Da: Crónica
Agustina / Cronaca agostiniana [1657] [1]
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Era el Hermano Fr. Baltasar uno de los Coristas virtuosos de más opinión, y assí poco después de professo le embió la obediencia por dotrinante del pueblo de Ancoanco, una legua distante de la ciudad de Chuquiabo.
(...) |
Era
il Confratello Baldassarre uno dei coristi virtuosi più stimati,
cosicché poco dopo la professione di fede fu mandato per obbedienza
a indottrinare il villaggio di Ancoanco, distante una lega dalla
città di Chuquiabo[2].
(…) |
Eran los Indios de aquel pueblo los más viciosos, idólatras, y abominables pecadores del Reino, y tan sucia y descaradamente nefandos, que hazían público blasón de su iniquidad. |
Gli indi di quel villaggio erano i più viziosi, idolatri e abominevoli peccatori del Regno, e così vergognosamente nefandi e lordi che facevano pubblico vanto della propria iniquità. |
Las mugeres como valdías entre ellos, eran tan sin freno lascivas, que brindavan con la torpeza a quantos encontravan. |
Le donne fra loro erano così sfrenatamente lascive che si offrivano turpemente a quanti incontravano. |
A este cenagal de vicios llegó el casto moço como Lot a Sodoma, y viendo los atollados en su cieno, emprendió con zeloso ardimiento sacarlos de su inmundicia, y el fruto que cogió fueron ingratitudes, atrevimientos, blasfemias, con que aquellos pésimos hombres injuriavan a Dios, a su ministro, y a la misma naturaleza. |
In questa sentina di vizi giunse il casto ragazzo come Lot a Sodoma, e vedendoli immersi nel loro fango, cominciò con zelante ardimento a tirarli fuori dall’immondizia, ma colse solo il frutto dell’ingratitudine, della sfacciataggine, della bestemmia, con cui quegli uomini pessimi ingiuriavano Dio, il suo ministro e la natura stessa. |
No aprovechava para reducirlos el buen exemplo de su honestidad, y penitencia, ni las amonestaciones suaves, ni las amenaças espantosas, ni los castigos severos, que con el zelo de un Finees executava en algunos; todos los remedios los empeoravan, porque eran de aquellos pecadores, de quienes dize el Profeta Joel: Tan brutos como el jumento se dexan podrir en las inmundicias de sus vicios. |
Né il
buon esempio della sua onestà e penitenza, né gli ammonimenti
garbati, né le spaventose minacce, né i castighi severi,
che comminava ad alcuni con
lo zelo di Pincas, [Numeri, 25] bastavano
a persuaderli; anzi tutti i rimedi li rendevano peggiori, perché
erano di quella razza di peccatori di cui dice il profeta Gioele:
“Bruti come l'asino si lasciano imputridire nelle sozzure dei propri
vizi” [3]. |
Un sacerdote catechizza una famiglia india.
Disegno di Felipe Guamán [1615].
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Note
[1] Dal sito del dizionario della RAE, sub voce "Sodoma", che ripubblica il testo tratto da: Bernardo de Torres, Crónica Agustina, Imprenta de la Universidad Nacional Mayor de San Marcos, Lima 1974.
La traduzione in italiano, inedita, m'è stata offerta da Salvatore Grillo, che ringrazio.
L'autore, un frate agostiniano, sta raccontando dell'indottrinamento cattolico degli indios andini da parte di un confratello.
[2].Oggi "La Paz".
[3] Non ho trovato questa citazione nel libro di Gioele.
Insomma, gli indios non erano assolutamente d'accordo sulla necessità di abbandonare i loro diletti / delitti "contronatura"...
E considerandone la piacevolezza, come dar loro torto?
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