Dal: Diario
[1777] [1].
.
Los indios "amaricados"
|
Gli "amaricados" indiani.
|
/ p. 105 = p. 164 / Entre las mujeres vi a algunos hombres vestidos corno mujeres, con las cuales van regularmente, no juntándose nunca con los hombres. |
Fra le donne vidi alcuni uomini vestiti come donne, con le quali vivono regolarmente, non unendiosi mai agli uomini. |
El comandante
los llamaba amaricados, tal vez porque los Yuma llaman a
los hombres afeminados marícas.[2]. |
Il comandante
li chiamava amaricados [effeminati,
NdR], forse perché gli Yuma chiamano marícas
gli uomini effeminati.[2]. |
Pregunté qué clase de hombres eran aquéllos, y ellos me respondieron que no eran hombres como el resto, y por esta razón iban vestidos como iban. |
Chiesi che tipo di uomini fossero quelli, e loro mi risposero che non erano uomini come il resto [sic], e per questa ragione andavano vestiti nel modo in cui andavano. |
Inferí yo de esto ser aquellos tales hermafroditas, pero, según más tarde aprendí, eran sodomitas, dedicados a prácticas nefandas. |
Dedussi da questo che quei tali erano ermafroditi; invece, secondo quanto appresi più tardi, erano sodomiti, dediti a pratiche nefande. |
De cuanto llevo dicho concluyo que en materia de continencia es mucho lo que la santa fe y la religión católica tienen que hacer entre estas gentes. |
Da quanto ho detto concludo che nel campo della continenza c'è molto da fare per la Santa Fede e la religione cattolica, fra queste genti. |
|
Tre giovani Yuma fotografati a fine Ottocento. Ovviamente per gli Yuma il contatto coi bianchi fu esiziale: furono decimati, soprattutto (ma non solo) dalle nuove malattie.
|
Per altri testi sull'omosessualità e la sodomia nell'America premoderna, fare clic qui.
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1] Il testo spagnolo (Pedro Font, Font's complete diary of the second Anza expedition [1775-1776]), University of California, Berkeley 1933, p. 105, così come citato da Alberto Cardín, Guerreros, chamanes y travestis. Indicios de homosexualidad entre los exóticos, Tusquets, Barcelona 1984, p. 164.
La traduzione, i neretti, e il titolo aggiunto al brano sono miei.
In questo brano, tratto dal diario, Font sta parlando della spedizione in Arizona e California, e degli indiani Yuma, ivi residenti.
[2] A me risulta che, salvo errori, marica (in spagnolo: frocio) sia un diminutivo di "Maria", (così come in italiano "checca" è diminutivo di Francesca"), e non un termine derivante da una lingua indiana. Semmai il contrario (come nel caso di "bardaje", o bardache").
Del resto qui Font (che aveva per lingua madre il catalano, non il castigliano) parla per sentito dire dal capitano Anza (che guidava la spedizione), non dagli indiani stessi. |