Da: Relazione della
navigazione e scoperta che fece [1540] [1]
/p. 652/ Gli è detto che sono distanti da Cevola.[2].dieci
giornate, e che vi sono delli cristiani che a quelli signori fanno guerra.
Della sodomia che esercitano
quegli Indiani, con quattro giovani a tal servigio dedicati, quali portano
abito muliebre. (...)
Gli richiesi poi che mi
dicessero <a> quante giornate <di viaggio> era quel
regno di Cevola che dicevano lungi da quel fiume, e quell'uomo rispose
che ci era uno spazio di dieci giornate senza abitazione, e che da lì
avanti egli non ne faceva stima, perché vi si trovavano gente.
(...)
Quivi
mi mostrò il vecchio per cosa maravigliosa un suo figliuolo vestito
in abito di donna, esercitando il suo officio
[che svolgeva occupazioni da donna].
Io gli domandai quanti
ve ne era di quei tali fra loro, e dissemi ch'erano quattro, e che
quando qualcuno di essi moriva, si faceva descrizione
[l'elenco] di tutte le donne gravide che erano nella terra, e che la
prima di esse che partoriva maschio, era deputato [destinato] a
dover far quell'esercizio muliebre, e le donne lo vestivano dell'abito
loro, dicendo che, poiché aveva da far quel che dovevano far esse,
si pigliasse quel vestimento [vestito].
Questi tali non possono
aver commercio carnale
[rapporti sessuali] con donna alcuna, ma sì ben con essi tutti
i giovani della terra che sono da maritarsi; costoro non ricevono cosa
veruna per questo atto meretricale [da prostitute]
da quei del luogo,
percioché [dato che] hanno libertà di pigliar ciò
che trovano in ciascuna casa per bisogno del viver loro.[3].
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Note
[1] Per quanto m'è dato sapere, di questo testo è sopravvissuta unicamente la traduzione italiana antica edita da Giovanni Battista Ramusio (1485-1557) e messa online dal Progetto Manuzio: Relazione della navigazione e scoperta che fece il capitano Fernando Alarcone. In: Giovanni Battista Ramusio, Navigazioni e viaggi, Einaudi, Torino 1985, vol. 6, pp. 631-659.
(Se il testo spagnolo esistesse ancora, sarei grato a chi me ne segnalasse i dati bibliografici).
[2] Regno semi-mitico situato al confine tra Messico e California.
[3] Il racconto di Alarcón va preso con prudenza, dato che egli è l'unico a descrivere l'assunzione del ruolo del "berdache" come imposto dall'esterno. Ciononostante si intravede nella sua descrizione un'avanzata istituzionalizzazione del comportamento omosessuale, sfruttato per dare sfogo sessuale ai giovani scapoli senza il pericolo che seducessero donne.
In fondo, nel Sud Italia è andata così fino a soli pochissimi decenni fa. |