Da: Giobbe
[1882] [1].
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pp. 38-39 /
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pp. 38-39 /
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(...)
L'accarezzar
ne le segrete alcove
le vinte
mogli degli amici imbelli,
colpa per
noi non stimasi;
l'infamia
è pubblicarlo ne le nuove
forme degli
elzevir [2].di
Zanichelli. |
(...)
Accarezzare nelle camere
da letto segrete
le mogli sedotte degli amici
incapaci
noi non crediamo che sia
una colpa;
l'infamia è render
pubblica la cosa nelle nuove forme
dei caratteri elzevier.[2]
dell'editore Zanichelli. |
Quando,
parce sepulto, il
reverendo
Padre
Ceresa inculcò la morale
ai
fanciulletti teneri.[3],
le apparenze
salvò certo tacendo,
chi in piazza
lo portò fu il tribunale. |
Quando,
con rispetto per chi è defunto, il
reverendo
Padre
Ceresa inculcò la morale
ai
teneri ragazzini.[3],
certamente salvò
le apparenze tacendo:
chi portò in piazza
lo scandalo fu il tribunale. |
Sian
nascoste le colpe. - I cupi orrori
dell'Averno
son fiabe dei minchioni;
e poi, s'anche
ci fossero,
mancano
forse al tempio i confessori
con le indulgenze
e con le assoluzioni?
(...) |
Siano
nascoste le colpe. Tanto, i cupi orrori
dell'inferno sono favole
buone per gli stupidi;
e poi, se anche fossero
vere,
mancano forse in chiesa
i confessori
con le indulgenze e con
le assoluzioni?
(...) |
L'autore ringrazia fin d'ora
chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone,
luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Il testo da: Olindo Guerrini, Giobbe.
Serena concezione di Marco Balossardi, Nella terra di Hus (ma Bologna)
1882, pp. 38-39.
La citazione
è stata trovata da Enrico
Oliari, che ringrazio per avermela inviata.
Il brano è
una riprovazione dell'ipocrisia dei perbenisti, che vorrebbero che si tacesse
sui fatti scandalosi.
[2]
I caratteri da stampa usati all'epoca sui quotidiani per i pezzi di commento
in terza pagina, detti perciò "elzeviri".
[3]
Sacerdote, protagonista di un enorme
scandalo per aver sedotto numerosi adolescenti della migliore nobiltà
affidati al collegio da lui gestito. |