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cardinale Daniele Dolfin (1688-1762)

Ritratto di Daniele Dolfin
Daniele Dolfin,
 
Da: Rituale romano illustrato [1742] [1] 
.
Cap. IV
Primo documento al Confessore, ponderar egli, e metter in considerazione a' Penitenti la gravezza, e moltitudine de i loro peccati.

§. 1
Capitolo 4.
Primo documento per il confessore: deve riflettere, e fare comprendere ai penitenti la gravità, e la moltitudine dei loro peccati.

§ 1

/ p. 225/ Contro il vizio nefando vi è:  / p. 225/ Contro il vizio nefando si può ricordare che:

Primo: Che di nessun altro parlò mai lo Spirito Santo con formole più gagliarde:
Homines autem Sodomitae, dice, pessimi erant, & peccatores coram Domino nimis. Gen. 13. 13.

Primo: che di nessun altro peccato lo Spirito Santo parlò con espressioni più veementi: "Infatti gli uomini di Sodoma", dice, "erano pessimi, e gravemente peccatori al cospetto del Signore". (Genesi, XIII 13).

E quasi che Dio non potesse abbastanza stimar possibile una tanta mostruosità su la terra, disse di voler egli stesso andare a chiarirsene in persona; Descendam, & videbo utrum clamorem, qui venit ad me, opere compleverint, an non est ita, ut sciam E quasi che Dio non riuscisse a considerare possibile una tale mostruosità sulla Terra, disse di volere egli stesso andare a chiarirsene di persona: "Scenderò, e vedrò se il grido, che sale fino a me, corrisponda ai fatti o no, in modo da sapere" [Genesi, XVIII 20-21]. 
Ciò vien detto, non perché egli non vedesse, ec. ma la Sac. Scrittura, per farci conoscere la gravezza del peccato, così l'esprime, come dice S. Ambrogio in lib. de Noè, & Arca, cap. 4. Questo non viene detto perché Egli non lo vedesse eccetera, ma la Sacra Scrittura si è espressa in questo modo per farci capire la gravità di questo peccato, come dice Sant'Ambrogio nel libro Noè e l'arca, capitolo 4.

II. Ch'egli è una ribellione totale dalla natura; onde come dopo aver punite le persone ribelli si sogliono gittar anche a terra le loro case; così Dio alla Città di Sodoma, ec. prime inventrici di questo orrendo delitto, ec. Gen. 19. 25. 2. Che è una ribellione totale contro la natura, tant'è che come dopo avere punito le persone ribelli si usa abbattere anche le loro case, così fece Dio con le città di Sodoma eccetera, che per prime praticarono questo orrendo delitto, eccetera: Genesi, XIX 25.

III. Ch'egli è tanto contrario alla nobiltà di una Creatura ragionevole, che il Demonio, dopo aver tentato ad un tal atto, fugge via per vergogna di rimirarlo; né mai ha servito con tal atto alla libidine sfrenata di chi che sia. 3. Che esso è tanto contrario alla nobiltà di una creatura ragionevole, che il Demonio, dopo avere tentato con successo a compiere questo atto, fugge via perché si vergogna a vederlo, né si è mai prestato a soddisfare la libidine sfrenata di chicchessia in questo modo [2].

IV. Che per questo peccato, al dire di S. Girolamo, rapportato da S. Antonino nel luogo citato, tardò Dio tanti secoli a vestirsi della nostra carne mortale; per questo peccato, vestito che ne fu, fece morire nella notte, ch'ei nacque, tutti coloro in qualunque parte di mondo si trovavano infetti di sì rea peste, non sostenendo neppure di aver con essi comune l'aria; 4. Che fu per questo peccato, secondo quanto disse San Girolamo, riportato da sant'Antonino nel brano già citato, che Dio ritardò così tanti secoli a rivestirsi della nostra carne mortale; e una volta che ne fu vestito, per questo peccato fece morire, nella notte in cui nacque, tutti coloro che in qualunque parte del mondo si trovavano infetti di questa peste tanto iniqua, che neppure l'aria sopporta di avere a che fare con loro [3];
per questo peccato affretterà la fine de i tempi, e si deduce dal cap. di Gioele, dove si rende questa ragione principale della venuta del Giudice; perché posuerunt puerum in postribulo. per questo peccato si affretterà la fine dei tempi, e ciò si deduce dal capitolo di Gioele, dove la ragione principale della venuta del Giudice è questa, che "misero un ragazzino nel bordello" [4].

V. Che non solo i Giudici umani puniscono qui questo vizio con la pena maggiore, che è quella del fuoco; ma Dio medesimo, non avendo quasi pazienza di aspettare a punirlo nell'altra vita, come ne fanno fede le istorie sacre ed Ecclesiastiche. 5. Che non solo i giudici umani puniscono qui questo vizio con la massima pena, che è quella del fuoco, ma Dio stesso lo fa, non avendo quasi la pazienza di aspettare a punirlo nell'altra vita, come testimoniano le storie sacre e della Chiesa [5].

Ecco in qual forma deve il Confessore tener pronto ciò che gli vaglia a dimostrar la bruttezza e la gravezza, propria di ciascun delitto.

Ecco in che modo il confessore deve preparare gli argomenti che gli serviranno a dimostrare la bruttezza e la gravità, propria di ciascun delitto.
 
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.
Note 

[1] Il testo da: Cardinale Delfino, patriarca d'Aquileia, Rituale romano illustrato, Bettinelli, Venezia 1749. La parafrasi in italiano moderno è mia.
Online su Google books.

[2] Si allude qui alla superstizione (che però era dottrina cattolica ufficiale!) secondo cui il diavolo poteva avere rapporti sessuali con i suoi seguaci in forma maschile (incubus) o femminile (succubus), mai però per rapporti omosessuali.
Si noti come qui l'autore stia qualificando la sodomia come quel peccato che si compie avendo rapporti con persone dello stesso sesso, e non come il coito anale, dato che quest'ultimo era al contrario una delle pratiche sessuali che il demonio imponeva, sempre secondo le superstizioni dell'epoca, alle donne nei sabba.

[3] Luogo comune retorico dell'epoca: non è lecito neppure nominare questo peccato, perché l'aria stessa non sopporta di trasportare il suono del suo nome.  

[4] La frase (Gioele, III 3) "Posuerunt puerum in postribulo" nasce da un'errata traduzione in latino del testo ebraico.
Ritraducendo secondo il latino della Vulgata il passo dice infatti: "hanno messo nel bordello un ragazzino ed hanno venduto una bambina in cambio di vino", mentre la moderna traduzione CEI dice ora: "hanno dato un fanciullo in cambio di una prostituta, hanno venduto una fanciulla in cambio di vino, ed hanno bevuto".
Si tratta insomma d'una condanna biblica "fantasma" dell'omosessualità: presente alle menti dei predicatori antichi, ma assente nelle Bibbie di oggi.

[5] Allusione alla punizione di Sodoma e Gomorra, che Dio volle punire già in questa vita, senza riuscire ad aspettare il momento della punizione eterna.


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