Da: Lettera al marchese
Francesco
II Gonzaga [6/2/1507] [1]
.
Ill.mo
patron mio obser.mo
(...). |
Illustrissimo
padrone mio oservantissimo
(...) |
lo
scrissi ala Ex.ia V. como el Maistrelo [2].aveva
conduto Fedrico [3].dal
papa, e fu el vero. |
Io
ho già scritto all'Eccellenza vostra di come il Magistrello.[2]
avesse portato Federico.[3]
dal papa, e la cosa avvenne come descritto. |
Dito Fedrico
aveva dito al Car.le .[4].che
'l papa l'aveva fo..., e per quello avemo el non fu vero, perché
el non li piacque, ma ben fu fo... da alcuni camareri suoi da un paro in
suso
(...). |
Federico aveva
detto al cardinale.[4]
che il papa lo aveva fo<ttuto>, e per quanto sappiamo noi non è
vero, perché Federico non gli era piaciuto, mentre invece fu fo<ttuto>
da alcuni aiutanti di camera del papa, da almeno due in su. (...) |
Fedrico
à inteso da Mantua como la Ex.ia V.a à dito ch'el Maistrelo
l'à conduto dal papa, talmente che Fedrico à fato ogni opera
insieme col maistrelo per far che Mons.re rev.mo .[5].scriva
una littera a la Ex.ia V. che non sia vero che 'l sia stato dal papa, dil
che mai el Car.le non à voluto, anci con grande sdegno sempre se
à dolso del Maistrelo e de Fedrico, che sencia sua saputa sia stato
a farli questi beli honori. |
Federico
ha saputo da Mantova che la Vostra Eccellenza ha detto che è stato
il Magistrello a portarlo dal papa, così che Federico ha fatto di
tutto, assieme al Magistrello, per far sì che Monsignore reverendissimo.[5]
scrivesse una lettera alla Vostra Eccellenza per dire che non è
vero che sia stato dal papa, cosa che il cardinale non ha voluto fare,
anzi con gran sdegno s'è sempre lamentato del Magistrello e di Federico,
che a sua insaputa era andato a fargli avere questi begli onori. |
Hora
non potendo Fedrico con umanità far che 'l Car.le scriva a V. Ex.a
in escusacion sua, l'è voluto meter paura al Car.le et à
fato scriver una litera al Maistrelo diretiva al Cardi.le nostro, la qual
io non la scriveria a un mio famiglio da stala. |
Ora,
non potendo Federico ottenere con le buone che il cardinale scrivesse all'Eccellenza
Vostra per scusarlo, ha voluto mettere paura al cardinale ed ha fatto scrivere
dal Magistrello una lettera al cardinale nostro, tale che io non la scriverei
nemmeno ad un mio servo di stalla. |
Abuta questa
litera Monsignor nostro mai el vidi ne la maior colara, dicendo parole
afocatissime im presencia de ognuno, del Fedrico e del Maistrelo, e voleva
el giorno dietro dar licencia vituperosa a Fedrico e Francesco di Preti
qualle è rufian ancora lui del Maistrelo, ma el feci soprastare
aciò non se dicesse a Mantua che mi lo avesse caciato. |
Non ho mai
visto altrettanto arrabbiato Monsignore nostro come quando ha ricevuto
questa lettera, dicendo parole accesissime in presenza di tutti, su Federico
e il Magistrello, e ieri voleva mandar via con ignominia Federico e Francesco
di Preti, il quale fa anche lui il ruffiano al Magistrello, ma io lo
convinsi a soprassedere perché a Mantova non si dicesse che
lo avevo cacciato io. |
Ma sentendo
esso Fedrico che Mons.r aveva deliberacion de casarlo, l'à preso
licencia di venir a Mantua, e verà fra pochi dì. |
Ma Federico,
sentendo dire che Monsignore aveva intenzione di ammogliarlo, ha ottenuto
il permesso di venire a Mantova, e verrà fra pochi giorni. |
Avemo el
Cremaschi impreson in una camara già sei giorni, e perché
el Maistrelo è morto coto di lui, dito Maistrelo era in tanta furia
che à preso le persuasioni di Federico, e per meter paura al Car.le
che non avesse a ezaminare sopra le cose sue... |
Abbiamo il
Cremaschi in prigione in una cella già da sei giorni, e perché
il Magistrello è innamorato cotto di lui, il detto Magistrello era
talmente infuriato che ha preso le difese di Federico, e lo ha fatto anche
per mettere paura al cardinale, per evitare che iniziasse a indagare sulle
sue azioni. |
L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Il testo da: Vittorio Cian, Recensione di: Ludwig Pastor, Geschichte
der Paepste, "Giornale
storico della letteratura italiana", XXIX 1897, pp. 402-452, a p. 437.
Non ho notizie
biografiche sull'autore, un funzionario al servizio della casa Gonzaga
a Roma. C'è qualche problema (che non so sciogliere)
anche per la data della lettera, poiché Federico fu ostaggio
a Roma fra il 1510 e il 1513.
La lettera tratta
di un incidente diplomatico: le voci dicevano che Federico
Gonzaga, ostaggio a Roma, era stato "fottuto" (uso
le parole di Campo Sampiero...) da cortigiani papali. Della cosa viene
incolpato come ruffiano un certo Magistrello. Il bambino però lo
difende: non è dato sapere se perché costui era davvero innocente,
o solo perché era un cortigiano a cui era affezionato. Fatto sta
che il prozio, irritato da tale intromissione del ragazzino, lo sospetta
di aver preso gusto a farsi fare certe cosacce, e decide di trovargli
moglie...
Il modo esplicito
ma al tempo stesso sussiegoso con cui è stesa questa relazione
accresce la bizzarria surreale del racconto.
[2]
Un cortigiano (a quanto pare, potente) su cui non ho trovato informazioni.
Ringrazio in anticipo chi
potesse darmene.
[3]
Federico Gonzaga (1500-1540), figlio del destinatario della lettera.
[4].Sigismondo
Gonzaga (1469-1425), cardinale dal 1505, zio di Francesco II e prozio
di Federico.
[5]
Sempre Sigismondo. |