Da: Forastiero [1634] [1]
.
Giornata quinta.
|
Giornata quinta
|
/p.
281/ [Carlo V]
Cittadino - Così
fe' di lontano l'Imperadore con le sue pragmatiche. (...)
|
/p. 281/ [Carlo V]
Cittadino - Lo stesso fece da lontano l'imperatore [Carlo V] con le sue Pragmatiche. (...)
|
Così,
ricordevole di poveri, con estraordinaria pietà ordinò che
i carcerati non fussero costretti a pagar cosa alcuna; e che si dia loro
un medico fisico et un chirurgo, acciò che nell’infermità
potessero esser curati. |
Così,
memore dei poveri, con straordinaria pietà ordinò che carcerati
non fossero costretti a pagare niente <per il proprio
mantenimento>; e che fossero assegnati loro un medico ed un
chirurgo, in modo che se si fossero ammalati potessero essere curati.
|
Et
attendendo ai costumi, ordinò che con molta rigorosità si
procedesse contra quei tre pessimi vitii: nefando, bestemmia, falsità,
la qual volse che fusse punita di morte naturale per estirparla dal Regno
dove havea fatte altre radici. |
E per quanto riguarda i costumi, ordinò che si procedesse con gran severità contro quei tre pessimi vizi: sodomia, bestemmia, falso, che volle fosse punito con la morte per estirparlo dal Regno di Napoli, dove aveva posto radici.
|
Giornata sesta.
|
Giornata sesta.
|
/p.
452/ (1530. Cardinale Colonna.)
Cittadino - Fu severissimo
il cardinale, che a nessun delitto volse perdonare. (...) |
/p. 452/ (1530. Il cardinale <Pompeo> Colonna).
Cittadino - Il cardinale fu severissimo, e non volle perdonare nessun delitto. (...)
|
L'esperimentò
il Principe di Salerno, che già volea trattar da rebelle, se non
havesse dato in poter della Corte, un homo di mala vita che si era salvato
in sua casa.
L'esperimentò Annibale Formiano
[2] che fe' bruggiare, convitto di vitio nefando. |
Lo
sperimentò il Principe di Salento, che fu minacciato di essere trattato
da ribelle se non avesse consegnato alla Giustizia un malvivente che
aveva trovato rifiugio nella sua casa.
Lo sperimentò Annibale Formiano [2], che fece bruciare, perché era stato condannato per vizio nefando.
|
Giornata sesta.
|
Giornata sesta.
|
/p.
526/ (Duca di Ossuna) |
/p. 526/ (Il duca di Ossuna).
|
Cittadino
- Nel resto, fu terribile persecutor di tristi, inimico capitale di bugiardi,
sollecito in tutti i negotii quanto possa dirsi. |
Cittadino
- Nel resto, fu un terribile persecutore di malvagi, nemico giurato dei
bugiardi, zelante in tutti i suoi compiti quant'altri mai.
|
Visitando
i carcerati, trovò un tal Pensio ch'era stato ventiquattro anni
pregione; ordinò che fusse liberato, che la pena di venti quattro
anni di carcere pagava ogni cosa. Un altro, inquisito di
vitio nefando, ordinò che subito fusse bruciato. |
Visitando
i carcerati, trovò un tale Pensio che era stato in prigione per
ventiquattro anni: ordinò che fosse liberato, poiché una pena di
ventiquattro anni di carcere pagava ogni reato.
Un altro, sotto processo per vizio nefando, ordinò che fosse subito bruciato.
|
L'autore ringrazia fin d'ora
chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone,
luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Il testo da: Forastiero. Dialogi di Giulio Cesare Capaccio, Roncagliolo,
Napoli 1634, così come messo
online sul sito della Fondazione Memoforte. (.pdf)
Online
anche su Google books.
Gli estratti riferiscono dell'atteggiamento verso la sodomia di alcuni personaggi politici del Cinquecento.
[2] Non ho trovato alcuna traccia di questo personaggio.
|