O admirabile Veneris
idolum [sec. IX] [1]
O admirabile Veneris ydolum
cujus materiae nihil est frivolum[3]:
Archos [4].te protegat, qui stellas et polum
fecit et maria condidit et solum. |
O meravigliosa immagine di Venere.[2]
nella cui sostanza nulla è brutto [3]:
ti protegga Dio, che fece stelle e cielo
e creò mari e terra. |
Furis ingenio non sentias dolum;
Cloto te diligat, quae bajulat colum. |
Che il senno ti salvi dall'astuzia dal ladro;
t'abbia caro Cloto che regge la conocchia [5]. |
Le tre Parche.
Saluto puerum non per ypothesim,
sed firmo pectore deprecor Lachesim,
sororem Atropos, ne curet heresim. |
[Ti] saluto ragazzo, e non per retorica,
ma con cuore fedele prego Làchesi [6]
sorella d'Atropo, perché non badi a quest'eresia [7]. |
Neptunum comitem habeas et Thetim,
Cum vectus fueris per fluvium Athesim. |
Ti accompagnino Nettuno e Teti,
quando sarai trasportato sul fiume Adige. |
Quo fugis amabo, cum te dilexerim?
Miser, quid faciam, cum te non viderim? |
Dove fuggi, ti prego, dopo che io t'ho amato?
Povero me, che farò, quando non ti vedrò? |
Scrittore - Anno 800 ca.
(S. Marco, dal Vangelo di Ebbo).
Dura materies ex matris ossibus
creavit homines jactis lapidibus.
Ex quibus unus est iste puerulus,
qui lacrimabiles non curat gemitus. |
La dura materia, dalle ossa della Madre,
generò
gli uomini con la semina di sassi [8].
Uno d'essi è questo ragazzino,
che non si cura dei gemiti di pianto. |
Cum tristis fuero gaudebit emulus:
ut cerva rugio, cum fugit hinnulus |
Quando sarò triste godrà il mio rivale [9];
ed io ruggisco come cerva cui fuggì il cerbiatto. |
Deucalione e Pirra da una ceramica del 1565 circa.
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina. |
Note
[1] Testo da: Le origini, Ricciardi, Milano e Napoli 1956, pp. 242-243. Online in: Bibliotheca augustana. (Molto scorretti testo e traduzione di: People with a history).
La traduzione è di Giovanni Dall'Orto.
Si tratta d'una canzone, da cantare sulla musica di O Roma nobilis, che ci è pervenuta.
L'autore risente del precoce rinascimento classico dell'epoca carolingia, esprimendosi in stereotipati termini neopagani. Ma i versi sono ormai rimati e ritmati...
[2].Noi oggi diremmo: "O specchio di ogni bellezza".
[3] Letteralmente: "di scarso valore", "insulso".
[4] Grecismo: archos
= "sovrano", "princeps".
[5] In parole meno tortuose: "Ti sia propizio il destino". Cloto è una delle tre Parche, figure mitologiche che simboleggiano il destino della vita. Sono rappresentate mentre filano e poi tagliano il filo della vita degli esseri umani.
[6].Làchesi ed Atropo sono le altre due Parche, su cui vedi la nota 5.
[7] Traduco letteralmente, ma non comprendo, nemmeno ricorrendo al significato greco di airesis: "scelta", "propensione", "conquista".
[8] Ancora un mito greco. Dopo il Diluvio Universale, Deucalione e Pirra ripopolano la Terra seminando "le ossa della Madre Terra," cioè le pietre.
La fastidiosa esibizione mitologica serve per una freddura sulla durezza del cuore del ragazzo: ex quibus può essere infatti sia "uno di costoro" sia "uno di questi sassi".
[9] Il ladro del verso 5? |