Da: "La nuova stampa" [25 aprile
1954] [1]
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Questa diavoleria
del cambiar sesso
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Roma, aprile |
Intorno ai secoli XVI e
XVII alcune grandi case di commercio presero l'uso di farsi mandare dai
loro rappresentanti nelle varie città d'Europa, oltre alle solite
informazioni di carattere commerciale e monetario, anche notizie di tutt'altro
genere, politiche, sociali, di costume, descrizione di cerimonie, condanne
a morte di illustri personaggi, operazioni di guerra, avventure di mare,
fatti strani e curiosi.
La casa dei banchieri Fugger
di Augsburg raccolse in questa maniera nella sua biblioteca ventisei
grossissimi fascicoli di manoscritti per circa 35.000 pagine; di questo
enorme materiale è stata pubblicata tempo fa in Germania una piccola
scelta (Fugger-Zeirungen,
Ungedruckte Briefe an das Haus Fugger aus den Jahren 1568-1605,
Rikola Verlag, 1923, Vienna-Lipsia-Monaco) dalla quale tolgo la notiziola
seguente, collocata sotto il titolo «Un
lanzichenecco partorisce una bambina» e datata da Piadena (Cremona),
26 maggio 1601. |
«Uno strano caso
è capitato al soldato Daniele Burghammer che serve nell'illustre
reggimento Madrucci di stanza a Piadena, Italia, e appartiene alla compagnia
comandata dal capitano Burckhard Layman. Il detto soldato una sera, poco
dopo essersi coricato, disse alla moglie, che ha sposato regolarmente in
chiesa sette anni fa, che gli faceva molto male il ventre e si sentiva
qualcosa dentro. Dopo un'oretta mise al mondo una fanciullina.
La moglie è corsa
subito a raccontare la storia al capitano. Il soldato è stato esaminato
e interrogato. Egli ha dichiarato subito di essere mezzo uomo e mezzo donna
e di aver fatto servizio come soldato e combattuto per più di sette
anni in Ungheria e in Olanda; e ha provato questo mostrando le sue carte.
Quando nacque fu battezzato come maschietto e chiamato Daniele. Prima di
andar soldato aveva imparato il mestiere del fabbro, che esercita tuttora
insieme alla professione di soldato. Continuando ha dichiarato di avere
dormito una sola volta in Olanda con uno spagnolo, e di essersi trovato
incinto in seguito a questo fatto. Della faccenda non ha mai detto niente
a nessuno, nemmeno alla moglie con cui convive maritalmente da sette anni.
Udito questo il capitano
ne ha informato le autorità ecclesiastiche che hanno fatto raccogliere
la testimonianza da un notaio. Dopo di che hanno disposto che la bambina
fosse battezzata. Le fu imposto il nome di Elisabetta, e ha avuto come
padrino il signor Reitner, alfiere di Weingarten, e come madrine alcune
signore della nobiltà. La cerimonia si svolse con gli onori militari,
con tamburi e pifferi e trombe.
Numerosi signori e signore
della nobiltà e una schiera di 500 soldati hanno accompagnato la
bambina al battesimo e l'hanno riaccompagnata a casa.
La bambina può
essere allattata alla mammella destra del soldato, non a quella della parte
sinistra ove egli è uomo (wo
er seine Mannheit hat). Il padre e la figlia stanno bene e la bambina
è così bella che alcune città hanno sollecitato l'onore
di adottarla.
Tutto questo è
stato narrato e descritto in un documento di notaio. In Italia si considera
la cosa come un grande miracolo e se ne parla dappertutto.
La Chiesa tuttavia ha
stabilito di annullare il matrimonio fra il soldato e la moglie».
|
Il
minuzioso cronista ha dimenticato una cosa sola; non ci ha detto se il
soldato-madre abbia avuto figli dalla moglie.
Come si vede, questa faccenda
di cambiar sesso, di uomo diventar donna o, più raramente, di donna
trasmutarsi in uomo, non è una diavoleria moderna, anche se i progressi
della chirurgia e la scoperta, o l'invenzione [2],
degli ormoni maschili e femminili possa rendere più frequente che
nell'antichità questo passaggio.
Tuttavia, fenomeno più
importante di queste alterazioni più o meno fisiologiche (nella
maggior parte dei casi, come hanno ammesso apertamente i chirurghi danesi
a proposito della Cristina
Jorgensen, ci si limita ad amputare l'individuo dei più
evidenti attributi maschili senza per questo poterlo dotare di un intiero
corredo, per dire, di attributi femminili; e rimane un uomo con le sottane
e la parrucca lontanissimo dall'esser donna com'era prima), fenomeno più
importante mi sembrano gli scambi di sesso di natura psicologica e morale
di cui abbiamo veramente molti, anzi troppi, esempi in questa nostra epoca.
Anzi, non tanto di scambio
di sesso si tratta, quanto di alterazione e di attenuazione delle qualità
tradizionalmente proprie a ciascun sesso, per cui ci pare aumenti sempre
più il numero degli uomini effeminati e delle donne mascolinizzate,
e ci è talvolta difficile capire di primo acchito a quale sesso
appartenga la persona che ci passa accanto, discrimen obscurum, solutis
crinibus, ambiguoque vultu.[3]. |
Questo
non ve lo traduco; ma certo è esperienza di tutti che in certe classi
sociali (borghesi ricchi o arricchiti, nobiltà e aristocrazia, gente
dello sport del teatro e del cinema, intellettuali e simili [4])
danno sempre più nell'occhio certi giovani o giovani antichi (come
chiamano i bolognesi, zòuven antig, di uomini maturi che
non disarmano) che hanno movenze fragili e delicate, usano ciprie e cosmetici,
curano i lunghi capelli e se li arricciolano sul collo, si lucidano unghie,
si depilano, passano lunghe ore nei negozi di mode, dal parrucchiere, dal
massaggiatore, e magari si metton sul viso per la notte une masque de
beauté.[5].
E intendiamoci, per i più
di costoro la loro effeminatezza si ferma qui, sono o saranno domani
mariti e padri; ma riempiono la vita di quella vanità di gesti,
di quella cura meticolosa della persona, di quel terrore di una ruga o
di un capello bianco, che finora parevano peculiarità delle oziose
donnine. Certo è che in alcune città, nei quartieri del centro,
i negozi di abbigliamento maschile sembrano già superare per numero
e per sontuosità quelli dedicati alle donne. |
D'altro canto è quotidiano
spettacolo quello di ragazze che guidano pericolosamente grossissime automobili
o motociclette, camminano a lunghi passi, fumano continuamente, spesso
tabacchi di qualità ordinaria di cui menano vanto, vogliono il fiasco
in tavola e tracannano cocktails e whisky con maggiore sicurezza
e resistenza degli uomini, parlano un linguaggio sguaiato che se non fa
arrossire quei languidi giovinotti di cui sopra mette veramente in imbarazzo
uomini austeri come me e voi.
Sembrano seccate che la
natura le abbia provvedute di certi doni negati gli uomini; maltrattano
le chiome, le scorciano, le fanno ruvide e aspre, dopo secoli e secoli
che le donne hanno fatto di quell'adornamento la loro più grata
seduzione.
Si servono del trucco -
quelle che si truccano ancora - non più per raddolcire il viso,
ma piuttosto per sottolinearne brutalmente certi tratti, farli più
duri o più contrastanti. Da noi queste cavallone non osano ancora
atrofizzarsi il petto, come le americane venti o trent'anni fa; ma vi danno
assai poca importanza, se non abbia così madornale esuberanza che
garantisca una scrittura cinematografica e incanti le folle; e se càpita
loro di mostrarlo, bello o brutto che sia, non se ne dànno per intese,
non per civetteria o desiderio di piacere, ma veramente perché par
loro che quella roba non susciti particolare interesse. Anzi molte giovanissime
fanno palesemente uso di petti falsi [6],
recentemente importati dall'America. E, cosa a notarsi particolarmente,
molte di queste ragazze sono alte ed altissime; la statura media delle
donne è aumentata di molto da noi nel corso di una generazione. |
Un ultimo fenomeno ci par
da elencare, ed è questo.
Da un lato si nota presso
i giovani cittadini un'esasperata ricerca di varietà di colori di
stranezze nel vestito; e dall'altro canto presso le donne sembra diffondersi
il gusto dell'uniformità, portano, le più raffinate, la mattina
e il pomeriggio, vestiti sobri di colori e di taglio, più o meno
uguali per tutte.
Questa evoluzione, o degenerazione
che sia, questo attenuarsi dei contrasti fondamentali e tradizionali fra
l'uomo e la donna, fra il maschio e la femmina, non credo sia conseguenza
della parità dei diritti civili e politici concessa alle donne,
e del conseguente fatto che godono ormai libero accesso a tutte o quasi
tutte le professioni dell'uomo. Da una generazione soltanto le inglesi
hanno il voto, ma da almeno un secolo hanno assunto nella loro grande maggioranza
quell'aspetto di viragini legnose e asessuali che sbalordiva i nostri nonni,
ancora orgogliosamente in possesso di donne tutte curve, tutte ciccia,
tutte debolezza e lacrime e docilità. Ma certamente il cambiamento
si deve al mutato modo della vita sociale, ai ritrovati meccanici, allo
sport.
D'altro canto mi sembra
fatale che i caratteri che distinguono un sesso dall'altro debbano indebolirsi,
e finire col non essere più evidenti, quando le faccende amorose,
come avviene, cominciano a perdere quell'aspetto furioso, di preda, di
conquista, di lotta, che hanno avuto finora da noi, e che perdura ancora
in certe province meridionali [7].
Non so se sia soltanto una mia impressione di uomo maturo, ma mi sembra
che i giovani oggi facciano assai meno all'amore di quelli della generazione
precedente; e ce ne son troppi - so che incedo per ignes [8]
- che
quei po' d'amore di cui sono capaci lo riversano sui loro compagni di sesso;
e questo vale più per i maschi che per le femmine.
Mi pare caratteristico a
questo proposito che in una bella intelligente novella d'una giovanissima
scrittrice, Simona Mastrocinque, pubblicata da Paragone
(num. di dicembre 1953) [9],
si narra la storia di una ragazza
che perde l'amore del fidanzato smarritosi dietro ad un certo Franco. |
Eccoci tornati al punto
di partenza. Più che quelle metamorfosi raccolte dalle cronache
contemporanee, di Roberti
che diventano Roberte, di Giorgi
che diventano Cristine.[10],
mi sembra ci sia da darsi pensiero di questi casi infinitamente più
numerosi di ermafroditismo sterile e di attrazioni sbagliate, anche se
limitati finora a determinate classi sociali e più evidenti in altri
paesi che da noi.
Se non fosse che il genere
umano è verisimilmente ancora agli inizi della sua naturale evoluzione,
e gli ci vorranno centinaia di secoli per giungere alla rigida immutabile
perfezione degli istinti che assicura una ben regolata vita sociale alle
tèrmiti, alle formiche, alle api, si potrebbe credere che stia già
formandosi nella umanità il terzo sesso sterile e amorfo che esiste
presso quelle speci di tanto più antiche della nostra, che non partecipa
alla riproduzione né attivamente né passivamente (se possa
essere chiamato attivo il brevissimo trepido e mortale attuccio del fuco,
a cagion d'esempio, e passivo l'assiduo faticoso quotidiano lavoro di spremere
e deporre uova della sola femmina della comunità, l'ape regina.
O ape madre, come vogliono si dica dopo il plebiscito del 1946 i
repubblicani più ortodossi) [11]. |
Paolo Monelli |
L'autore ringrazia fin
d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su
persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
|
Note
[1]
I testo viene dal sito dell'archivio
storico de "La Stampa".
Ho corretto il testo dagli
errori di scansione, ed aggiunto qualche "acapo" e qualche segno d'interpunzione.
[2]
L'interesse di questo brano risiede nell'ottica caparbiamente codina
del suo autore, ormai talmente "fuori sincrono" con il mondo in cui vive
da sospettare che perfino gli ormoni siano non uno strumento usato dalla
Natura, bensì una "invenzione" della tecnologia per complicare
la buona e semplice sessualità d'una volta.
Monelli non si fa nessuna
remora nel rimpiangere apertamente la donna-schiava del bel
tempo andato, nel quale i maschi erano maschi, le femmine femmine, e non
esistevano transessuali che cambiavano sesso, od omosessuali che scheccavano
per ogni dove.
E in cui le donne erano
"tutte debolezza e lacrime e docilità", "possedute"
(dice proprio così!) dai loro mariti.
L'articolo può essere
insomma riassunto con un: "Quando c'era Lui, cara lei...".
[3]
"Distinguerlo sarebbe difficile, con i capelli
sciolti e il volto ambiguo che ha". Orazio,
Odi, II 5, 21.
[4]
L'accusa di "degenerazione" rivolta alle classi dominanti
in quegli anni fu tipica dei comunisti, tuttavia
prima che loro era già stata tipica degli esponenti delle destre
nazi-fasciste, che polemicamente si presentavano come i "rigeneratori"
della nazione, rovinata dalle mani delle vecchie elites "degenerate".
[5]
"Una maschera di bellezza".
[6]
Sta parlando non di protesi marziane, ma dei banalissimi
reggiseno...
[7]
In altre parole, il vero amore eterosessuale è
caratterizzato da elementi di "furia", "predazione" e "lotta"
che nel XX secolo permanevano ormai solo nelle zone d'Italia più
patriarcali ed arretrate.
Con ideali come questi per
la testa, c'è da stupirsi che l'eterosessualità non si sia
estinta, in quegli anni...
[8]
"Che qui sto camminando in mezzo alle fiamme", cioè, mi sto
muovendo su un terreno minato.
[9].Simona
Mastrocinque (1927-2012). Non ho rintracciato il titolo del racconto
a cui si allude qui.
[10]
Allusione
ai primi casi di cambio di sesso, ampiamente pubblicizzati sulla stampa
di allora, di Roberta Cowell e di Cristine Jorgensen.
[11]
La gratuita frecciata monarchica
finale rivela, nel caso ce ne fosse stato bisogno, da quale lato pendessero
le simpatie politiche dell'autore... |