunque, comunque, con chiunque!") come quello che descrive Pasquale Penta in un articolo del 1900: "L'anno scorso, due guardie di città prestando servizio nella Villa Comunale [di Napoli, NdR] si accorsero che un uomo, lacero nei panni e poverissimo d'aspetto, seguiva un giovane ben vestito e dall'aria signorile: credendo che l'uno volesse derubare l'altro, li pedinarono attentamente.Non temete per la sorte di questi due impazientoni: alla fine il tribunale emise un verdetto di assoluzione per... non provata reità . Se, come si è appena visto, non mancava un secolo fa chi apprezzasse il sesso nudo e crudo, ciò non vuol dire che la preziosa arte di scriver lettere d'amore, squisito supplizio di Tantalo per amanti che poco o punto possono passare agli atti, fosse trascurata. Che delizia queste lettere, che regolarmente finivano con l'essere intercettate da chi non doveva nemmeno sospettarne l'esistenza, compromettendo gli autori e finendo pubblicate sulla classica rivista di casi-patologici-con-amori-morbosi. E pensare che rappresentavano la parte più casta della vita gay dell'epoca! Ma l'Amore, con l'A maiuscola, per i borghesi poteva essere esclusivamente quello eterosessual-matrimoniale: vedere due uomini che si amavano, perdio, faceva l'effetto di una scimmiottatura a dir poco ridicola. La lettera che segue fu scambiata tra due seminaristi: per questo ha tutto il sapore delle "amicizie particolari", quelle cioè che nutrendosi di infiniti sotterfugi e casti languori esplodono infine nel "trionfo della carne", incubo delle autorità di tutti gli istituti. "Arturo, figlio e delizia mia.Torna in cima Non sempre gli epistolari conservatici dai solerti dottori ci rivelano amori corrisposti. Ecco una gustosissima lettera, scritta nel 1895 da un omosessuale trentunenne, rinchiuso nel manicomio di Roma e "follemente" (ça va sans dire...) innamorato di uno dei suoi medici. È importante questa testimonianza dal manicomio, perché tale istituzione fu spesso, troppo spesso, la tomba di amori e speranze di omosessuali. Noi italiani
siamo un popolo civile, e da
noi è dal 1889 che l'omosessualità non è più
un reato.
È una
tattica che non conosce confini: è stata usata contro i dissidenti
in Italia o negli Usa (ricordate Ezra
Pound?) o in Urss
ogni volta che ha fatto comodo...
Ecco dunque la lettera, pubblicata da Clodomiro Bonfigli (1838-1919) nel 1897, e che rivela una "cultura" formata interamente su apocalittici romanzacci d'appendice, o su spaventosi libretti d'opera, sovraccarichi di paroloni inverosimili e di gesti esageraaaati... Se non sospettassimo che nel 1895 Arbasino non fosse ancora nato potremmo pensare addirittura che si tratta di uno dei suoi pastiches... "Roma, ..... 1895.Torna in cima La via mediterranea al frocialismo L'esame della vita omosessuale del secolo scorso nel nostro Paese non sarebbe completo se non tenesse conto di quella peculiare figura umana che è il ricchione del Sud Italia. Mentre nell'Italia del Nord infatti si andava affermando nel corso dell'Ottocento uno stile di vita in qualche modo diverso da quello tradizionale dell'omosessualità mediterranea, al Sud il ruolo dell'"invertito" passivo giungeva ancora ad una ritualizzazione, sulla falsariga dei valori dominanti, così spinta da rendere possibile la completa visibilità, senza che la società dei "normali" si sentisse minacciata.
"Giunti che sono i ricchioni alla prima alba della pubertà, sentono il bisogno di essere... goduti; e, trovato che hanno l'ommo 'e mmerda (pederasta attivo), l'amano, come ben si espresse il Mantegazza, con una passione vera, ardente, che ha tutte le esigenze, tutte le gelosie di un amor vero.Povero Carluccio, abbandonato dopo aver sacrificato amore e onore per chi l'aveva tradito - e, quel che è peggio, con una femmina, per di più! Gli uomini, che mascalzoni... L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina. |
Note
[1] Apparso originariamente in: "Babilonia" n. 43, gennaio 1987, pp. 18-21 (senza note). Sull'omosessualità in Italia nell'Ottocento si veda ora utilmente la ricerca, in corso, che sta svolgendo Enrico Oliari, con pubblicazione di testi inediti. [2].Paolo Mantegazza, Gli amori degli uomini: saggio di una etnologia dell'amore, Paolo Mantegazza, Milano 1886. La citazione è da p. ___. [3].Johann Ludwig Casper, Novelle cliniche appartenenti alla medicina legale, Botta, Torino 1872. [4] Sul turismo sessuale ottocentesco vedi oraIan Littlewood, Climi Bollenti, Le lettere, Firenze 2004, ma su quello omosessuale il testo più interessante resta soprattutto Robert Aldrich, The seduction of the Mediterranean, Routledge, London and New York 1993. [5].I tigli della Unter der Linden di Berlino, viale elegante celebre soprattutto prima della seconda guerra mondiale. Anche per il battuage omosessuale che vi si svolgeva... [6].Johann Ludwig Casper, Op. cit., p. 37. [7].Ibidem, pp. 38 e 39. [8]
Dr Laupts (pseud. di Georges Saint-Paul), Tares
et poisons, perversion & perversité sexuelles: une enquête
médicale sur l'inversion: notes et documents. (Le roman d'un inverti-né.
Le procès Wilde. La guérison et la prophylaxie de l'inversion),
Masson, Paris 1896.
Una preziosa recensione-riassunto di quest'opera è: R. Perrone-Capano, Recensioni, "Archivio delle psicopatie sessuali", I 1896, pp. 127-128 e 286-290. La lettera di Zola che accompagnava questo testo è stata tradotta come: Emile Zola, Lettera inedita, "Scienza esperienza", III 1952, pp. 565-567.
[9].Paolo Valera, Milano sconosciuta, Pagnoni, Milano 1879. Ristampato nel 1999 e nel 2000. Altre riedizioni precedenti censurano il capitolo sulla omosessualità a Milano. Ho messo online nel presente sito il testo che dal 1909 in poi sostituì in Milano sconosciuta quello qui sopra citato. [10] Alberto Costa, Rettili umani. Libro in difesa della morale, Rampoldi & Magistris, Milano 1889, pp. 174-176. [11].Pasquale Penta, In causa di oltraggio al pudore, "Rivista di Psichiatria Forense", III 1900, pp. 89-95, p. 89. [12].Pasquale Penta, In tema di pervertimenti sessuali: documenti umani. (Lettere di amore tra individui dello stesso sesso), "Rivista di Psichiatria Forense", III 1900, pp. 69-89, pp. 86-87. [13].Clodomiro Bonfigli, I pervertimenti sessuali, Capaccini, Roma 1897, pp. 19-20. [14]
Abele de Blasio, "O
spusarizio masculino" (il matrimonio tra due uomini), in:Usi e costumi
dei camorristi,
Pierro, Napoli 1897, pp. 153-158. Ristampa: Edizioni del Delfino, Napoli
1973, pp. 99-102.
|
[Torna all'indice dei saggi di storia gay] [Vai all'indice delle biografie di personaggi gay]