Proposta d'invio al
confino politico per omosessualità [1939] [1]
"La piaga della pederastia in questo capoluogo tende ad aggravarsi e generalizzarsi perché i giovani finora insospettati, ora risultano presi da tale forma di degenerazione sessuale sia attiva che passiva che molto spesso procura loro mali venerei.
In passato
molto raramente si notava che un pederasta frequentasse caffè e
sale da ballo o andasse in giro per le vie più affollate; più
raro ancora che lo accompagnassero pubblicamente giovani amanti ed avventori-[2].
|
Ragazzi italiani al mare, 1941.
|
Il pederasta ed il suo ammiratore-[3]. preferivano allora le vie solitarie per sottrarsi ai frizzi ed ai commenti salaci; erano in ogni caso generalmente disprezzati non solo dai più timidi, ma anche molte e spontanee ripugnanze sono superate e si deve constatare con tristezza che vari caffè, sale da ballo, ritrovi balneari e di montagna, secondo le epoche, accolgono molti di tali ammalati, e che giovani di tutte le classi sociali ricercano pubblicamente la loro compagnia e preferiscono i loro amori snervandosi ed abbruttendosi.
Questo dilagare di degenerazione in questa città ha richiamato l'attenzione della locale Questura, che è intervenuta a stroncare o, per lo meno, arginare tale grave aberrazione sessuale-[4], che offende la morale e che è esiziale alla sanità ed al miglioramento della razza, ma purtroppo i mezzi adoperati si sono dimostrati insufficienti.
I fermi per misure, le visite sanitarie, la maggiore sorveglianza esercitata nei pubblici esercizi e nelle pubbliche vie, non rispondono più alla bisogna. Perché infatti i pederasti, fatti più cauti per eludere la vigilanza della Pubblica Sicurezza, ricorrono ad una infinità di ripieghi.
I più abbienti mettono su quartini mobiliati con gusto civettuolo ed invitante, i più poveri per spirito di emulazione e per non essere da meno, ricorrono ai più disparati espedienti, non escluso il furto, per procurarsi i mezzi e mettere anch'essi su una casa ospitale.
Tutti poi, per vanità, per piccole gelosie, menano vanto delle conquiste fatte, che tentano di mantenere a prezzo di qualsiasi sacrificio.
I giovani dall'altro (quando non espressamente invitati) sono sospinti in quelle case, alcuni dalla curiosità, altri dall'insidioso desiderio di fumarvi gratuitamente una sigaretta, e tutti, dopo aver visto, hanno voluto poi provare sicché vi sono sempre ritornati
È tale presa di contatto, anche quando non sfugge alla Polizia, che non può in ogni caso essere impedita, pur prevedendone gli sviluppi e le ultime conseguenze.
Ritengo, pertanto, indispensabile nell'interesse del buon costume e della sanità della razza, intervenire, con provvedimenti più energici, perché il male venga aggredito e cauterizzato nei suoi focolai.
A ciò soccorra, nel silenzio della legge, il provvedimento del Confino di Polizia, da adottarsi nei confronti dei più ostinati, fra cui segnalo l'individuo...". |
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1] Fra il 13/1 e il 13/2/1939, 42 omosessuali di Catania, per lo più giovani, furono condannati a cinque anni di confino politico in base alle leggi razziali del 1938.
L'iniziativa partì dal questore di Catania, Molina, che motivò la richiesta di condanna con la breve relazione qui accanto pubblicata, allegata in tutti i fascicoli dei condannati catanesi.
(I fascicoli sono conservati presso l'Archivio Centrale dello Stato di Roma, "Ministero dell'interno, Divisione Generale PS, Divisione Affari Generali e Riservati, ufficio confino politico, fascicoli personali").
Sulla vicenda si veda lo studio monografico di: Franco Goretti, Catania, 1939, "Sodoma" n. 3, 1986.
Sul confino politico degli omosessuali in epoca fascista di veda il mio studio pubblicato online qui.
[2] La tesi secondo cui "una volta" gli omosessuali non erano "così" sfacciati e numerosi come "oggi", è tipica di tutti gli omofobi, da secoli.
[3].Di estremo interesse è qui il fatto che in tutti i documenti catanesi il "pederasta" è sempre e solo il "passivo", contro la mentalità "scientifica" che definiva omosessuale chi avesse rapporti col proprio sesso, indipendentemente dal ruolo.
[4]-La repressione antiomosessuale a Catania era in effetti iniziata dopo l'assassinio d'un omosessuale nel 1937. |