Da: Relazioni da Roma [1566 e 1578] [1]
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20
luglio 1566
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20 luglio 1566
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50/
Si usa dal Governator
di ordine di Sua Santità ogni diligentia per aver nella mano, et
gastigar quei, che han usato il brutto vitio della sodomia, onde già
alquanti giorni se ne abbrusciò uno in ponte [2], et ultimamente
ne è stalo ritenuto un cittadin Romano, assai ricco con molti altri,
che si tengono consapevoli, et partecipi delli errori suoi.
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/p. 50/
Per ordine del papa, il Governatore di Roma sta facendo tutto il
possibile per arrestare e castigare coloro che si sono dati al brutto
vizio della sodomia, ragione per cui alcuni giorni fa ne è stato bruciato uno sul ponte [2],
e ultimamente è stato arrestato un cittadino romano, assai ricco,
assieme a molti altri, ritenuti consapevoli e partecipi degli errori di
costui. |
Onde alquanti gentil'homeni
principali di questa città si sono absentati.
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Per questa ragione diversi importanti gentiluomini di Roma sono fuggiti.
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Ha havuto a dir Sua Santità
tra sui familiari, che desidereria potersi giustificar, se qualche grande,
anchor che cardinale, fosse di questo vitio colpevole, perchè faria
proceder contra di lui con ogni severità colla morte, et col foco
acciocché si cognoscesse, che la giustitia sua si estende non solo
contra i bassi et poveri, ma anchora contra i maggiori et potenti.
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Il
papa ha detto ai membri della sua Corte che desidererebbe potersi
dimostrare giusto se qualche potente, fosse pure un cardinale,
risultasse colpevole di questo vizio, perché lo farebbe processare con
la massima severità e con la pena di morte e col fuoco, affinché si
sapesse che la sua giustizia non si esercita solo contro i plebei e i
poveri, ma anche contro i nobili e i potenti.
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2 agosto 1578
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2 agosto 1578
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/p.
121/
VII. Sono stati presi
undeci fra Portughesi et Spagnuoli, i quali adunatisi in una chiesa, ch'è
vicina san Giovanni Laterano [3], facevano alcune lor cerimonie, et con horrenda
sceleraggine bruttando il sacrosanto nome di matrimonio, se maritavano
l'un con l'altro, congiongendosi insieme, come marito con moglie.
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/p. 121/
VII. Sono stati arrestati undici Portoghesi e Spagnoli, i quali si
riunivano in una chiesa, che è vicina a San Giovanni in Laterano [3],
e lì facevano alcune cerimonie loro particolari; e con orrenda
scellerataggine, insozzando il sacrosanto nome del matrimonio, si
maritavano l'uno con l'altro, accoppiandosi assieme come fa il marito
con la moglie. |
Vintisette si trovavano,
et più, insieme il più delle volte, ma questa volta non ne
hanno potuto coglier più che questi undeci, i quali anderanno al
fuoco, et come meritano [4]. |
La
maggior parte delle volte si riunivano in ventisette, e anche più, ma
questa volta si è riusciti a catturarne solo undici, i quali verranno
condannati al rogo, come meritano [4]. |
L'autore ringrazia fin
d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su
persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
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Note
[1]
Il testo è in: Fabio Mutinelli (a cura di), Storia arcana ed
aneddotica d'Italia raccontata dai veneti ambasciatori, Naratovich,
Venezia 1855-1858 (4 voll.), vol. 1 (1855), pp. 50 e 121. Online su Internet
Archive e su Google
books. La parafrasi in italiano moderno è mia.
Come dice il titolo
dell'opera da cui è stata tratta, questo è un estratto da un resoconto
degli avvenimenti di Roma stilato dall'ambasciata della Repubblica di
Venezia presso lo Stato della Chiesa.
[2] Quello davanti a Castel Sant'Angelo, luogo tradizionale di esecuzioni capitali.
[3] San Giovanni a Porta Latina.
[4] A questo quasi incredibile episodio ho dedicato il capitolo "Il matrimonio dei sodomiti" del mio libro Tutta un'altra storia (Saggiatore, Milano 2016), pp. 315-324. Le persone effettivamente impiccate e bruciate furono alla fine otto.
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