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Da: Amour [1888]

LUCIEN LÉTINOIS

Lucien Létinois da studente

Lucien Létinois da studente


IV

J'ai la fureur d'aimer. Mon cœur si faible est fou.
N'importe quand, n'importe quel et n'importe où,
Qu'un éclair de beauté, de vertu, de vaillance
Luise, il s'y précipite, il y vole, il s'y lance,
Et, le temps d'une étreinte, il embrasse cent fois
L'être ou l'objet qu'il a poursuivi de son choix;
Puis, quand l'illusion a replié son aile,
Il revient triste et seul bien souvent, mais fidèle,
Et laissant aux ingrats quelque chose de lui,
Sang ou chair. Mais, sans plus mourir dans son ennui,
Il embarque aussitôt pour l'île des Chimères
Et n'en apporte rien que des larmes amères
Qu'il savoure, et d'affreux désespoirs d'un instant,
Puis rembarque.


IV

Ho il furore d'amare. Il mio debole cuore è pazzo.
Non importa quando, né importa chi o dove,
che un lampo di bellezza, di virtù, di valore
splenda, subito vi si precipita, vola, si lancia,
e, nel tempo d'un abbraccio, cento volte bacia
l'essere o l'oggetto che la sua scelta insegue;
poi, quando l'illusione ha ripiegato la sua ala,
ritorna triste e solo, molto spesso, ma fedele,
 e lasciando agli ingrati qualcosa di se stesso,
sangue o carne. Ma, senza più morire nel suo tedio,
presto s'imbarca per l'isola delle Chimere
e ne riporta soltanto amare lacrime
che assapora, e orribili disperazioni d'un istante,
poi s'imbarca di nuovo.


- Il est brusque et volontaire tant
Qu'en ses courses dans les infinis il arrive,
Navigateur têtu, qu'il va droit à la rive,
Sans plus s'inquiéter que s'il n'existait pas
De l'écueil proche qui met son esquif à bas.

- È talmente deciso e tenace
che nelle sue corse negli infiniti gli accade,
navigatore testardo, d'andar dritto alla riva
senza curarsi affatto che possa esistere
uno scoglio vicino, a infrangere lo scafo.

Mais lui, fait de l'écueil un tremplin et dirige
Sa nage vers le bord. L'y voilà. Le prodige
Serait qu'il n'eût pas fait avidement le tour,
Du matin jusqu'au soir et du soir jusqu'au jour,
Et le tour et le tour encor du promontoire,
Et rien! Pas d'arbres ni d'herbes, pas d'eau pour boire,
La faim, la soif, et les yeux brûlés du soleil,
Et nul vestige humain, et pas un cœur pareil!

Anzi, fa dello scoglio un trampolino e a nuoto
a riva si dirige. Eccolo là. Il prodigio sarebbe
se non avesse fatto avidamente il giro
dal mattino alla sera e dalla sera al mattino,
e il giro e il giro ancora del promontorio.
E niente! Non alberi né erbe, né acqua da bere,
la fame, la sete, e gli occhi bruciati dal sole,
nessuna traccia umana, e non un cuore simile!

Non pas à lui, - jamais il n'aura son semblable -
Mais un cœur d'homme, un cœur vivant, un cœur palpable,
Fût-il faux, fût-il lâche, un cœur! quoi, pas un cœur!
Il attendra, sans rien perdre de sa vigueur
Que la fièvre soutient et l'amour encourage,
Qu'un bateau montre un bout de mât dans ce parage,
Et fera des signaux qui seront aperçus,
Tel il raisonne. Et puis fiez-vous là-dessus! -
Un jour il restera non vu, l'étrange apôtre.
Mais que lui fait la mort, sinon celle d'un autre?
Ah, ses morts! Ah, ses morts, mais il est plus mort qu'eux!
Quelque fibre toujours de son esprit fougueux
Vit dans leur fosse et puise une tristesse douce;
Il les aime comme un oiseau son nid de mousse;
Leur mémoire est son cher oreiller, il y dort,
Il rêve d'eux, les voit, cause avec et n'en sort
Plein d'eux que pour encor quelque effrayante affaire.
J'ai la fureur d'aimer. Qu'y faire? Ah, laisser faire!

Non al suo, - mai ne avrà uno somigliante, -
ma un cuore d'uomo, un cuore vivo, palpabile,
seppure falso, seppure vile, un cuore! come, non un cuore!
Resterà in attesa, senza perdere nulla della sua forza
che la febbre sostiene e l'amore incoraggia,
che un battello mostri la cima dell'albero da queste parti,
e farà dei segnali che saranno visti:
così ragiona. E poi fidatevi!
un giorno si fermerà non visto, lo strano apostolo.
Ma che gli fa la morte, se non quella d'un altro?
Ah, i suoi morti! Ah, i suoi morti, ma è più morto di loro!
Ancora qualche fibra del suo spirito focoso
vive nella loro fossa, vi attinge una dolce tristezza;
li ama come un uccello il suo nido di muschio;
la loro memoria è il suo caro cuscino, vi dorme,
di loro sogna, li vede, ci parla e se ne va,
pieno di loro, solo per un nuovo spaventoso affare.
Ho il furore d'amare. Che farci? Ah, lasciar fare!


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