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Ludovico di Campo Sampiero (secc. XV-XVI)

Federico Gonzaga nel 1510.
Federico Gonzaga a dieci anni, ritratto da Raffaello nella "Stanza della Segnatura" in Vaticano. 
 
Da: Lettera al marchese Francesco II Gonzaga [6/2/1507] [1] 
. 
Ill.mo patron mio obser.mo  

(...).

Illustrissimo padrone mio oservantissimo 

(...)

lo scrissi ala Ex.ia V. como el Maistrelo [2].aveva conduto Fedrico [3].dal papa, e fu el vero. Io ho già scritto all'Eccellenza vostra di come il Magistrello.[2] avesse portato Federico.[3] dal papa, e la cosa avvenne come descritto.
Dito Fedrico aveva dito al Car.le .[4].che 'l papa l'aveva fo..., e per quello avemo el non fu vero, perché el non li piacque, ma ben fu fo... da alcuni camareri suoi da un paro in suso 
(...).
Federico aveva detto al cardinale.[4] che il papa lo aveva fo<ttuto>, e per quanto sappiamo noi non è vero, perché Federico non gli era piaciuto, mentre invece fu fo<ttuto> da alcuni aiutanti di camera del papa, da almeno due in su. (...)
Fedrico à inteso da Mantua como la Ex.ia V.a à dito ch'el Maistrelo l'à conduto dal papa, talmente che Fedrico à fato ogni opera insieme col maistrelo per far che Mons.re rev.mo .[5].scriva una littera a la Ex.ia V. che non sia vero che 'l sia stato dal papa, dil che mai el Car.le non à voluto, anci con grande sdegno sempre se à dolso del Maistrelo e de Fedrico, che sencia sua saputa sia stato a farli questi beli honori. Federico ha saputo da Mantova che la Vostra Eccellenza ha detto che è stato il Magistrello a portarlo dal papa, così che Federico ha fatto di tutto, assieme al Magistrello, per far sì che Monsignore reverendissimo.[5] scrivesse una lettera alla Vostra Eccellenza per dire che non è vero che sia stato dal papa, cosa che il cardinale non ha voluto fare, anzi con gran sdegno s'è sempre lamentato del Magistrello e di Federico, che a sua insaputa era andato a fargli avere questi begli onori.
Hora non potendo Fedrico con umanità far che 'l Car.le scriva a V. Ex.a in escusacion sua, l'è voluto meter paura al Car.le et à fato scriver una litera al Maistrelo diretiva al Cardi.le nostro, la qual io non la scriveria a un mio famiglio da stala. Ora, non potendo Federico ottenere con le buone che il cardinale scrivesse all'Eccellenza Vostra per scusarlo, ha voluto mettere paura al cardinale ed ha fatto scrivere dal Magistrello una lettera al cardinale nostro, tale che io non la scriverei nemmeno ad un mio servo di stalla.
Abuta questa litera Monsignor nostro mai el vidi ne la maior colara, dicendo parole afocatissime im presencia de ognuno, del Fedrico e del Maistrelo, e voleva el giorno dietro dar licencia vituperosa a Fedrico e Francesco di Preti qualle è rufian ancora lui del Maistrelo, ma el feci soprastare aciò non se dicesse a Mantua che mi lo avesse caciato. Non ho mai visto altrettanto arrabbiato Monsignore nostro come quando ha ricevuto questa lettera, dicendo parole accesissime in presenza di tutti, su Federico e il Magistrello, e ieri voleva mandar via con ignominia Federico e Francesco di Preti, il quale fa anche lui il ruffiano al Magistrello, ma io lo convinsi a soprassedere perché a Mantova non si dicesse che lo avevo cacciato io.
Ma sentendo esso Fedrico che Mons.r aveva deliberacion de casarlo, l'à preso licencia di venir a Mantua, e verà fra pochi dì. Ma Federico, sentendo dire che Monsignore aveva intenzione di ammogliarlo, ha ottenuto il permesso di venire a Mantova, e verrà fra pochi giorni.
Avemo el Cremaschi impreson in una camara già sei giorni, e perché el Maistrelo è morto coto di lui, dito Maistrelo era in tanta furia che à preso le persuasioni di Federico, e per meter paura al Car.le che non avesse a ezaminare sopra le cose sue... Abbiamo il Cremaschi in prigione in una cella già da sei giorni, e perché il Magistrello è innamorato cotto di lui, il detto Magistrello era talmente infuriato che ha preso le difese di Federico, e lo ha fatto anche per mettere paura al cardinale, per evitare che iniziasse a indagare sulle sue azioni.
 
Federico Gonzaga da adulto, ritratto dal Tiziano.
Federico II in età adulta, ritratto dal Tiziano. 
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.
Note 

[1] Il testo da: Vittorio Cian, Recensione di: Ludwig Pastor, Geschichte der Paepste, "Giornale storico della letteratura italiana", XXIX 1897, pp. 402-452, a p. 437. 
Non ho notizie biografiche sull'autore, un funzionario al servizio della casa Gonzaga a Roma. C'è qualche problema  (che non so sciogliere) anche per la data della lettera, poiché Federico fu ostaggio a Roma fra il 1510 e il 1513. 

La lettera tratta di un incidente diplomatico: le voci dicevano che Federico Gonzaga, ostaggio a Roma, era stato "fottuto" (uso le parole di Campo Sampiero...) da cortigiani papali. Della cosa viene incolpato come ruffiano un certo Magistrello. Il bambino però lo difende: non è dato sapere se perché costui era davvero innocente, o solo perché era un cortigiano a cui era affezionato. Fatto sta che il prozio, irritato da tale intromissione del ragazzino, lo sospetta di aver preso gusto a farsi fare certe cosacce, e decide di trovargli moglie... 

Il modo esplicito ma al tempo stesso sussiegoso con cui è stesa questa relazione accresce la bizzarria surreale del racconto. 

[2] Un cortigiano (a quanto pare, potente) su cui non ho trovato informazioni. Ringrazio in anticipo chi potesse darmene. 

[3] Federico Gonzaga (1500-1540), figlio del destinatario della lettera. 

[4].Sigismondo Gonzaga (1469-1425), cardinale dal 1505, zio di Francesco II e prozio di Federico. 

[5] Sempre Sigismondo.


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