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Ivone di Chartres (1040-1116)

dimensioni h 170 x largh 132
Sant'Yves, vescovo di Chartres.
 
Da: Epistolarium [1] 
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 EPISTOLA LXVII. 
URBANO II summo pontifici 
[1097-1098]
Lettera 67.
Ad Urbano II, sommo pontefice.
[1097-1098]
(...) 
[67,5] De caetero quidquid de me fiat, obsecro uos per charitatem Christi, ut si Turonensis archiepiscopus uel aliquis Aurelianensis clericus pro electione pueri sui ad uos uenerit, non ei aurem praebeatis.
(...) 
[67,5] Per il resto, e non m'importa cosa mi accadrà, vi supplico per la carità di Cristo, che se l'arcivescovo di Tours o qualche chierico di Orléans venisse da voi per consacrare il suo ragazzino, non gli prestiate orecchio. 
Cuius dotes ut uobis breuiter amplectar, persona est ignominiosa, et de inhonesta familiaritate Turonensis archiepiscopi, et fratris eius defuncti, multorumque aliorum inhoneste uiuentium, per urbes Franciae turpissime diffamata. Per riassumervi in breve le sue doti, è una persona ignominosa, e in disonesta intimità con l'arcivescovo di Tours, e del suo defunto fratello, e di molti altri che vivono disonestamente, di cui si sparla in modo turpissimo per le città di Francia.
Quidam enim concubii sui appellantes eum Floram, multas rythmicas cantilenas de eo composuerunt, quae a foedis adolescentibus, sicut nostis miseriam terrae illius, per urbes Franciae in plateis et compitis cantitantur, quas et ipse cantitare, et coram se cantitari non erubuit. 
Harum unam domno Lugdunensi in testimonium misi, quam cuidam eam cantitanti uiolenter abstuli.
Alcuni dei suoi compagnucci di letto, chiamandolo Flora, hanno composto molte canzoni in versi su di lui, che sono cantate dai ragazzacci, che come sapete sono una peste di quella terra, nelle piazze e ai crocevia delle città di Francia, e lui stesso non è arrossito nel cantarle di persona, o lasciarle cantare davanti a sé. 
Come prova ne ho mandata una all'arcivescovo di Lione, che ho strappato con la violenza a un tale che la stava cantando.
Prouidendo itaque uestrae honestati et Ecclesiae utilitati, nunquam eum consecrari permittatis, ne Ecclesiam Dei prostibulum publicum et speluncam latronum faciatis.  Agendo quindi secondo il vostro onore e il bene della chiesa, non permettete mai che costui sia consacrato, per non fare della Chiesa di Dio un pubblico bordello e una caverna di ladri.
 
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Note 

[1] Da: Yves de Chartres, Correspondence, Les belles lettres, Paris 1949, vol. 1, p. 296. Il testo latino è online sul sito Itinera electronica. La traduzione è mia. 

In questo brano Ivone denuncia la diffusione dei rapporti fra maschi nello stesso clero francese, talmente espliciti da aver meritato all'arcivescovo di Tours il soprannome femminile di "Flora". 
 


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