Da: Epistolarium [1]
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EPISTOLA
LXVII.
URBANO
II summo pontifici
[1097-1098]
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Lettera 67.
Ad Urbano
II, sommo pontefice.
[1097-1098]
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(...)
[67,5] De caetero quidquid de me fiat,
obsecro uos per charitatem Christi, ut si Turonensis archiepiscopus uel
aliquis Aurelianensis clericus pro electione pueri sui ad uos uenerit,
non ei aurem praebeatis. |
(...)
[67,5] Per il resto, e non m'importa cosa
mi accadrà, vi supplico per la carità di Cristo, che se l'arcivescovo
di Tours o qualche chierico di Orléans venisse da voi per consacrare
il suo ragazzino, non gli prestiate orecchio. |
Cuius dotes
ut uobis breuiter amplectar, persona est ignominiosa, et de inhonesta familiaritate
Turonensis archiepiscopi, et fratris eius defuncti, multorumque aliorum
inhoneste uiuentium, per urbes Franciae turpissime diffamata. |
Per riassumervi
in breve le sue doti, è una persona ignominosa, e in disonesta intimità
con l'arcivescovo di Tours, e del suo defunto fratello, e di molti altri
che vivono disonestamente, di cui si sparla in modo turpissimo per le città
di Francia. |
Quidam enim
concubii sui appellantes eum Floram, multas rythmicas cantilenas de eo
composuerunt, quae a foedis adolescentibus, sicut nostis miseriam terrae
illius, per urbes Franciae in plateis et compitis
cantitantur, quas et ipse cantitare, et coram se cantitari non erubuit.
Harum unam domno Lugdunensi in testimonium
misi, quam cuidam eam cantitanti uiolenter abstuli. |
Alcuni dei suoi
compagnucci di letto, chiamandolo Flora, hanno composto molte canzoni in
versi su di lui, che sono cantate dai ragazzacci, che come sapete sono
una peste di quella terra, nelle piazze e ai crocevia delle città
di Francia, e lui stesso non è arrossito nel cantarle di persona,
o lasciarle cantare davanti a sé.
Come prova ne ho mandata una all'arcivescovo
di Lione, che ho strappato con la violenza a un tale che la stava cantando. |
Prouidendo itaque
uestrae honestati et Ecclesiae utilitati, nunquam eum consecrari permittatis,
ne Ecclesiam Dei prostibulum publicum et speluncam latronum faciatis. |
Agendo quindi secondo
il vostro onore e il bene della chiesa, non permettete mai che costui sia
consacrato, per non fare della Chiesa
di Dio un pubblico bordello e una caverna di ladri. |
L'autore ringrazia fin
d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su
persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
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Note
[1]
Da: Yves de Chartres, Correspondence, Les belles lettres, Paris
1949, vol. 1, p. 296. Il testo latino è online sul sito Itinera
electronica. La traduzione è mia.
In questo brano Ivone denuncia
la diffusione dei rapporti fra maschi nello stesso clero francese, talmente
espliciti da aver meritato all'arcivescovo di Tours il soprannome femminile
di "Flora".
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