Da: Istorie
[1511-1535] [1]
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23
maggio 1498
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23
maggio 1498
(esecuzione del Savonarola)
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/p.
128/ Lechagioni perché furono morti detti frati, si dicieva
nel popolo queste, perché <Girolamo
Savonarola> profetava contro a Roma, e Prelati dessa,
e che Dio voleva rinovare la Chiesa, e che per le loro scielerità,
e pechati venivano questi fragielli, et in Firenze dicieva, che
cercavano di fare un Tiranno, et che chapiterebbe male lui, et tutta la Chasa sua
[2],
e riprendeva e' vitj, e massimo giuochi, e sodomie, e che' sodomiti
sardessino; in modo che tutto il Popolo, e religiosi vitiosi se gli
provochorono contro, tanto fu morto; |
Fra il popolo si diceva che le ragioni per cui questi frati furono
uccisi <furono> che <Savonarola>
profetizzava contro Roma e i prelati di quella città, dicendo che Dio
voleva rinnovare la Chiesa, e che i flagelli arrivavano per le loro
scelleratezze e peccati, e diceva che costoro a Firenze cercavano di dare il potere a
un tiranno, e che sarebbe andato in malora lui e tutta la sua casata [2], e rimproverava i vizi, e
soprattutto i giochi e le sodomie, e voleva che i sodomiti
fossero bruciati, cosicché il popolo e i sacerdoti viziosi gli
tramarono contro fino a farlo morire;
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e pareva dipoi morto cheffù, che il ben vivere fussi dispregio; e tutti quegli che andavano alle sua prediche, o uxavano San Marco [3], si chiamavano piagnoni [4],
e pinzocheroni; ed era tanta la persechutione, che gli bociavano per le
strade, e bisognava stessino cheti; e molti ne fu amuniti, e
condenati, e martoriati. |
e
dopo che fu morto sembrava che la vita onesta fosse tenuta in spregio,
e tutti coloro che erano andati alle sue prediche, o che frequentavano San Marco [3],
venivano chiamati "frignoni" e "bigottoni" [4],
ed era tanta la persecuzione, che li insultavano per strada, e dovevano
subire senza reagire, e molti furono ammoniti, e condannati, e
tormentati.
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Anno
1512
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Anno
1512
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/p.
309/
Quando <Piero Soderini, Gonfaloniere di Giustizia, dopo la presa della città>
fue al Ponte a S. Trinita, per lafanno avea, e paura, chiese di gratia
dentrare in chasa Francesco, e /p. 310/ Pagholo
Vettori, che stavano Lungharno drieto alla Loggia de' Freschobaldi, et
chosì lo missono, e la notte lo chavorono per sichurtà di lui di
Firenze, e andonne a Siena, achonpagniato da 50.
Chavalieri, |
Quando <Piero
Soderini, Gonfaloniere di Giustizia, dopo la caduta di Firenze> arrivò
a Ponte Santa Trinita, per l'affanno e paura che aveva, chiese di
grazia di entrare in casa di Francesco e Paolo Vettori, che stavano a
Lungarno dietro alla Loggia dei Frescobaldi, e così lo fecero entrare,
e di notte lo chiusero a chiave per sua sicurezza contro Firenze, e
fuggì a Siena, accompagnato da 50 cavalieri,
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e
in Palazzo saltorono Antonfrancesco, et altri giovani degli Albizi, (...) e altri; |
e in Palazzo Vecchio andarono al potere Antonfrancesco ed altri giovani degli Albizi, (...) ed altri;
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e persona non dicieva nulla loro, e' Signori rimasono come moscha sanza chapo,
e da quegli armati erano molestati, che volevano que' giovani, la Signoria rimettessino a un partito tutti gli sbanditi, et amuniti per conto della
sodomia [5]. |
e
nessuno diceva loro nulla, e i Signori rimasero come una mosca
decapitata, ed erano molestati da quegli armati, che volevano, quei
giovani, che la Signoria decretasse l'amnistia per tutti gli esiliati e ammoniti per la colpa della sodomia [5].
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Note
[1]
Giovanni Cambi (1458-1535), Istorie [1511-1535], in: Delizie
degli eruditi toscani, 24 voll., 1770-1789, vol. XXI. Online sull'Internet Archive.
[2] La casata de' Medici, che in effetti vinse la guerra, con l'aiuto determinante del papa, e
riconquistò il trono.
[3] La chiesa domenicana, "quartier generale" del Savonarola.
[4] "Piagnoni"
(frignoni) fu anche il nome del partito repubblicano ed anti-mediceo che aveva avuto nel Savonarola un pilastro ideologico; i
seguaci dei Medici furono detti "palleschi".
[5] Questa bizzarra richiesta, squisitamente politica, lascia pensare ad un uso
selettivamente politico dell'accusa di sodomia durante il periodo repubblicano.
Che di questo si sia trattato e non certo d'una particolare propensione
dei nobili filo-Medici per la sodomia, come i loro nemici "piagnoni"
avrebbero voluto far credere, lo dimostra il fatto che la
restaurazione medicea approvò una catena di leggi antisodomia nel 1542
(reiterata nel 1551 e 1556) e 1566.
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