Epigrammata
/ Epigrammi [sec. XII] [1]
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CXV.
Parvis prodesse quod parvi sunt
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115.
Ai piccoli si addice ciò che è da piccolo.[2].
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Qui vidit
te, Grosphe, duos deprendit in uno,
a retro
puerum videt, ab ante, virum. |
Chi ti ha visto,
Grosfo, prende due in uno:
da dietro ti
vede ragazzino, da davanti uomo. |
Si
ludis, puer es; da posteriora, probatur,
ludum defendis;
vertere, liber eris. |
Se
giochi [3],
sei ragazzino: da' il posteriore, è noto,
reggi
il gioco; ma come ti volti, eccoti maschio. |
CXXI.
In vitio non permanendum.
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121.
Non bisogna incancrenirsi nel vizio.
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Unice
vive puer, lætus cantabat Adonis,
nunc quoque
cantat adhuc, unice vive puer. |
"Vivi, fanciullo
unico", cantava lieto Adone,
e ancora adesso
canta: "Vivi, fanciullo unico; |
Non
silet aut siluit tibi nomen amoris apud me,
nomen amare
probans, non silet aut siluit. |
non
tace né tacque in me la parola "Amore" per te".
E dimostrando
d'amare quella parola, non tace né tacque [4]. |
CCIII.
Servos sæpe dominos suos male decipere.
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203.
I servi spesso ingannano malamente i loro padroni.[5].
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Cogitat Ursidius
sibi dote jugare puellam,
ut placeat
domino cogitat Ursidius. |
Ursidio pensa
di legare a sé una ragazza offrendole la dote,
ma bada a che
piaccia al padrone... Ursidio. |
Cogitat
Ursidius hæredem tollere parvum,
ut placeat
domino cogitat Ursidius. |
Ursidio
pensa di prendersi un giovane erede,
ma bada a che
piaccia al padrone... Ursidio. |
Cogitat
Ursidius domino quacunque placere
Virgine
vel puero, quam sapit Ursidius. |
Ursidio
bada sempre a ciò che piace al padrone,
ragazza o ragazzo:
com'è saggio... Ursidio! |
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Ok, lo
confesso, ho barato. Questa miniatura dell'anno 1200 circa rappresenta
infatti non una scena erotica, bensì "Giuseppe che bacia il fratello
Beniamino", cioè una scena biblica. Ma vi aspettavate forse che
all'epoca producessero edizioni di "Sodoma illustrata" solo perché
io le potessi poi usare oggi per illustrare il mio sito?
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CCXXIX.
Amorem cogendo non adquiri.
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229.
Non si acquista l'amore costringendo.
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Torvus et
ore minans te nos, Tite, poscis amare,
invitus
nemo, nemo coactus amat. |
Torvo e minaccioso
in volto, Tito, chiedi di amarci:
nessuno nolente,
nessuno costretto ama. |
Blanditia,
non imperio, vis crescit amoris,
Cæsar
ubi jubeat, cedere nescit amor. |
Con
la dolcezza, non a comando, cresce la forza dell'amore:
lo ordini pure
Cesare, ma l'amore non sa cedere. |
Vacca
quidem taurum, sed et ipsa leæna leonem,
iratos fugiunt,
suscipiunt placidos. |
Invero
la vacca fugge il toro, la stessa leonessa il leone,
se sono irati,
mentre li accolgono se sono tranquilli. |
Dilige
nos omnes, ut ameris ab omnibus unus;
quaerit
amor pariles, dissimiles odium. |
Amaci
tutti, affinché tu solo sia amato da tutti;
l'amore vuole
eguaglianza, l'odio disparità. |
CCXXXIV.
Decipere non esse diligere.
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234.
Ingannare non vuol dire amare.[6].
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<Primus.>
Quod sequeris
pueros, quod amas et amaris ab illis,
nequam non
hominis, simplicis aucupium
est. |
<Primo
interlocutore.>
Il fatto che
vai dietro ai ragazzi, che li ami e ne sei amato,
è infame
caccia
non da uomo, ma da idiota. |
<Alter.>
Prædixi
quod amas, odium si præstat amorem,
si sit amare
gravi ludificare dolo. |
<Secondo
interlocutore.>
Ho detto "che
li ami", ammesso che l'odio venga prima dell'amore,
e che amare
sia prendersi gioco, con inganno insidioso. |
<Primus.>
Tu peccare
doces, peccandi ponis habenas,
a te peccandi
sumitur hora, Tati. |
<Primo
interlocutore.>
Tu insegni
a peccare, sciogli le redini al peccato,
da te si prende
l'occasione di peccare,Tazio. |
<Alter.>
Munere semper
emunt, ut possint crimen inire;
ut factum
celes, munere rursus emunt. |
<Secondo
interlocutore.>
Comprano [7].sempre
con un dono, per poter compiere il misfatto;
poi affinché
tu celi il fatto, di nuovo ti comprano con un dono. |
<Primus.>
Culpa tua
est, quod res et fama laborat eorum;
quod pereunt
censu et nomine, culpa tua est. |
<Primo
interlocutore.>
È colpa
tua [8],
se il loro atto e la mala fama li fa soffrire [9];
è colpa
tua, se perdono il censo e la reputazione. |
<Alter.>
Vulnera
vulneribus addenda laborque labori,
ut vincas
adhibe vulnera vulneribus. |
<Secondo
interlocutore.>
Bisogna aggiungere
ferite alle ferite e sofferenza alla sofferenza:
per farcela,
aggiungi ferite alle ferite! |
<Primus.>
Ut superare
queas tenui pascatur avena;
sic nunquam
ille satur, ut superare queas. |
<Primo
interlocutore.>
Affinché
tu possa vincerlo, sia nutrito con scarsa avena [10],
non sia mai
sazio, affinché tu possa vincerlo. |
<Alter:>
Jam tibi,
chare, tuum tenuis farrago repressit,
et meus
in fortem cessit asellus equum. |
<Secondo
interlocutore.>
Ma oramai,
caro, la scarsa biada ha reso lento il tuo,
mentre il mio
asinello s'è trasformato in un forte cavallo [11]. |
L'autore
ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori
dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
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Note
[1]
Il testo latino da: Godefridus Prior, o Godfrey of Winchester, Epigrammata,
come edito online sul sito The
latin library.
Vedilo anche
in: Thomas Stehling, Medieval latin poems of male love and friendship,
Garland, New York and London 1984, pp. 24-27 (testo latino e traduzione
inglese).
La traduzione
in italiano, inedita, m'è stata offerta da Lorenzo
Gallo, che ringrazio.
Revisione della
traduzione e note sono mie.
[2]
Per un uomo piccolo, al punto che da dietro può essere scambiato
per bambino, ma molto "ben dotato".
Il titolo è
un enigma; letteralmente: "Ai piccoli andare bene quello che sono piccoli",
o "del piccolo". Wright lo traduce correttamente: "Bisogna giovare
ai piccoli, perché sono piccoli", e rende sensatamente il "quod
sunt" (mentre la nostra resa è scorretta, perché presupporrebbe
un "quae sunt" o un "quod est"), dopodiché però
il significato del suo titolo non s'accorda minimamente col senso della
poesia...
Quindi qui
per ora traduciamo a senso, e se qualcuno sa sciogliere l'enigma,
ci scriva.
[3]
Il verbo ludere ha il doppio senso di "giocare" e "aver rapporti
sessuali".
[4].Confesso
di non avere capito il senso di questa composizione: mi sfugge infatti
quale sia il "vizio" del titolo. A meno che sia una critica per il fatto
che Adone "rompe le orecchie" con la sua "fissazione"...
[5].Nel
latino medievale decipere ha anche un doppio senso sessuale, causato
dall'esatta identificazione d'idee che sull'altro versante ha portato "fottere"
o "buggerare" o "fregare" (tutti termini sessuali) a significare "ingannare".
L'implicazione
è che Ursidio "fotte" (metaforicamente) il padrone badando a farlo
"fottere" (fisicamente) con le/i suoi partner, per guadagnarci lui.
[6].Anche
qui "ingannare" = "fottere". Il concetto è: non chiamare amore quel
che è solo inganno/sesso.
La
poesia è composta da distici (coppie di due versi), assai slegati
fra loro ma accomunati dal tema della condanna dell'amore omosessuale.
Visti i continui salti di soggetto e tema, ho concluso che la composizione
è nata come amebea (cioè con un "botta e risposta"
fra due persone, come negli stornelli), nonostante nel testo a stampa non
vi sia traccia di due interlocutori. Li ho pertanto aggiunti io.
[7].Il
soggetto sottinteso è: "i sodomiti".
[8]
Qui ci si rivolge al "Tazio" di prima.
[9]
Qui "loro" sono i ragazzi corrotti dai sodomiti.
[10]."Lui"
è il ragazzo preso di mira: un garzone o un inferiore ricattabile,
per metafora assimilato a una cavalcatura, da affamare per meglio domarla
(e l'idea del "cavalcare" ha un ennesimo doppio senso erotico).
[11]
"Il mio", e "il tuo", possono essere i garzoni, l'uno affamato e reso smunto,
l'altro diventato un pezzo di marcantonio. Ma con un perfido doppio senso
la metafora può indicare (come in altre poesie) anche i rispettivi
membri virili: quello di chi parla, nutrito da un amante meno tirchio,
ha raggiunto dimensioni inattese, mentre l'altro è rimasto prepubere. |