Scandalo in un
convitto maschile [20/11/1902] [1].
Scandalo in un convitto maschile
Conflitto fra il ministro della Pub.<blica> Istruzione ed un Consiglio scolastico.
Scrivono da Vicenza, 18 al <">Resto del Carlino<":>
Qualche
mese fa trapelava fra il pubblico la notizia di turpitudini
innominabili che un istitutore del frequentatissimo collegio maschile
del cav. <Luigi> Vinanti a Bassano avrebbe tentato di commettere su alcuni convittori.
In seguito ai risultati di un'inchiesta ordinata dal provveditore degli studi Paolo Lioy,
il nostro Consiglio scolastico deliberava la censura al cav. Vinanti,
proprietario e direttore del collegio, e la chiusura dello stesso.
Invece il Ministero
propose al Consiglio scolastico che il Convitto avesse a rimanere
aperto sotto speciali e determinate garanzie. La proposta fu pienamente
accolta e la questione sembrava finita.
Ma in questi dì il
Ministero ordinò per suo conto un'altra inchiesta, in seguito alla
quale il ministro autorizzò il Vinanti a riaprire il collegio nelle
condizioni primitive.
Per ciò
ieri il nostro Consiglio scolastico, su proposta di Antonio
Fogazzaro.[2]
e Almerico da
Schio, considerata oltraggiata dal ministro la dignità del
consesso, diede le sue dimissioni.
Il processo
contro il turpe istitutore causa detto [3].scandalo
e del conflitto, avrà luogo al Tribunale di Bassano il 4 dicembre.
-----
In aggiunta a quanto viene pubblicato dal <">Resto del Carlino<">, troviamo nel <">Berico<"> di Vicenza che la prima inchiesta, ordinata dal Consiglio Scolastico, fu fatta dal Prof. Capetti
Preside del Liceo; che i risultati furono così gravi da infliggere la
censura al direttore Cav. Vinanti e ordinare la chiusura del Collegio a
esami finiti.
Sen<n>onché
più tardi il Sindaco di Bassano chiese al Ministero di revocare la
deliberazione del Consiglio provinciale Scolastico circa la chiusura
dell'Istituto<,> ponendo a garanzia dell'avvenire queste
condizioni:
il Cav.
Vinanti non rimarrà che semplice proprietario-economo e in di lui vece
verrà nominato un direttore il quale, come tutto il personale
insegnante, sarà indipendente dal Vinanti stesso, al quale è mantenuta
la censura pronunciata al di lui carico dal Consiglio Provinciale
Scolastico, cosicché la vertenza sembrava definitivamente chiusa.
Quand'ecco
giunge un telegramma del Ministero il quale annunzia che un incaricato
di sua fiducia sarà inviato sul luogo per una nuova inchiesta.
L'incaricato
ministeriale viene e... non trova da fare osservazione alcuna, cosicché
il Ministero con una eccezionale sollecitudine revoca la deliberazione
precedente e dà facoltà al Vinanti di aprire il suo Convitto alle
condizioni del passato.
Da ciò le
dimissioni del Consiglio Scolastico di Vicenza, deliberate a unanimità
dopo aver protestato contro l'incoerenza e la soperchieria del Governo,
nonché contro le intromissioni di influenze parlamentari.
Si capisce che qui non si tratta di un collegio clericale.[4].
|
L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su
persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1] Anonimo, Scandalo in un convitto maschile, in "Il cittadino di Brescia", anno XXV, n. 268, 20 novembre 1902, p. 1.
Ringrazio Stefano Bolognini,
che ha trovato, scansito e inviato il testo. Ho aggiunto qualche minimo
ritocco e integrazione <fra parentesi uncinate>, oltre a qualche
"acapo" per migliorare la leggibilità online.
Enrico Oliari ha dedicato un capitolo di un libro, L'omo delinquente, ("Bassano, 1902: Antonio Fogazzaro e l'"affare" del collegio Vinanti") allo studio di questo scandalo.
[2] È il noto scrittore, originario di Vicenza.
[3] Refuso per "dello".
[4]
Vuol insinuare che se il collegio Vinanti fosse
stato gestito da preti, allora il consiglio scolastico (di simpatie politiche
clericali) non avrebbe protestato.
Come si vede facilmente, questo
scandalo si inserisce nella lotta fra la Chiesa cattolica, che ambiva a
conservare il monopolio dell'educazione dei bambini, e lo Stato
italiano, che giustamente intendeva gestirla in proprio.
Lo scandalo viene quindi gestito in modo assolutamente politico,
con manovre e contro-manovre dei partiti clericali e anticlericali,
allo scopo o di esautorare il proprietario (laico ed anticlericale)
dalla gestione del collegio, o di mantenerlo al suo posto come se nulla
fosse successo.
In questa vicenda, ciò che interessa di meno ad entrambi i partiti sono i bambini violentati dall'istitutore, non sufficientemente sorvegliato dall'alto. |