Da: Viaggio dell'Indie
orientali [1590] [1].
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//p.
126 // Ordine di una regina del Pegù
per proveder al peccato contra natura [2].
Era in uso in quel paese già tempo il peccato contra natura, alche rimediò una Regina, laquale commandò che sotto pena della vita ogn'uno si dovesse metter nel membro alcune palle vote, fatte d'oro, o d'argento secondo la facultà delle persone, fra carne, e pelle, ilche si faceva à questo modo.
Giunto ch'è
l'huomo all'età adulta, si conduce ad un luogo, dove stanno molte
meretrici, & // p. 127 // quivi facendo
che si cavi la voglia del coito perche poi il membro non habbia à
gonfiarsi, s'addormenta con certe bevande, & poi gli si scortica il
membro, et se gli mettono quelle palle una per banda, che suonano à
guisa di sonagli, & in sei, ò otto giorni lo salda, & a
quel modo lo fa grosso & rende inhabile à quel vitio.
Boxeur birmano del secolo scorso.
Se i suoi avi erano tutti come lui, si capisce la preoccupazione della regina...
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Per altri testi sull'omosessualità e la sodomia nell'Asia premoderna, fare clic qui.
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Note
[1] Da: Gasparo Balbi, Viaggio dell'Indie orientali. In: Viaggi di C. Federici e G. Balbi alle Indie orientali (Il nuovo Ramusio, vol. 4), Istituto poligrafico dello Stato, Libreria dello Stato, Roma 1962, pp. 71-233.
Questo brano è a p. 205; le note a p. 354 spiegano che ora l'omosessualità in Birmania non esiste...
Ho ricopiato il brano da: Gaspare Balbo, Viaggio dell'Indie orientali, Borgominieri, Venetia 1590, pp. 126r-126v, online in formato .pdf sul sito di Gallica.
[2] Il brano spiega la moda del piercing ai genitali in Pegù (in Birmania, visitata da Balbi verso il 1583/85) come (improbabile) misura per rendere disagevole la sodomia. Si veda l'altra fantasia in proposito, raccontata da Cesare Federici nello stesso giro d'anni.
Sull'Asia in genere si veda qui. |