Perché Wilde ritirò
la sua querela [1895] [1].
Il telegrafo ci ha informato
circa il modo in cui si chiuse il processo intentato da<l> poeta Oscar
Wilde al marchese di Quee<n>sberry, processo su cui non abbiamo troppo
insistito in causa della scabrosità che presentava.
È peraltro degna
di nota la lettera con cui Wilde dichiarò ritirare la querela aperta
contro il marchese. Eccola:
"Mi riesciva impossibile
dare prove del mio asserto senza far interrogare lord Alfredo Douglas (figlio
del marchese) come teste contro suo padre. Lord Alfredo Douglas era desideroso
di servirmi di teste, ma io nol volli. Piuttosto che porlo in una situazione
cotanto penosa, decisi di ritirarmi affatto e di sopportare io stesso tutte
le vergogne e le ignominie che possono risultare da questo disegno".
Inutile dire che il pubblico
non crede affatto a tale pretesto: non è per altro affatto impossibile
che il processo intentato ora contro il Wilde non possa provarlo, almeno
in parte, innocente.
La legislazione inglese è
assai severa per il delitto di cui viene incolpato Oscar Wilde. Il maximum
è di 20 anni di lavori forzati. |
L'autore ringrazia fin d'ora
chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone,
luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Il testo è quello dell'articolo non firmato: Perché Wilde
ritirò la sua querela, ''La Stampa'', 8 aprile 1895 (n. 98),
p. 2, online sull'archivio storico
de "La Stampa".
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