Da: Relazione al
Senato veneziano [16/3/1550] [1]
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16/3/1550
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355/ Ma sopra tutti questi ha caro il reverendissimo
cardinale del
Monte [2], ora di diciassette in
diciott'anni. |
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355/ Ma più di chiunque altro <Giulio
III> ha caro il reverendissimo cardinale Del Monte [2], che avrà dai diciassette
ai diciott'anni. |
Questi
fu un piccolo furfantello,
che, veduto alla finestra abbracciato con una gran scimia che teneva
Sua
Santità, quando era legato in Parma, e dubitando lei molto che dalla
scimia il garzone venisse lacerato, e vistolo invece riuscire ed essere
cosi ardito da volervi tornare, gli prese affezione tale che, per certo
poco tempo, al paro della
scimia [3]
lo
fece nutrire e vestire; ma subito se lo prese in camera e nel
proprio letto, come se gli fosse stato figliuolo o nipote [4].
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Costui era un piccolo
furfantello che Sua Santità, quando era legato
a Parma, aveva visto dalla finestra abbracciato a una grande scimmia di
sua proprietà,
facendogli temere molto che il ragazzo fosse sbranato dalla scimmia,
mentre invece costui si divincolò e si dimostrò anzi tanto ardito da
tornare alla carica, cosa che glielo rese caro a tal punto che lo fece
nutrire e vestire con gli stessi riguardi della scimmia [3], e in
brevissimo tempo lo prese in camera con sé e nel proprio letto, come se
fosse stato suo figlio o suo nipote [4]. |
E
così se lo è
andato allevando con tanta affezione, che lo fece poi Preposito di una
sua prepositura; e volle anco avere una sua sorella, la quale poi
promise
per moglie al pedante che insegnava a questo prevostino.
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E così se lo è
allevato con tanto affetto, che lo fece poi preposito di una sua prepositura,
e volle avere con sé anche una sua sorella, che poi promise in moglie
al precettore che insegnava a questo giovane prevosto. |
Ma
non fatto ancora il
matrimonio, Sua Santità fu creato papa; e poco dopo, non ostante
molte contradizioni, fece cardinale questo suo prevostino: e dettogli
dai
suoi intimi famigliari, non si poter credere da alcuno che quello e la
sorella non gli fossero figliuoli, per chiarire il mondo, lasciò
compire le nozze col pedante; il quale si venne poi con essa sorella a
Roma, anco lui colla sua corte a parte.
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Ma
prima ancora che fosse celebrato il matrimonio, Sua Santità fu eletto
papa, e poco dopo, nonostante molte opposizioni, fece cardinale questo
suo prevostino.
E poiché i suoi servitori più intimi gli dissero che non era credibile
che costui e la sorella non fossero suoi figli, per chiarire la cosa
lasciò celebrare le nozze col precettore [5], il quale poi venne con
quella sorella a Roma, anche lui con la sua propria Corte.
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356/ Il che non solo è
giudicata da ognuno cosa rara di fortuna in questo cardinale del
Monte; ma Sua Santità afferma essere ascesa a questo sublime grado
per averlo a far cardinale; e non solo di tale sublime grado essere
stato
causa il furfantello, ma anco la scimia che glielo fece conoscere;
sicchè
Sua Santità si trovava in molto desiderio di qualche condegna
retribuzione
alla signora Laura Fontanella che in Parma gli donò la scimia;
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356/ Tutto ciò è giudicato da ognuno un colpo di fortuna
straordinario per questo cardinale del Monte; ma Sua Santità <scherzando>
afferma di essere stato elevato [6]
a
quel sommo scalino per poterlo nominare cardinale, e quindi di tale
somma carica ebbe merito non solo il furfantello, ma anche la scimmia
che glielo aveva fatto conoscere; cosicché Sua Santità desiderava molto
ricambiare degnamente in qualche modo la signora Laura Fontanella che a
Parma gli aveva donato la scimmia;
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ed
è tanta l'affezione
sua verso questo garzone, che molti affermano, che il signor Balduino
si
sarebbe volentieri fatto cardinale; se non che al papa piacque che
questo
garzone e non suo fratello si chiamasse cardinal del Monte: cosa
prevista
da suoi famigliari, che, per essere miei amici, me l'affermarono inanti
che morisse papa Paolo, giardinandosi
come si suole; ma io non lo
potevo credere.
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ed è tanto il suo affetto
per questo ragazzo, che molti affermano che il signor Baldovino [7]
avrebbe
voluto essere nominato cardinale; se non che il papa preferì che fosse
questo ragazzo e non su fratello a chiamarsi cardinal Del Monte; cosa
questa prevista dai suoi servitori che, essendo miei amici, me lo
dissero prima che morisse papa Paolo, prendendosi un po' di libertà
come si suole, ma io non riuscivo a crederci.
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L'autore
ringrazia fin d'ora
chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone,
luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
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Note
[1]
Il testo in: Eugenio Albèri (cur.), Relazione degli ambasciatori
veneti al Senato, Società editrice fiorentina, Firenze 1839-1863,
vol. 7 (serie II, vol. III), 1846. La parafrasi in italiano moderno è mia.
Online
sull'Internet Archive.
In questa
relazione dell'Ambasciatore di Venezia a Roma su papa Giulio III Del
Monte si apprezza il tatto con cui Dandolo fornisce i dati sufficienti
a inferire una relazione omosessuale (e pure pedofila), ma con un
linguaggio sufficientemente svagato e innocente da non risultare
offensivo qualora la missiva fosse stata intercettata.
[2] Si tratta di Innocenzo
del Monte (1532-1577), nominato cardinale da Giulio III il 31
maggio 1550, immediatamente dopo la propria elezione.
[3]
Dice tutto sulla condizione sociale di Innocenzo il fatto che costui,
preso a benvolere, sia stato trattato col medesimo riguardo di... un
animale domestico.
[4] Era in effetti abitudine che
chi non era sposato dormisse nello stesso letto con
servitori o parenti dello stesso sesso, per riscaldarsi a vicenda nelle
gelide magioni antiche (ed anche per risparmiare sul numero dei
letti presenti in casa).
[5]
Il brano implica che, per la mentalità antica, nessuno avrebbe favorito
a tal punto due bambini se non fossero stati, segretamente, suoi figli
illegittimi. Al che il papa rispose dando in sposa la bambina a un
plebeo, dimostrando che costei non gli interessava come pedina nel
gioco matrimoniale che sanciva le alleanze fra casate nobiliari, come
sarebbe avvenuto se invece fosse davvero stata sua figlia.
[6] Sottinteso: "dal destino",
"dalla Fortuna", se non da Dio stesso, che intendeva beneficare il
ragazzo.
[7].Baldovino
Del Monte
(1485 - ca. 1556), fratello del papa, che era stato costretto ad
adottare il ragazzo, il quale aveva così potuto fregiarsi del cognome
dei Del Monte.
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