Dopo la pubblicazione delle prime edizioni di questo libro tanto calunniato [2], ho ricevuto da varie parti d'Europa lettere interessantissime, eloquenti, nelle quali uomini di squisito sentire mi dipingevano con colori smaglianti il loro amore per persone dello stesso sesso, e vergognandosi di questo loro pervertimento, mi chiedevano un rimedio o un consiglio.
Mi duole che la santità del segreto medico mi proibisca di pubblicarne alcune e mi accontenterò di pubblicare la seguente, che è una profonda e sincera analisi autobiografica di un uomo nato con tendenze sodomitiche:
Ahi! qual tortura e quale strazio orrendo
avvelenan la povera esistenza
di me cui.[3].la
natura già tradiva
nell’utero materno che di maschio
mi diè sesso e sembianza mentre invece
ho di femmina core, sentimenti,
e desiderii. — Oh ciel! quale amarezza
tutto m'invade quando il mio pensiero
si figura le gioje sovrumane
e le dolcezze sante onde infiorata
sarebbe la mia vita se nel mondo
entrato fossi donna!…
Donna, non già Cleopatra o Messalina,
ma Penelope
saggia ed amorosa.[4],
al mio consorte avrei creato tale
scudo d’affetti, che turbar sua pace
invan presunto avrebbero le lotte
e i disgusti del mondo. Dolce sogno!
Amarlo intensamente; aver dei figli
frutti del seno mio per lui fecondo;
nudrirli del mio sangue; belli e forti
crescerli tutti ed infondere loro
l'alta Morale
che intuir sol puote.[5]
donna ispirata da Virtù d'Amore.
Questi versi che io improvvisai in un momento di sconforto circa tre settimane or sono, valgano a ragguagliarla esattamente circa allo stato dell'animo mio.
Non sono una creatura abbietta che aspiri al vizio; no! sono un essere buono ed infelice che soffre, soffre immensamente mentre amici e conoscenti lo credono la persona più felice e spensierata che esista sulla crosta terrestre perché senza vizii; astemio di vino, astemio di tabacco, astemio di donne, ed incapace di rimescolare un mazzo di carte. —
Uomo, amo una persona del mio sesso: l'amo con trasporto, con delirio, con mistica adorazione!
Egli lo sa; ma pur essendo abbastanza buono per compatirmi, non lo è abbastanza per risparmiarmi i suoi frizzi ed i suoi crudeli dileggi.
Eppure io non vedo altri al mondo che lui e, per risparmiargli il più lieve dispiacere, sarei pronto a sacrificare non solo la mia vita, ma anche la mia riputazione! Lo amo tanto che, essendo egli in materia di donne piuttosto libertino e dissoluto, io (ateo) sorpresi più volte me stesso a pregar Dio che gli facesse incontrare una bella e buona fanciulla la quale potesse diventare sua moglie e gli desse dei figli ai quali vorrei bene come se fossero figli miei.
Ecco la mia passione: chi si sente di poterla chiamare ributtante e schifosa!? Se a questo mondo vi sono delle donne dissolute e delle puttane, vi sono pure delle mogli e delle madri virtuose e sante; se vi sono dei pederasti lubrici ed abbietti, ve ne sono pure di poetici e capaci delle più nobili abnegazioni.
* * *
Io ho ventun'anni; non sono per nulla un individuo effeminato: la mia statura è giusta, la mia costituzione è abbastanza complessa sebbene piuttosto grassa, la mia voce è piuttosto baritonale, la mia barba è molto folta, ed i miei organi genitali sono assolutamente sani, ben conformati e di ragionevoli proporzioni.
Le bellezze della natura esercitano su di me possente attrattiva; così pure le belle arti e specialmente la musica e la poesia. I miei soli passatempi sono: in città i teatri e i concerti; in campagna le escursioni montanine.
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Milo Brinn (Luigi Borra), lottatore italiano [1895].
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Analizzando i miei istinti erotici, trovo in essi non già un pervertimento, ma sibbene un invertimento. Infatti la bellezza delle forme femminili mi lascia completamente freddo, mentre invece la vista di un torso erculeo o di un paio di gambe atletiche desta in me profonda ammirazione, accompagnata da strapotenti aspirazioni sensuali.
Ma questa mia inclinazione per le cose di bellezza maschia non si manifesta soltanto nei desiderii carnali, ma sibbene in tutte le espressioni del mio sentimento estetico.
— Così io rimango assorto in estasi dinanzi ad un panorama alpestre dagli orridi dirupi, dai picchi nevosi, e dagli impetuosi torrenti; mentre ho in uggia la collina brianzuola coi suoi verdi poggi, colle sue ajuole fiorite, colle sue cascatelle e coi suoi ruscelletti.
— Così
in musica io prediligo i ritmi larghi e maestosi con numerosi accordi,
arpeggi e cambiamenti di tono; — mentre poco m'importa di quelli allegri,
brillanti, e filogranati.[6].
— Così di tutti i metri prosodiaci io non amo che l’endecasillabo sciolto come quello ch'è più fluente e maestoso, mentre tutti gli altri metri mi sembrano atti solo ad esprimere le idee dei bambini lattanti o giù di lì.
— Insomma (per farla breve), tutti i miei sentimenti estetici non si rivolgono che a concetti forti, maestosi e grandiosi: i concetti graziosi, vezzosi e delicati non trovano eco alcuna nell'animo mio. — Qual meraviglia dunque se per me il tipo della bellezza sensuale sia rappresentato da Ercole e da Marte, anziché da Venere e dalle Grazie?
Venendo ora a parlare delle mie aspirazioni circa al contatto carnale, dirò che esse si estrinsecano in un vivissimo desiderio di stringere al seno l’uomo amato e di unirmi a lui come uomo a donna o come donna ad uomo: vorrei che uno dei due (indifferentemente) avesse una rientranza là dove si trova una prominenza (tribadismo maschile). — Non è quindi un desiderio sodomitico il mio: non è un istinto sessuale pervertito, ma piuttosto un istinto sessuale invertito.
I medici sinora da me consultati, furono unanimi nel dirmi che, cercando di capovolgere tutti i miei gusti e cercando di abituarmi ai contatti femminili, io riuscirei assai facilmente ad inalveare nel giusto canale anche la corrente delle mie inclinazioni erotiche.
Ma: ho io
il diritto d'intraprendere una tal cura? — E se una volta guarito procreassi
degli infelici i quali portassero seco la triste eredità
di questa mia anomalia psichica?! Quanto dovrei allora maledire la mia
egoistica imprevidenza!!!.[7].
* * *
Ma: d'onde viene che tale istinto contro natura possa risiedere anche in organismi né fisicamente né intellettualmente degenerati? Io credo di poterne dare la spiegazione; ma essendo il ragionamento piuttosto lungo ed astruso chiedo l'elemosina di un poco di pazienza.
Anzitutto
combatto la frase contro natura e dico che nessun istinto,
per quanto stranamente anormale, dovrebbe dirsi contro natura, se
congenito e non acquisito.[8].
— E se Madre Natura stessa in persona venisse a chiedermi conto di questo mio aforismo, io le direi:
O Madre Natura: tu che ti vanti di essere tanto provvida e previdente, perché ti diverti a fare di questi scherzetti ai tuoi cari figli?… Perché, se tanto ci tieni a ciò che le tue regole vengano scrupolosamente osservate, ti diverti tu a creare degli organismi che non possono osservarle?!
Tu mi dai l'idea di una massaia la quale, avendo messo al fuoco delle patate, si lagnasse di non ritirarne dei tartufi. E questa massaia potrebbe essa dire che le patate sono rimaste patate contro la sua volontà?
Mi si potrebbe contestare che la frase contro natura deve venir interpretata nel senso di contro la regola.
— Vediamo adunque se la regola esista realmente.
Le statistiche
della storia ci confessano che a questo invertimento
dell'istinto sessuale furono tributarie almeno la decima
parte delle persone celebri; ora la logica inesorabile vuole purtroppo
che questa proporzione del dieci per cento venga applicata a tutta l'intera
umanità. — E questa frequenza di eccezioni non basta forse da sola
a far dubitare dell'esistenza della regola? [9].
Del resto l'invertimento dell'istinto sessuale non è privilegio della razza umana.
Nella piccionaia
di una masseria appartenente ad un mio zio, tre anni or sono, c'erano due
piccioni maschi i quali, appaiati sino dall'infanzia per la morte delle
rispettive femmine, si erano tanto abituati a tenersi buona compagnia che
(o bene o male) non volevano accoppiarsi che fra di loro: talché
un bel giorno la massaia tagliò loro la gola dicendo che
era inutile tenerli vivi dal momento che non volevano far
razza [10].
— In una
prateria della Valganna
sul Varesotto, io vidi due giovenche farsi questo reciproco giuochetto:
una di esse si mise a scompisciare.[11],
e, quando fu giunta agli sgoccioli, la compagna le lambì avidamente
ed a lungo le parti genitali; dopo di che si mise a scompisciare a sua
volta facendosi rendere la pariglia.
Avendo io chiesta spiegazione del fatto al mandriano, egli mi raccontò che quelle due giovenche facevano sempre così rifiutando invece ostinatamente di lasciarsi avvicinare dal toro: che per far perder loro quel vizio egli aveva tentato (avendo due stalle) di tenerle separate l'una dall'altra; ma aveva dovuto rimetterle assieme dopo due giorni, perché rimaste sole erano state prese dalla più cupa melanconia rifiutando qualunque nutrimento.
— Quanto poi alla sodomia dei cani per le vie delle città, essa è talmente nota a tutti, che è persin superfluo farne menzione.
Non potrebbe dunque darsi che noi, chiedendo la chiave di tale enigma psicologico alla Patologia, commettessimo un errore?
Non potrebbe darsi che dovessimo invece chiederla all'Antropologia?
Vediamo:
Gli istinti
non sono leggi naturali per sé stessi; ma sibbene manifestazione
od effetto delle leggi naturali medesime (cognite od incognite che sieno).
— E lo stesso istinto in forza del quale generalmente (cosa utile per la
conservazione della specie) il maschio ricerca la femmina e viceversa,
deve avere una causa: causa che io credo basata sull'atavismo
e sul trasformismo [12].
Anche volendo ammettere (cosa del resto assai dubbia) che i due sessi fossero distinti ed avessero le loro marche caratteristiche sino dalla prima coppia esemplare della razza umana (e di qualunque altra razza), non c'è ragione alcuna per asserire che l'amore sensuale fra quei due individui primitivi fosse dettato loro dalla differenza di sesso: ognuno di essi sentiva l'inconscio bisogno di baciare ed accarezzare con trasporto l'essere della sua specie col quale conviveva: ma questo loro desiderio era (mi si passi la frase) un desiderio in bianco; vale a dire che si estrinsecava in un desiderio semplicemente carnale, ma non sessuale.
Fu dunque senza premeditazione fisiologica che essi si abituarono al coito.
E se questo coito favorito (per conto suo) dalla differenza dei sessi, diede loro dei figli, il loro istinto non ne aveva avuto merito alcuno.
L'istinto carnale in bianco dei genitori si trasformò per i figli in un istinto carnale incerto o (per meglio dire) secondo i gusti individuali.
Così
vi saranno state tre qualità psichiche di maschi, e tre qualità
psichiche di femmine: — maschi proclivi alle femmine, maschi
proclivi ai maschi, e maschi proclivi ad entrambi i sessi (maschi in bianco);
— femmine proclivi ai maschi, femmine proclivi alle femmine, e femmine
proclivi ad entrambi i sessi (femmine in bianco) [13].
Ora, gli individui proclivi al loro medesimo sesso (avendo sempre eliminate fra di loro le loro facoltà riproduttrici) saranno morti senza lasciar prole, mentre invece tutti gli altri ne avranno lasciata.
Ma fra gli individui i quali lasciarono prole, vi erano anche gli individui in bianco; ed è al legato psichico di costoro che io credo sia dovuta la presenza anche al giorno d’oggi (sebbene rara) delle tre qualità d'individui per ogni sesso.
Alla categoria
degli individui in bianco.[14].sarebbe
da contrapporsi una quarta categoria (poco numerosa) degli individui
in nero; vale a dire di quegli individui i quali passano la loro vita
senza mai provare alcun desiderio carnale, vivendo cionondimeno sani, felici,
contenti e beati (frigidità).
* * *
Qualunque pederasta che sia dotato di amor proprio, si trattiene il più che sia possibile dal soddisfare i propri desiderii non tanto per paura delle disposizioni del Codice Penale (alle quali si può facilmente sfuggire), quanto per attaccamento alla pubblica riputazione che (volere o non volere) è il principale nutrimento dell'intelletto umano.
— Esaminiamola dunque un poco nei suoi giudizi circa agli istinti carnali questa Società alla quale io e tanti altri miei compagni di sventura facciamo un tanto sacrifizio.
Entriamo
per esempio in un Caffè e mettiamoci poco lungi da un tavolino intorno
al quale sieno seduti in crocchio quattro o cinque amici fra di loro in
grande confidenza. Stiamo ad ascoltare ed udremo Tizio raccontare di essersi
fatta fare l'alta
scuola [15].dalla
Cleonice la quale gli ha fatto provare tutte le gioie del paradiso — Cajo
(non inferiore a Tizio) racconterà di aver fatto 69 colla Clorinda
— Sempronio racconterà di aver eiaculato con grande voluttà
fra le bianche mammelle della Berenice che è proprio grassa come
una quaglia; finalmente Martino (padre di famiglia) spiegherà qualmente.
avendo già un bastevole numero di figli, egli abbia adottate colla
moglie queste due misure: non avvicinarla che
coi
guanti di Parigi.[16],
oppure accontentarsi della masturbazione femminile. — E la Società
quando giudica questi quattro giovialoni (?) si accontenta di scrollare
la testa con benigno compatimento e mormora sorridendo: Benedetta gioventù!
Farete giudizio una buona volta diventando vecchi!
Ma se vi fosse un tale che entrasse nello stesso Caffè e si rivolgesse a quel crocchio esclamando: "Io amo una persona del mio medesimo sesso; l'amo con tutte le forze dell'anima mia, e per conquistare il suo amore mi sentirei capace di sopportare qualunque prova!" — quello sarebbe un mentecatto, un mostro di spudoratezza, un capo di galera: Diamine!!!
Suvvia: fra quel crocchio di gioviali amici ed un consorzio di pederasti il quale avesse a patroni le ombre di Orfeo, di Oreste e Pilade, di Socrate, di Alcibiade, di Anacreonte, di Orazio, di Virgilio,di Giulio Cesare, di Augusto, di Marco Aurelio, di Costantino, di Brunetto Latini, di Federico il Grande e di tanti altri benemeriti all'umanità; — fra quel crocchio di amici ed un simile consorzio (dico) quale sarebbe più spregevole? — Fra me che esito a mettermi in cura per tema di procreare degli infelici, e quell'onesto padre di famiglia che per limitare la prole avvicina la moglie coi preservativi o si accontenta di una buona menata, fra me e lui chi è più morale?!
Mi si dirà
che l'Amore fra persone di diverso sesso è cosa santa perché
avente per scopo la conservazione della specie, mentre invece quello
fra persone del medesimo sesso è abbietto perché non avente
tale scopo. — Io risponderò (anche prescindendo da tutte le frodi
maltusiane.[17].e
da tutte le oscenità improduttive che si compiono fra uomo e donna)
— che non è mica merito né progetto dei coniugi amanti se
l'utero della moglie, fecondato dal seme del marito, mette alla luce dopo
nove mesi una creaturina bella o brutta che sia. —
Non vi fate belli
del sole di luglio!.[18].
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Scena comica teatrale di fine Ottocento.
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* * *
Non allo
scopo di essere Cicero pro domo sua.[19],
ma per puro amore del vero, io domando qual male ne potrebbe venire
alla umanità se le leggi sociali lasciassero che (rimanendo nella
propria sfera di diritti) ognuno soddisfacesse ai suoi istinti sensuali
secondo i propri bisogni psichici.
— Nessun male io vi scorgo: vi scorgo anzi un duplice bene:
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anzitutto, potendo i pederasti liberamente ricercarsi fra di loro senza oscene precauzioni, sarebbero infinitamente più rari i casi di corruzione in individui non pederasti di proprio istinto;
-
in secondo luogo, quanto minore sarebbe il numero delle belle intelligenze rese sterili dallo sconforto di dover scegliere, fra una vita fisiologicamente infelice, il disprezzo e le pene sociali, e gli ipocriti sotterfugi!
-
Aggiungasi poi
che in una società tanto clemente si potrebbero anzi incoraggiare
gli individui in bianco.[20].a
non sfogarsi che con persone del loro medesimo sesso.
— Di tal guisa (stando alla mia teoria atavistico-ereditaria) entro una cinquantina d'anni circa, di persone sane aventi l'istinto sessuale invertito od in bianco non ve ne sarebbero più.
* * *
Ma la proposta non è pratica per la semplicissima ragione che il deputato il quale fosse tanto ardito da portarla in parlamento correrebbe rischio di venir lapidato anche nell'anno di grazia 1885.
Bisogna quindi
limitarsi a desiderare una
semplice riforma alle disposizioni
legali vigenti.[21].
— Per i fatti della pederastia il Codice dovrebbe distinguere tre casi: Stupro, Corruzione e Reciproco Consenso.
-
Quanto allo Stupro la legge dovrebbe essere severissima.
-
Quanto alla Corruttela la pena dovrebbe essere di metà quella dello Stupro.
-
Quanto poi ai casi di Reciproco Consenso, mi pare proprio che i tribunali non avrebbero di meglio a fare che chiudere un occhio..., e magari tutti e due.
— Domando io: che cosa ci si guadagna colla pubblicità e collo scandalo?
— Io, per
esempio, sino a tre anni fa credevo che il mio caso fosse unico al mondo:
e se appresi di avere dei compagni di sventura, si
fu
leggendo le Rubriche Giudiziarie.[22].
X. Y. Z. |