Da: Curationum
medicinalium centuriae / Centurie di cure mediche [1554 e 1557] [1]
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Centuria VII, curatio
18
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Centuria 7, cura 18
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p. 59 / Centuria VII, curatio decima
octava, in qua mirum quoddam, sed verum tractatur, quod mulier à
muliere, praegnans fuit facta.
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Centuria 7, cura 18.
Nella quale è trattato un fatto stupefacente, ma vero, di una donna
che fu messa incinta da una donna.
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Mirum, sed verum casum
describo, Thessalonicae evenientem, duae mulieres Turcae vicinae, multis
coitibus, incubis et succubis, sese contaminabant, polluebantve, quarum
altera vidua erat: altera vero maritum habebat. |
Descrivo un caso stupefacente,
ma vero, accaduto a Salonicco.
Due donne turche, vicine di casa, si insozzavano e si contaminavano a vicenda
con molti coiti, stando ora sopra, ora sotto. Una di loro era vedova, l'altra
invece aveva marito. |
Ceterum,
quum semel vidua ad coitum irritata, alteram coniugatam ad coitum incitaret,
et forte ea hora, à marito, cum quò rem habuerat, discedentem,
subcuba est facta, quo in coitu amplexùve, post multam frictionem
attrectationemve
ac seminis eiculationem, uterus subcubae viduae ingenti appetentia semen
non solum mulieris incubantis, sed virile non multum antea in eius utero
relictum, suxit, à quo semine praegnans facta est, |
E
in effetti, una volta che la vedova aveva voglia di sesso, incitò
al coito la coniugata (che per caso nella stessa ora, andandosene dal marito,
con cui aveva fatto sesso, era stata sotto), e in quel coito o amplesso,
dopo molti sfregamenti, toccamenti ed emissione di seme [2],
l'utero della vedova (che stava sotto) per la grande sete di seme risucchiò
non solo quello della donna che le stava sopra, ma anche quello maschile
lasciato non molto prima nell'utero dell'altra, e da quello sperma fu messa
incinta, |
firmante ipsa, variis
iuramentis habitis, cui fi / p . 60 / dem
praestare debemus, cum illi minus ignominosum erat, à viro concepisse
fateri, quam à muliere eo modo habita. |
secondo quanto affermò
lei stessa, con vari giuramenti, ai quali dobbiamo prestare fede dato che
per lei era meno ignominioso ammettere d'essere stata ingravidata da un
uomo, che da una donna con cui aveva copulato a quel modo [3]. |
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"Due donne", di Zoan Andrea (1464-1526). [Da: Lise, L'incisione erotica nel Rinascimento, p. 26].
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L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1] Il testo copiato da: Joao Rodrigues de Castello Branco ("Amato Lusitano"), Curationum medicinalium centuriae, Rouillus, Lugduni 1567-1570, tomi 7, al tomo 7 pp. 59-60.
La traduzione dal latino è mia.
"Amato Lusitano" fu un medico ebreo portoghese, che visse anche in Italia.
La "centuria" è una raccolta di cento trattatelli.
[2].Anticamente si riteneva che nel coito la donna rilasciasse non un ovulo, ma anche lei una specie di sperma che, mescolandosi con quello maschile, dava luogo al concepimento.
[3] Il documento, oltre che per l'avvenimento in sé, decisamente raro e insolito (non bastano certo semplici sfregamenti esterni per trasferire lo sperma sul collo di un utero!), è interessante proprio per queste annotazioni di mentalità, che sono molto rare al di fuori del campo (strereotipato) della teologia morale. |