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Paolo da Certaldo (ca 1320-dopo 1370)

Ritratto maschile, sec. XIV.
Ritratto di borghese. Da un capitello tardo-trecentesco di Palazzo ducale a Venezia (Foto G. Dall'Orto).
Da: Libro dei buoni costumi  [ca. 1360] [1]
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§ 85.
§ 85.

Molto ti guarda di non avere compagnia né amistanza con uomo ch' abbia fama d'essere traditore o paterino o falsatore di moneta, o micidiale o assessino o ghiottone, o con maldicente o sodomito; e simile con uomini ch'abbiano palesi e per fama altri rei vizi.

Guardati bene dal frequentare o dal fare amicizia con chi abbia fama d'essere traditore o eretico o falsario, o omicida o assassino o ghiottone, o con un calunniatore o un sodomita; e comportati in modo simile con uomini che abbiano, palesemente o per fama, altri vizi gravi.

fregio di separazione

§ 289.[2].
§ 289.[2].

"Uso converte natura": e però guarti da le male usanze, ché non saresti di sì buona natura che, facendo male usanze, che tu non diventassi reo. 

"L'abitudine modifica la predisposizione", e perciò evita le cattive abitudini, perché per quanto tu sia di buona natura non lo sei abbastanza da non diventare reo se tu hai cattive abitudini.
Simile, t'ausa a buoni costumi, ché come t'auserai così perseverrai: e però usa i buoni costumi.  Similmente, abituati alle buone abitudini, perché così come ti abituerai continuerai a fare, e perciò segui le buone abitudini.
Sempre abbi nel cuor tuo buoni pensieri, però ch'avendo buoni pensieri dentro nel tuo cuore, di fuori non aoperrai male . Abbi sempre buoni pensieri in cuor tuo, perché avendo buoni pensieri dentro di te, fuori di te non operarai il male.

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note

[1] Il testo copiato da: Paolo da Certaldo, Libro dei buoni costumi, Le Monnier, Firenze 1945 (la parafrasi in italiano moderno è mia).
Una versione digitalizzata è sul sito: "Biblioteca italiana", che riproduce l'edizione: Vittore Branca (a cura di), Mercanti scrittori: ricordi nella Firenze tra Medioevo e Rinascimento, Rusconi, Milano 1986, ma al momento di pubblicare questa pagina (dicembre 2005) il testo era sporcato da guazzabugli del codice, al punto da essere ben leggibile solo con il browser "Opera" e solo nella versione xml.

Questo testo d'un mercante fiorentino contiene, analogamente a quello di Giovanni Morelli, consigli di solido "buon senso borghese".

[2] Questo brano non parla d'omosessualità, ma lo cito perché fornisce un punto di vista antico sul fatto che certi "vizi" (e tale era ritenuta l'omosessualità) fossero naturali o acquisiti.


Ripubblicazione consentita previo permesso dell'autore: scrivere per accordi.

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