Da: Histoire du
calvinisme / Storia del calvinismo[1682] [1]
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Livre III, 1561
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Libro III, 1561
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/p. 217/ <Théodore de Bèze> fut (...) plongé dans les plus hon- /p. 218 /teuse<s> débauches, comme il ne paroist que trop dans ses poësies toutes remplies d’ordures et des saletez,qu’il appelle les divertissemens de sa jeunesse, & sur tout dans cette horrible Epigramme, où en faisant le portrait de sa maistresse qu’il nomme Candide, & d’un jeune garçon qu’il aimoit, il a l’effronterie de se vanter, & ensuite de s’accuser luy mesme du plus exécrable de tous les crimes. |
<Teodoro di Beza> [2] fu (...) immerso nelle più infami dissolutezze, come è fin troppo evidente nelle sue poesie tutte piene di schifezze e porcherie, che lui chiama "gli scherzi della sua gioventù" [3], e soprattutto in quell'orribile epigramma, nel quale schizzando il ritratto della sua amante, che chiama Candida, e d'un giovane ragazzo che amava, ha la sfacciataggine di vantarsi, e poi di accusarsi da sé, del più esecrabile di tutti i crimini. |
C’est pourquoy comme il vit qu’estant cité à comparoistre au Parlement pour rendre compte de cette infame pöesie, il ne pourroit jamais se tirer d’un si mauvais pas, il se cache pour se garantir du feu; & aprés avoir vendu son Prieuré de Longjumeau (...) il s’enfuit à Genève avec sa Candida. |
Ecco perché vedendo che (essendo stato citato in Tribunale per render conto di questa infame poesia) non avrebbe mai potuto rimediare a un passo tanto falso, si nasconde per sfuggire al rogo, e venduto il suo priorato di Longjumeau (...) fugge a Ginevra con la sua Candida. |
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Théodore Bèze nel 1597
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Livre IV, 1564
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Libro IV, 1564
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/p. 335/ J’ajouste meme à cela, pour montrer que je suis sincere, & que la haine que j’ay pour l’herésie ne m’empesche pas de rendre justice aux Héretiques, que je veux bien ne pas croire ce qu’on dit communément qu’il < = Calvin, NdR> fut en sa jeunesse fustigé, & eut la fleur de lys pour un crime infame & détestable. |
Inoltre aggiungo
a ciò, per mostrare che sono sincero, e che l'odio che nutro per
l'eresia non m'impedisce di rendere giustizia agli eretici, che io preferisco
non credere a ciò che si dice comunemente <di Calvino>:
che da giovane venne frustato ed ebbe il marchio a fuoco col giglio di
Francia per un crimine infame e detestabile.[4]. |
Ce n’est pas que j’ignore que Bolsec.[5], qui a connu particulierement Calvin à Geneve, nous en asseûre dans son Histoire de la vie de cét Hèresiarque, ou il dit mesme qu’il en a veu une attestation de Messieurs de Noyon en bonne forme entre les mains de Bertelier Secretaire de la Seigneurie de Geneve, qui fut envoyé à Noyon [6] pour informer de la vie de Calvin. |
Non
che io ignori che Bolsec.[5],
che
ha conosciuto nella vita privata Calvino a Ginevra, ce lo assicura
nella sua Storia della vita di questo eresiarca,
nella quale dice pure di averne visto un'attestazione in bella copia delle
autorità di Noyon,
nelle mani di Bertelier, segretario della Signoria di Ginevra, che
era stato inviato a Noyon [6]
per informarsi della vita di Calvino. |
Cela sans doute est un peu fort [7], & a fait ensuite que des grands hommes ont écrit la mesme chose sur la foy de cet Auteur. |
Questo
è senza dubbio un po' forte [7],
ed
ha fatto poi sì che alcuni grandi uomini abbiano scritto la stessa
cosa fidandosi di questo Autore. |
Mais aussi d’autre part je scay que les Protestans s’inscrivent en faux contre cette piece, parce qu’on ne trouve rien de cela ni dans les informations tres-exactes qu’on en a faites à Noyon de nos jours, ni dans les Registres du Chapitre de l’Eglise Cathedrale qu l’on sauva de l’embrasement qui consuma en l’année 1552. les Actes publics, & presque toute la ville de Noyon. |
Ma d'altra parte so pure che i Protestanti impugnano come falso questo documento, perché non si trova nulla di simile né tra i risultati delle ricerche minuziose fattene a Noyon ai nostri giorni, né nei registri del Capitolo della chiesa cattedrale che furono salvati dal rogo che consumò nel 1552 gli atti pubblici, e quasi tutta la città di Noyon. |
Outre que, disent-ils, si cette attestation, qui auroit préce- /p. 336/ dé cét incendie, estoit veritable, il y a bien de l’apparence que ceux de Geneve n’eussent jamais receû pour fonder leur nouvelle Eglise, & pour réformer la Religion dans la doctrine, dans la discipline, & dans les moeurs, celuy qu’ils eussent sceu de toute certitude estre un homme infame qui avoit eu la fleur de lys. |
Oltre a ciò, dicono, se una tale eventuale attestazione, fatta prima di questo incendio, fosse stata veritiera, è logico credere che i ginevrini non avrebbero mai accettato per fondare la loro nuova Chiesa, e per riformare la Religione nella dottrina, nella disciplina, e nei costumi, colui che avessero saputo con assoluta certezza essere un infame marchiato col giglio di Francia. |
Et de là ils concluënt qu’il faut que Bolsec, qui d’ailleurs fait plustost une satyre & une invective continuelle qu’une histoire, soit un imposteur, où du moins qu’il ait esté trompé par son Bertelier. |
E di là concludono che è ovvio che Bolsec, che del resto scrive più una satira e una continua invettiva che una storia, sia un impostore, o almeno che sia stato ingannato dal suo Bertelier. |
Et puis
ajoustent-ils, ne pourroit-il pas bien estre que cette opinion commune
fust fondée sur ce que l’on auroit pris pour Jean Calvin, qu’on
appelloit auparavant Cauvin, un autre Jean Cauvin son neveu, Chapelain
de la mesme Eglise, qui, comme on le marque dans les Registres du Chapitre,
ne s’estant pas corrigé aprés quelques chastiment qu’il avoit
receu pour son incontinence, fut privé de son Benefice long-temps
aprés que Calvin fut sorti du Royaume? [8]. |
E poi aggiungono:
non potrebbe essere che questa opinione comune si sia basata su un altro
che fu scambiato per Jean Calvin (che si chiamava in precedenza Cauvin)
un altro Jean Cauvin suo nipote, cappellano della medesima chiesa,
che, come è notato nei registri del Capitolo, non essendosi corretto
dopo alcuni castighi ricevuti per la sua incontinenza, fu privato del suo
Beneficio
molto tempo dopo che Calvino fu uscito dal Regno di Francia? [8]. |
Ie veux donc bien, puis qu’il plaist ainsi à Messieurs nos Protestans, ne pas croire cette infamie de l’Auteur de leur Secte. |
Voglio dunque, poiché così piace a Lorsignori i nostri protestanti, non credere a questa infamia sul fondatore della loro setta. |
Dieu n’a pas besoin de ces sortes de preuves qu’on peut faire passer pour incertaines, & beaucoup moins de faussetez des hommes, pour combattre ses ennemis. |
Dio non ha bisogno di questo tipo di prove che si possono fa passare per dubbie, e ancor meno delle falsità umane, per combattere i suoi nemici. |
Jean Calvin (1509-1564).
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1] Il testo da: Louis Maimbourg, Histoire du Calvinisme, [suivant la copie Imprimée... par] Cramoisy, Paris <ma Amsterdam> 1682 (Venezia, biblioteca marciana), pp. 217-218 e 335-336. I neretti sono stati aggiunti da me.
La traduzione in italiano, inedita, è mia.
L'opera è online (in edizione diversa da quella da me usata) su Gallica, come file .pdf.
Questo è uno dei molti testi in cui l'accusa di omosessualità fu usata nella polemica fra cattolici e protestanti.
Da parte protestante i bersagli preferiti furono Giovanni Della Casa e i gesuiti; da parte cattolica, Bèze e Calvino. La cosa più ridicola è che, a parte i gesuiti, si trattò di falsi bersagli. Proprio come con le "armi di distruzioni di massa" di Saddam Hussein ai nostri giorni...
[2].Théodore de Bèze (1519-1605) fu un gran teologo calvinista, nonché il successore di Calvino a Ginevra.
Contro la sua bisessualità giovanile esistono numerosi attacchi polemici di parte cattolica.
[3] Questa è in effetti la traduzione letterale del titolo Juvenilia. Ho messo online nel presente sito la poesia incriminata, purtroppo - per ora - nel solo testo latino.
[4] Questa è l'unica attestazione che io conosca del marchio a fuoco come punizione della sodomia (le altre attestazioni che ho trovato riguardavano reati minori, come il furto o la fuga di schiavi).
Poiché però gli autori antichi ne discutono senza mai metterne in dubbio la verosimiglianza, ne deduco che non dovesse apparire inaudito.
[5] "Bolsec. Hist<oire> de la vie de Calv<in>, c<hapitre>. 5." [Nota a margine del testo originale].
Si tratta di: Hierôme Hermes Bolsec, Histoire de la vie, moeurs, actes, doctrines, constance et mort de Calvin, Lyon 1577. Poi: Scheuring, Lione 1875.
[6] Sua città natale.
[7] "Le Vasseur. Annales de Noyon.
Regis<tres> du Chapitre." [Nota a margine del testo originale].
[8] "Edm. Campian. Orat<io> 3. ad Acad. Durae. defens. Edm. Campian. adv<ersus> Wittaker.
Les controv<erses> du Card<inal> de Rich<elieu,> l<ivre> 2. c<hapitre> 10." [Nota a margine del testo originale]. |