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Matteo Dandolo (1498-1570)

Lo stemma di Innocenzo Del Monte.
Lo stemma di Innocenzo Del Monte.
 
Da: Relazione al Senato veneziano [16/3/1550] [1] 
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16/3/1550
16/3/1550

/p. 355/ Ma sopra tutti questi ha caro il reverendissimo cardinale del Monte [2], ora di diciassette in diciott'anni. /p. 355/ Ma più di chiunque altro <Giulio III> ha caro il reverendissimo cardinale Del Monte [2], che avrà dai diciassette ai diciott'anni.

Questi fu un piccolo furfantello, che, veduto alla finestra abbracciato con una gran scimia che teneva Sua Santità, quando era legato in Parma, e dubitando lei molto che dalla scimia il garzone venisse lacerato, e vistolo invece riuscire ed essere cosi ardito da volervi tornare, gli prese affezione tale che, per certo poco tempo, al paro  della scimia [3] lo fece nutrire e vestire; ma subito se lo prese in camera e nel proprio letto, come se gli fosse stato figliuolo o nipote [4].

Costui era un piccolo furfantello che Sua Santità, quando era legato a Parma, aveva visto dalla finestra abbracciato a una grande scimmia di sua proprietà, facendogli temere molto che il ragazzo fosse sbranato dalla scimmia, mentre invece costui si divincolò e si dimostrò anzi tanto ardito da tornare alla carica, cosa che glielo rese caro a tal punto che lo fece nutrire e vestire con gli stessi riguardi della scimmia [3], e in brevissimo tempo lo prese in camera con sé e nel proprio letto, come se fosse stato suo figlio o suo nipote [4].

E così se lo è andato allevando con tanta affezione, che lo fece poi Preposito di una sua prepositura; e volle anco avere una sua sorella, la quale poi promise per moglie al pedante che insegnava a questo prevostino.

E così se lo è allevato con tanto affetto, che lo fece poi preposito di una sua prepositura, e volle avere con sé anche una sua sorella, che poi promise in moglie al precettore che insegnava a questo giovane prevosto.

Ma non fatto ancora il matrimonio, Sua Santità fu creato papa; e poco dopo, non ostante molte contradizioni, fece cardinale questo suo prevostino: e dettogli dai suoi intimi famigliari, non si poter credere da alcuno che quello e la sorella non gli fossero figliuoli, per chiarire il mondo, lasciò compire le nozze col pedante; il quale si venne poi con essa sorella a Roma, anco lui colla sua corte a parte.

Ma prima ancora che fosse celebrato il matrimonio, Sua Santità fu eletto papa, e poco dopo, nonostante molte opposizioni, fece cardinale questo suo prevostino.
E poiché i suoi servitori più intimi gli dissero che non era credibile che costui e la sorella non fossero suoi figli, per chiarire la cosa lasciò celebrare le nozze col precettore
[5], il quale poi venne con quella sorella a Roma, anche lui con la sua propria Corte.

/p. 356/ Il che non solo è giudicata da ognuno cosa rara di fortuna in questo cardinale del Monte; ma Sua Santità afferma essere ascesa a questo sublime grado per averlo a far cardinale; e non solo di tale sublime grado essere stato causa il furfantello, ma anco la scimia che glielo fece conoscere; sicchè Sua Santità si trovava in molto desiderio di qualche condegna retribuzione alla signora Laura Fontanella che in Parma gli donò la scimia;

/p. 356/ Tutto ciò è giudicato da ognuno un colpo di fortuna straordinario per questo cardinale del Monte; ma Sua Santità <scherzando> afferma di essere stato elevato [6] a quel sommo scalino per poterlo nominare cardinale, e quindi di tale somma carica ebbe merito non solo il furfantello, ma anche la scimmia che glielo aveva fatto conoscere; cosicché Sua Santità desiderava molto ricambiare degnamente in qualche modo la signora Laura Fontanella che a Parma gli aveva donato la scimmia;

ed è tanta l'affezione sua verso questo garzone, che molti affermano, che il signor Balduino si sarebbe volentieri fatto cardinale; se non che al papa piacque che questo garzone e non suo fratello si chiamasse cardinal del Monte: cosa prevista da suoi famigliari, che, per essere miei amici, me l'affermarono inanti che morisse papa Paolo, giardinandosi come si suole; ma io non lo potevo credere.

ed è tanto il suo affetto per questo ragazzo, che molti affermano che il signor Baldovino [7]  avrebbe voluto essere nominato cardinale; se non che il papa preferì che fosse questo ragazzo e non su fratello a chiamarsi cardinal Del Monte; cosa questa prevista dai suoi servitori che, essendo miei amici, me lo dissero prima che morisse papa Paolo, prendendosi un po' di libertà come si suole, ma io non riuscivo a crederci.

Ancora uno stemma del card. Del Monte

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note 

[1] Il testo in: Eugenio Albèri (cur.), Relazione degli ambasciatori veneti al Senato, Società editrice fiorentina, Firenze 1839-1863, vol. 7 (serie II, vol. III), 1846. La parafrasi in italiano moderno è mia.
Online sull'Internet Archive.

In questa relazione dell'Ambasciatore di Venezia a Roma su papa Giulio III Del Monte si apprezza il tatto con cui Dandolo fornisce i dati sufficienti a inferire una relazione omosessuale (e pure pedofila), ma con un linguaggio sufficientemente svagato e innocente da non risultare offensivo qualora la missiva fosse stata intercettata.

[2] Si tratta di Innocenzo del Monte (1532-1577), nominato cardinale da Giulio III il 31 maggio 1550, immediatamente dopo la propria elezione.

[3] Dice tutto sulla condizione sociale di Innocenzo il fatto che costui, preso a benvolere, sia stato trattato col medesimo riguardo di... un animale domestico.

[4] Era in effetti abitudine che chi non era sposato dormisse nello stesso letto con servitori o parenti dello stesso sesso, per riscaldarsi a vicenda nelle gelide magioni antiche (ed anche per risparmiare sul numero dei letti presenti in casa).

[5] Il brano implica che, per la mentalità antica, nessuno avrebbe favorito a tal punto due bambini se non fossero stati, segretamente, suoi figli illegittimi. Al che il papa rispose dando in sposa la bambina a un plebeo, dimostrando che costei non gli interessava come pedina nel gioco matrimoniale che sanciva le alleanze fra casate nobiliari, come sarebbe avvenuto se invece fosse davvero stata sua figlia.

[6] Sottinteso: "dal destino", "dalla Fortuna", se non da Dio stesso, che intendeva beneficare il ragazzo.

[7].Baldovino Del Monte (1485 - ca. 1556), fratello del papa, che era stato costretto ad adottare il ragazzo, il quale aveva così potuto fregiarsi del cognome dei Del Monte.



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