Da: Libro dei buoni
costumi [ca. 1360] [1]
.
§ 85.
|
§ 85.
|
Molto ti guarda di non
avere compagnia né amistanza con uomo ch' abbia fama d'essere traditore
o paterino o falsatore di moneta, o micidiale o assessino o ghiottone,
o con maldicente o sodomito; e simile con uomini ch'abbiano palesi
e per fama altri rei vizi. |
Guardati bene dal frequentare
o dal fare amicizia con chi abbia fama d'essere traditore o eretico o falsario,
o omicida o assassino o ghiottone, o con un calunniatore o un sodomita;
e comportati in modo simile con uomini che abbiano, palesemente o per fama,
altri vizi gravi. |
§ 289.[2].
|
§ 289.[2].
|
"Uso converte natura":
e però guarti da le male usanze, ché non saresti di sì
buona natura che, facendo male usanze, che tu non diventassi reo. |
"L'abitudine modifica
la predisposizione", e perciò evita le cattive abitudini, perché
per quanto tu sia di buona natura non lo sei abbastanza da non diventare
reo se tu hai cattive abitudini. |
Simile,
t'ausa a buoni costumi, ché come t'auserai così perseverrai:
e però usa i buoni costumi. |
Similmente,
abituati alle buone abitudini, perché così come ti abituerai
continuerai a fare, e perciò segui le buone abitudini. |
Sempre
abbi nel cuor tuo buoni pensieri, però ch'avendo buoni pensieri
dentro nel tuo cuore, di fuori non aoperrai male . |
Abbi
sempre buoni pensieri in cuor tuo, perché avendo buoni pensieri
dentro di te, fuori di te non operarai il male. |
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1] Il testo copiato da: Paolo da Certaldo, Libro dei buoni costumi, Le Monnier, Firenze 1945 (la parafrasi in italiano moderno è mia).
Una versione digitalizzata è sul sito: "Biblioteca italiana", che riproduce l'edizione: Vittore Branca (a cura di), Mercanti scrittori: ricordi nella Firenze tra Medioevo e Rinascimento, Rusconi, Milano 1986, ma al momento di pubblicare questa pagina (dicembre 2005) il testo era sporcato da guazzabugli del codice, al punto da essere ben leggibile solo con il browser "Opera" e solo nella versione xml.
Questo testo d'un mercante fiorentino contiene, analogamente a quello di Giovanni Morelli, consigli di solido "buon senso borghese".
[2] Questo brano non parla d'omosessualità, ma lo cito perché fornisce un punto di vista antico sul fatto che certi "vizi" (e tale era ritenuta l'omosessualità) fossero naturali o acquisiti. |