Da: Storia antica del Messico
[1781] [1].
/p. 195/ Finalmente
tralasciando molti altri spropositi del Sig. de Pa<u>w contro gli Americani
per non istancar la pazienza dei Lettori, non posso dissirnulare l'atroce
ingiuria, che lor fa in materia di costumi. Quattro sono i principali vizi,
di cui infama tutti gli Americani, la Ghiottornìa, l'Ubriachezza
, l'Ingratitudine, e la Pederastìa, ovvero Sodomia. (...)
/p. 198/ Ma
in niun altra cosa di quante pubblicò il Sig. de P.<auw>[2]
contra gli Americani è loro tanto ingiurioso, quanto nell'affermare,
che la Pederastia era in gran voga nelle isole, nel Perù, e nel
Messico, e in tutto il nuovo Continente.(S).
Io non so, come dopo aver
pubblicata una si atroce calunnia, bastò l'animo al Sig. de P. per
dire come dice nella sua risposta a Don Pernery, che tutta la sua opera
delle Ricerche Filosofiche respira umanità.
È forse umanità
l'infamare
a torto tutte le Nazioni del nuovo Mondo d'un vizio tant'enorme, e
tanto obbrobrioso alla Natura? È umanità lo sdegnar/p.
199/si, che egli fa contro
l'inca Garcilasso, perché difende i Peruani da una tal imputazione?
Ancorché vi fossero
de' gravi [seri] Autori, che ne attribuissero quel delitto a tutti
i Popoli d'America, essendo, come in fatti vi sono, molti Autori pur gravi
[anch'essi seri], che affermano tutto il contrario, doveva il Sig.
de Pa<u>w giusta [secondo] le leggi dell'umanità astenersi
da una si grave accusa.
|
Frontespizio dell'opera.
|
Quanto più non dovrà
astenersene non essendovi veruno scrittore autorevole, su la cui testimonianza
possa egli appoggiare una sì universale asserzione. Troverà
egli bensì alcuni Autori, come il Conquistatore
Anonimo, Gomara, ed Herrera,
che hanno incolpato di tal vizio alcuni Americani, o al più qualche
Popolo d'America, ma dove mai trovare uno Storico riguardevole, che abbia
osato dire, che la Pederastia era in gran voga nelle Isole, nel Perù,
nel Messico, e in tutto il nuovo Continente?
Anzi tutti gli Storici del
Messico dicono ad una voce, che tal vizio era sommamente abbominato da
quelle Nazioni, e fanno menzione delle terribili pene prescritte dalle
lor leggi centra esso, siccome può vedersi nelle opere di Gomara,
d'Herrera, di Torquemada, di Betancurt,
e d'altri.
Mons.
de las Casas testificò in un suo scritto presentato a Carlo
V. nel 1542., che avendo egli fatte diligenti ricerche nelle Isole Spagnuola,
Cuba, Giamaica, e Portorrico, e nelle Lucaje, trovò, che non vi
fu mai memoria di quel delitto presso quelle Nazioni. Lo stesso afferma
del Perù, di Jucatan, e di tutti i paesi d'America in generale,
se non se in qualche luogo, dove si dice, che ve ne sono alcuni colpevoli;
ma non però, soggiunge, dee incolparsi tutto quel Mondo (T).
Chi /
p. 200/ dunque ha autorizzato
il Sig. de P. per infamare in materia si grave tutto il nuovo Mondo?
Ancorché gli Americani fossero
veramente, come egli crede, uomini senza onore, e senza vergogna, le stese
leggi dell'umanità richiederebbono da lui, che non gli calunniasse.
A tali eccessi lo porta quel ridicolo impegno
d'avvilir l'America, e tali sono le conseguenze della sua scellerata logica,
deducendo spesso, come abbiam già detto, conclusioni universali
da premesse particolari. Se perché i Panuchesi [5],
o altri Popoli americani erano forse infetti da quel vizio, si può
affermare, che la Pederastìa era in gran voga in tutto il nuovo
Mondo, potranno similmente a dritto gli Americani infamare con siffatta
imputazione tutto l'antico Continente, mentre [dato che] la Pederastìa
fu in gran
voga presso alcuni antichi Popoli dell'Asia, e troppo comune presso
i Greci, ed i Romani.
Oltrecchè non si sa che in America
sia presentemente veruna Nazione da quel vizio infetta; laddove sappiamo
per la deposizione di parecchj Autori, che alcuni Popoli Asiatici non hanno
ancor dismessa quell'abbominazione, e che anche in Europa, se mai è
vero ciò che dicono i Signori de Locke, e de P.<auw> è
comune fra que' Turchi, che fanno professione di Santocchierìa,
un altro vizio più esecrabile del medesimo genere, e che in vece
d'essere severamente puniti, sono da quella Nazione tenuti in conto di
Santi, e tutti a gara fanno verso di loro le più gran dimostrazioni
di rispetto e venerazione (U). |
L'autore ringrazia fin
d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su
persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
|
Note
[1]
Il testo è stato copiato da: Francesco Saverio Clavigero, Storia
antica del Messico, Biasini, Cesena 1781, tomo IV, pp. 198-200. Disponibile
online su google books.
L'opera fu pubblicata in
Italia, dove Clavigero s'era rifiugiato dopo l'espulsione dei gesuiti dai
dominii spagnoli, e in lingua italiana: tutti i tentativi di far pubblicare
l'opera nella lingua madre di Clavijero si scontratono contro l'insormontabile
opposizione della censura spagnola.
[2]
La Storia antica del Messico fu scritta per contestare l'atteggiamento
razzista degli studiosi europei nei confronti degli indigeni americani,
in particolare contro Cornelis de Pauw (Corneille de Pauw, 1739-1799) e
il suo Recherches
philosophiques sur les Américains, Decker, Berlin 1768.
(S)
Recherch.<es> Philosoph.<iques> part. I. [Nota di Clavijero].
(T)
"Gli Spagnuoli (parla
Monsig. de las Casas d'alcuni non di tutti) hanno infamati gli Indiani
de' più gran delitti non per altro, che pel temporale loro interesse...
Dappoi che s'accorsero, che la lor ricchezza consisteva nell'impadronirsi
della roba, e delle Persone degli Indiani, gli hanno mille volte infamati,
ed accusati, che essi erano infetti di sodomia; ma tal imputazione è
una gran falsità, e malvagità degli Accusatori; poiché
in tutte le Isole grandi Spagnuola, Cuba, S. Giovanni, e Giamaica, e in
sessanta Isole Lucaje, nelle quali erano de' Popoli assai numerosi, non
vi fu mai memoria di tal vizio, siccome noi ne possiamo rettificare, avendone
fatte de' le ricerche infin da principio. Nemmeno nel Perù, in Jucatan
non si trovò tal vizio, e così generalmente da pertutto,
fuorché in alcuni luoghi, dove si dice, che sono alcuni ec."
Casas nel memoriale Sulla libertà pretesa dal supplice Indiano,
Ragione 6". [Nota di Clavijero].
[5]
Abitanti della provincia
di Pánuco, di etnia azteca.
(U)
Recherch.<es> Philosoph.<iques> part. 4. sect. 4.
[Nota di Clavijero].
|