Il torbido processo
a Torino [21-22/3/1953] [1]
Si
scaglia sull'omicida la madre della vittima.
Martedì
verranno ascoltate le registrazioni delle dichiarazioni dei due "amanti"
al centro Psicologico
Torino, 21
Marzo
Stamane
si è svolta la seconda udienza del processo a carico di Giovanni
Marinelli che il 26 Aprile 1951 uccise in via Statuto con due colpi
di rivoltella per morbosa gelosia lo studente ventenne Antonio Versino.
Sono stati ascoltati il prof. Valentini, insegnante di chimica Organica
e il medico legale Dott. Pontrelli.[2].
Il primo
si adoperò per staccare il giovane da Marinelli promettendogli
un impiego e riuscendo nel suo intento. Allora il Marinelli ebbe un colloquio
violento con il teste e la domenica precedente il delitto gli telefonò
per dirgli che l'odiava.
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"I nuovi
fusti". Coppia omosessuale languidamente ritratta dal settimanale di destra
"Il Borghese", 20 ottobre 1960. Archivio Stefano
Bolognini.
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Il prof. Pontrelli
è il perito che nel 1950 venne incaricato dal presidente del Tribunale
dei minorenni di esaminare il Versino la cui famiglia aveva denunciato
il Marinelli per ratto
di minorenne.[3].
Il professore
aveva riscontrato che il giovane era insincero e legato da morbosa
passione per il Marinelli. Aveva poi passato la pratica al centro di
psicologia, dove il Marinelli e il Versino avevano fatto delle dichiarazioni
che furono segretamente registrate su dischi.
Il presidente
ha ordinato che questi dischi siano prodotti in udienza. Saranno quindi
ascoltati martedì mattina.
Si sa che
da quei dischi risulta che il Versino confessava, sia pure a malincuore,
di essere un omosessuale.
Il Marinelli
invece, più esperto, negava tale circostanza attribuendo alla sua
amicizia un significato puramente spirituale.
......
Al termine
dell'udienza la madre della vittima, che si è costituita parte civile,
si è gettata sull'assassino che veniva portato via dai carabinieri
e l'ha colpito con la borsetta.
I carabinieri
hanno subito provveduto ad allontanarla. |
L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Anonimo, Il torbido processo a Torino, "Milano Sera", sabato 21/22
marzo 1953.
La divisione
in paragrafi e l'aggiunta di neretti e acapo è mia. Ringrazio
Stefano
Bolognini che ha scoperto questo documento e me l'ha inviato.
Sulla Torino
degli anni Cinquanta si veda Carmelo
Camilleri, Polizia in azione. Incursione nel mondo che ho combattuto,
Ordine pubblico, Roma sd [ma 1958].
Su questo delitto
si veda: Stefano
Bolognini, "Delitto di Piazza Statuto", "Wikipink".
[2]
La tragedia di questo fatto di cronaca nera, uno a caso fra mille, va letta
fra le righe. Perché se non credo che nessuno arrivi a giustificare
un omicidio, dall'articolo emerge come tutti (famiglia, autorità,
scuola...) complottarono per impedire ai protagonisti di amarsi.
Veri e propri
reati furono commessi, come registrare senza mandato un colloquio
medico all'insaputa dell'interessato, e nessuno qui pare preoccuparsene.
Non giustifico
l'atto dell'imputato. Ma sono certo che la persecuzione a cui fu
sottoposto non lo aiutò certo ad acquistare un equilibrio mentale
migliore.
Incidentalmente,
allora i soli casi di coppie omosessuali che finivano sui giornali
erano questi "torbidi", conclusi con un delitto (e si notino le sprezzanti
virgolette alla parola "amanti"): è facile immaginare quanto fosse
difficile avere modelli di relazione omosessuale positivi allora,
se si pensa a quanto sia difficile averne anche oggi...
[3]
La maggiore età all'epoca era a 21 anni. |