Da: Amour [1888]
LUCIEN LÉTINOIS
Lucien Létinois da studente
IV J'ai
la fureur d'aimer. Mon cœur si faible est fou.
|
IV Ho il furore
d'amare. Il mio debole cuore è pazzo.
|
- Il est brusque et volontaire tant Qu'en ses courses dans les infinis il arrive, Navigateur têtu, qu'il va droit à la rive, Sans plus s'inquiéter que s'il n'existait pas De l'écueil proche qui met son esquif à bas. |
- È talmente deciso e tenace che nelle sue corse negli infiniti gli accade, navigatore testardo, d'andar dritto alla riva senza curarsi affatto che possa esistere uno scoglio vicino, a infrangere lo scafo. |
Mais lui, fait de l'écueil un tremplin et dirige Sa nage vers le bord. L'y voilà. Le prodige Serait qu'il n'eût pas fait avidement le tour, Du matin jusqu'au soir et du soir jusqu'au jour, Et le tour et le tour encor du promontoire, Et rien! Pas d'arbres ni d'herbes, pas d'eau pour boire, La faim, la soif, et les yeux brûlés du soleil, Et nul vestige humain, et pas un cœur pareil! |
Anzi, fa dello scoglio un trampolino e a nuoto a riva si dirige. Eccolo là. Il prodigio sarebbe se non avesse fatto avidamente il giro dal mattino alla sera e dalla sera al mattino, e il giro e il giro ancora del promontorio. E niente! Non alberi né erbe, né acqua da bere, la fame, la sete, e gli occhi bruciati dal sole, nessuna traccia umana, e non un cuore simile! |
Non pas à lui, - jamais il n'aura son semblable - Mais un cœur d'homme, un cœur vivant, un cœur palpable, Fût-il faux, fût-il lâche, un cœur! quoi, pas un cœur! Il attendra, sans rien perdre de sa vigueur Que la fièvre soutient et l'amour encourage, Qu'un bateau montre un bout de mât dans ce parage, Et fera des signaux qui seront aperçus, Tel il raisonne. Et puis fiez-vous là-dessus! - Un jour il restera non vu, l'étrange apôtre. Mais que lui fait la mort, sinon celle d'un autre? Ah, ses morts! Ah, ses morts, mais il est plus mort qu'eux! Quelque fibre toujours de son esprit fougueux Vit dans leur fosse et puise une tristesse douce; Il les aime comme un oiseau son nid de mousse; Leur mémoire est son cher oreiller, il y dort, Il rêve d'eux, les voit, cause avec et n'en sort Plein d'eux que pour encor quelque effrayante affaire. J'ai la fureur d'aimer. Qu'y faire? Ah, laisser faire! |
Non al suo, - mai ne avrà uno somigliante, - ma un cuore d'uomo, un cuore vivo, palpabile, seppure falso, seppure vile, un cuore! come, non un cuore! Resterà in attesa, senza perdere nulla della sua forza che la febbre sostiene e l'amore incoraggia, che un battello mostri la cima dell'albero da queste parti, e farà dei segnali che saranno visti: così ragiona. E poi fidatevi! un giorno si fermerà non visto, lo strano apostolo. Ma che gli fa la morte, se non quella d'un altro? Ah, i suoi morti! Ah, i suoi morti, ma è più morto di loro! Ancora qualche fibra del suo spirito focoso vive nella loro fossa, vi attinge una dolce tristezza; li ama come un uccello il suo nido di muschio; la loro memoria è il suo caro cuscino, vi dorme, di loro sogna, li vede, ci parla e se ne va, pieno di loro, solo per un nuovo spaventoso affare. Ho il furore d'amare. Che farci? Ah, lasciar fare! |
L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
Ripubblicazione
consentita previo permesso dell'autore: scrivere
per accordi.
[Torna alle poesie omosessuali di Verlaine]
[Torna all'indice dei testi originari] [Vai alla pagina di biografie di gay nella storia] [Vai all'indice dei saggi di storia gay]