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Cesare Giudici (1634-1724)

Cesare Giudici.
Cesare Giudici.
 
Da: Il Bellorofonte [1674] [1]
.
Atto I, scena decimasettima
Atto 1, scena 17

/p. 27/ (Albimora, Fasello)

ALBI. Sulla fronte, e sù la mano
Scritto hà l'uomo il suo destino.

/p. 27/ (Albimora, Fasello)

ALBIMORA: Sulla fronte, e sulle linee della mano,
ogni uomo porta scritto il suo destino.
FAS.  Ma, se io son senza un quatrino,
grattar posso il fabriano.
FASELLO: Ma se io sono senza un quattrino,
<col destino> mi ci posso grattare l'ano.

 fregio

Atto II, scena 10 [2].
Atto 2, scena 10 [2].
/ p. 46 / <Albimora, Chiasso>

ALBI. Dimmi tù in cortesia, conosci Ercinda?

CHIA. Manco mal, servo in corte,
e il mio impiego, e il mio esercitio,
e di fare a ogn'un servitio
[3].

/p. 46/ (Albimora, Chiasso)

ALBIMORA: Dimmi tu, per cortesia: conosci Ercinda?

CHIASSO: Ci mancherebbe altro: servo presso la Corte,
e il mio impiego, e la mia professione,
è fare servizietti a chi li chiede
[3].
ALBI. Digli, che ardo per lei,

/ p. 47 / CHIA. O questa è bella;

ALBIMORA: Dille, che io ardo per lei,

/p. 47/ CHIASSO: Oh, questa è bella!
ALBI. Che la bramo in consorte,

CHIA. E più mi cresce,

ALBI. Quanto lieta sarò, se mi riesce.

ALBIMORA: Che la voglio sposare,

CHIASSO: Lo stupore s'ingrossa...

ALBIMORA: E sarò felicissima, se ci riuscirò.

CHIA. Se ella è donna, e voi donna,
come sotto la gonna havrete poi,
da dare al matrimonio i frutti suoi?

ALBI. Amor ci agiutterà,

CHIA. Nol credo,

CHIASSO: Ma se lei è donna, e voi siete donna,
in che modo troverete sotto la gonna, poi,
quel che serve a rendere fecondo il matrimonio?

ALBIMORA: Amore ci aiuterà.

CHIASSO: Ne dubito...

ALBI. All'hora.
L'effetto ne vedrai.

Fà cenno di toccargli il ventre.

CHIA. Se non tocco con man, non credo mai.

ALBIMORA: Tu lasciami fare,
e vedrai cosa succederà.

(Chiasso fa il gesto di toccarle i genitali).

CHIASSO: Se non tocco con mano, non ci credo.
ALBI. Orsù lascia ogni scherzo.

CHIA. Vorrei entrar, se si potesse in terzo
[4].

ALBIMORA: Smettila di scherzare.

CHIASSO: Mi piacerebbe, se possibile, fare il terzo con voi
[4].
ALBI. Questo amoroso foglio,
che rinchiude, e contiene,
d'un amante le pene,
habbia Ercinda da tè,
lascia poi fare a me,
che ingrata a beneficij esser non soglio.

ALBIMORA: Questa lettera d'amore
che rinchiude, e contiene,
d'un amante le pene,
la riceva da te Ercinda,
dopodiché lascia fare a me,
che so ben ricompensare chi mi fa un favore.

CHIA. Che occor tante girandole, sarete,
prontamente servita, e quanto prima,
havrete la risposta..
CHIASSO: E perché stiamo perdendo tempo in chiacchiere?
Sarete prontamente servita, e quanto prima
avrete la risposta.
 
Frontespizio del Bellerofonte.

Frontespizio del Bellerofonte.

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note 

[1] Il testo da: Cesare Cesarini (pseud. di Cesare Giudici), Il Bellorofonte, drama per musica, Ramellati, Milano 1674. Online sull'Internet archive. Citazioni dalle pp. 27 e 46-47. La parafrasi in italiano moderno è mia.

Questo è un libretto d'opera. Si tenga conto del fatto che le opere venivano scritte tradizionalmente per il Carnevale, quindi era concesso loro qualche doppio senso volgare o sessuale, che alla data in cui fu scritto il Bellorofonte non erano ormai più permesse,
nei testi a stampa, dalla censura controriformistica.

[2] Per capire cosa succeda, si tenga presente che, con una finzione tipica del teatro barocco (specie nel teatro dell'Opera, dove le parti femminili erano spesso interpretate da castrati travestiti), uno dei personaggi, Ersace, è in Corte "in habito feminile, sotto nome d'Ercinda", ossia è travestito da donna sotto il nome di Ercinda, per non farsi riconoscere.
Albimora, che lo ama, vuol mandargli un messaggio. Si rivolge perciò al servitore Chiasso perché faccia da postino.

[3] Il doppio senso sessuale presente oggi in "fare un servizietto" era già presente nell'italiano antico "fare  un servitio". Il gioco di parole fa capire che Chiasso (la figura comica del servitore miserabile, disposto a tutto per soldi), per campare è disposto anche a prostituirsi (la parola "chiasso" voleva dire anche "bordello").

[4] Colpisce il fatto che già in quest'epoca uno scrittore potesse trattare l'idea di due donne che fanno sesso come un evento eccitante, in cui lo spettatore avrebbe voluto "fare da terzo", anziché come un atto "contro natura" di sodomia fra donne, come lo classificavano i trattati teorici. Circostanza che ci ammonisce a non fare la storia basandoci solo sui trattati teorici, come fanno gli storici foucaultiani.


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