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Filippo Pananti (1766-1837)
 
Ritratto ideale di Filippo Pananti
Filippo Pananti.

Da: Epigrammi e novellette galanti  [s.d.] [1]. 
. 
32 
32 

/ p. 10 /  
Due fiorentini scapoli, 
rei di quell'opra sporca 
per cui l'ira del ciel arse Pentapoli.[2], 
andavano alla forca.[3].

/ p. 10 /  
Due fiorentini scapoli, 
colpevoli di quell'azione sporca 
per cui l'ira divina bruciò la Pentàpoli.[2], 
andavano alla forca.[3].

Uno di loro all'affollata gente 
gridò: faccio saper ch'io fui l'agente.
Uno di loro agli spettatori che si affollavano 
gridò: "Faccio sapere ch'ero io l'attivo".
Il confessore, ch'eragli d'appresso, 
- A prepararvi per l'eternità, 
disse, attendete: non è tempo adesso 
di pensare alle umane vanità.[4].
Il confessore, che gli era accanto, 
"Preoccupatevi di prepararvi per l'eternità", 
disse, "adesso non è più il momento 
di pensare alle vanità umane".[4].
 
Frontespizio dell'edizione del 1809 (la quarta) delle opere di Pananti. 
 
418. 
La questione teologica 
418. 
La questione teologica 

/ pp. 113-114/  
Un giovin petulante 
a un frate zoccolante: 
Voglion da voi la decision se sia 
il dar di naso in culo.[5], sodomia.

/ pp. 113-114/  
Un giovane petulante 
chiese a un frate minore: 
"Vi si chiede un chiarimento sul fatto se 
ficcare il naso in culo [5].sia sodomia".

Il frate replicò: 
Generalmente nò. 
Sarebbe se voi fosse il mio ragazzo [6], 
perchiocché avete voi viso di cazzo.
Il frate replicò: 
"Generalmente no;
lo sarebbe solo se foste un mio garzone [6], 
dato che avete una faccia da cazzone".
 
fregio divisorio
 
465. 
Epitaffio 
465. 
Epitaffio 

/ p. 125 /  
Qui giace chi godea tanto a pigliare.[7]; 
e tanto avea quel mestiere.[8].appreso, 
che un lavativo ch'egli avea preso, 
render non volle, e volle pria crepare.

/ p. 125 /  
Qui giace uno che godeva tanto a prendere.[7] 
e aveva imparato quel mestiere.[8].tanto bene, 
che dopo aver subito un clistere 
non volle renderlo, e preferì piuttosto crepare.

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note 

[1] Il testo da: Filippo Pananti, Epigrammi e novellette galanti, Tinto, Catania 1927. 

[2] Il gruppo di cinque città di cui facevano parte Sodoma e Gomorra. 

[3] Perché condannati a morte per sodomia. 

[4] Le "vanità umane" sono di solito le glorie della vita non religiosa: trionfi politici, militari, economici, culturali, sociali...  
La battuta di questa barzelletta consiste nel fatto che il frate, senza pensarci, equipara a una gloria umana il fatto d'essere stato "attivo" in un rapporto sodomitico. 

Questa barzelletta era apparsa già due secoli prima in un epigramma anonimo, di gusto libertino. 

[5] "Dar di naso in culo" (cioè "ficcare il naso nel culo di qualcuno") era un modo di dire che, nonostante  l'immagine colorita, significava semplicemente: "impicciarsi nelle faccende altrui".  
Il ragazzo chiede insomma, per sfottere, se "ficcare il naso" sia un peccato sessuale. 

[6] Come garzone o servitore il ragazzo avrebbe avuto modo di "impicciarsi degli affari" del frate. 

[7] L'uso di questo verbo ha qui sia un senso innocente ("pigliare" la roba altrui, per avidità), ed un secondo che innocente non è... 

[8]."Rubare", ma  anche "farsi sodomizzare" (l'uso di "mestiere" o "arte" come eufemismo per indicare la sodomia è infatti comune, in antico). 
 


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