"Io poterei così
star senz'amore" [sec. XIII] [1]
Io poterei
cosi star senz'amore
come la soddomia tòllar
a Moco,
o come Ciampolin gavazzatore
potesse vivar tollendoli
'l gioco, |
Io potrei vivere
senza l'amore
quanto Moco senza
la sodomia,
o come Ciampolino gavazzatore
potrebbe vivere senza il
gioco, |
o come Min
di Pepo Accorridore
s'ardisse di toccar Tan.[2].pur
un poco,
o come Migo, ch'è
tutto d'errore,
ch'e' non morisse di caldo
di fuoco.[3]. |
o come Mino
di Pepo Accorridore,
se osasse toccar fica.[2].anche
un poco,
o come Migo, che crede nell'errore
potrebbe non morir arso dal
fuoco.[3]. |
Però
mi facci Amor ciò che li piace,
ch'i' sarò sempre
su' servo fedele
e sofferrò ciò
che mi farà 'n pace; |
Perciò
mi faccia Amor quel che gli piaccia,
ché gli sarò
sempre servo fedele
e sopporterò in pace
quel che mi faccia; |
e sed e' fosse
amaro più che fele,
con l'umiltà ch'è
vertù sì verace,
il farò dolce come
cannamele. |
e anche fosse
più amaro del fiele,
con l'umiltà, virtù
tanto efficace,
lo farò dolce come
zucchero di canna. |
|
Note
[1]
Il testo dal sito
del Progetto Manuzio, sonetto 7, che si basa su: Cecco Angiolieri,
Rime, a cura di Gigi Cavalli, BUR, Milano 1979.
La parafrasi
in italiano moderno è mia.
Sui quattro
sonetti d'amore omosessuale in passato attribuiti (a torto) all'Angiolieri,
si veda ora:
Muscia da Siena.
Sull'omosessualità
nella poesia del Duecento ho
scritto qui.
[2]
"Monna Tana" non è una donna reale ma quel che in
Veneto ancor oggi si chiama "la mona".
[3]
Perché eretico. |