Lex "Cum vir nubit
in feminam" [4 dicembre 342 d.C.] [1]
Cum vir nubit in feminam,
femina viros proiectura quid cupiat? |
Quando l'uomo s'accoppia
come la donna, la donna che cerca gli uomini che farà?
. |
Ubi
sexus perdidit locum, ubi scelus est id quod non proficit scire, ubi
Venus mutatur in alteram formam, ubi amor quaeritur nec videtur: |
Quando il sesso
ha perso la sua funzione, quando si commette un crimine di cui è
meglio non sapere, quando l'eros è distorto in altra forma, quando
l'amore è cercato ma non trovato:
. |
iubemus insurgere
leges, armari iura gladio ultore, ut exquisitis
poenis subdantur infames, qui sunt vel qui futuri sunt rei. * |
ordiniamo
che le leggi insorgano, che il Diritto si armi della spada vendicatrice,
in modo che gli infami, che sono o saranno rei, subiscano le pene prestabilite. |
Constantius
et Constans aa. ad pop. |
Costanzo e Costante |
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Note [1]."Cum
vir nubit in feminam" (= Codex
theodosianus,
IX 7, 3, poi Codex
Iustiniani Augusti, IX
9, 30 (31)).
Il testo latino è quello online su The latin library, la traduzione è mia.
Questa legge, promulgata da due imperatori cristiani, fu nei secoli successivi alla base della repressione antiomosessuale. Fu seguita da un'altra legge nel 390.
Su di essa: Eva Cantarella, -Secondo Natura, Rizzoli, Milano 1995, e Danilo Danna, Ubi Venus mutatur, Giuffrè, Milano 1987. |