Home page Giovanni Dall'Orto > Saggi di storia gayBiografie di personaggi gay > Testi originali > Sodoma > Sec. XV >  fra' Vicente de Burgos

fra' Vicente de Burgos (secc. XV-XVI)

Sodoma in fiamme. Miniatura del 1450.
La distruzione di Sodoma. Miniatura del 1450 dallo "Speculum humanae salvationis", oggi all'Aia.
Dalla Traducción de El Libro de Proprietatibus Rerum de Bartolomé Anglicus [sec. XIII e 1494] [1]
De la enfermedad llamada litargia.
Capitulo .vi.
La malattia chiamata letargia. 
Capitolo 6
A Los .xviii. capitulos del libro Deuteronomii es escripto que Dios hiere alguna vez la persona de çeguedad, y es llamada çeguedad, un pasmo de pensamiento que verdaderamente es una çeguedad espiritual, segund dize Costantino, y es assi como un sueño que viene a los ojos çerrados sin dormir, ca entonçe el anima no puede juzgar por la falta de los espiritus. Nel capitolo 18 del Deuteronomio.[2].sta scritto che Dio colpisce qualche volta la persona con la cecità, ed è detta cecità <anche> uno spasimo della capacità di pensare che davvero è una forma di cecità spirituale, come dice Costantino, ed è  come un sogno che viene con occhi chiusi <ma> senza dormire, perché allora l’anima non può giudicare per mancanza di giudizio.
Desta manera fueron heridos los de Sodoma quando forçavan la casa de Lot, como cuenta la glosa sobre los .xxx. capitulos del Genesis & sobre el ultimo capitulo del libro de Sapiençia. In questo modo furono colpiti quelli di Sodoma quando forzavano la casa di Lot, come narra la glossa sopra il capitolo XXX del Genesi e sopra l’ultimo capitolo del libro della Sapienza [3].
Del agua del lago. 
Capitulo .xi.
Dell'acqua del lago.
Capitolo 11
(...)
El lago de Judea es llamado el mar Muerto, ca ende ni viven peçes ni aves & si echan dentro alguna cosa viva luego sale fuera & dentro no pueden las naos navigar & todas cosas que han vida luego se asuelan, la candela muerta va al baxo e la que es ençendida nada ençima.
(...)
Il lago di Giudea è chiamato mar Morto, perché non vi vivono pesci, né uccelli, e se vi si butta una cosa viva subito risale, e le navi non vi possono navigare, e tutte le cose viventi sono ributtate a riva; la candela spenta va a fondo e quella accesa nuota a pelo.
Este es llamado alguna vez el lago de çimento & otra vez el mar de salinas & es en Judea entre Jerico e otra çibdad llamada Zoroas, do el es luengo de ochenta & çinco leguas de luengo & .xx. de ancho, segund cuenta Isidoro en los .xiii. libros de las Ethimologias en el .iii. capitulo, do se trata de los lagos & de los estanques & segund dize el maestro de las istorias en la fin de la su version de Sodoma È chiamato talora "Lago di asfalto" ed altra volta "Mare delle saline" e si trova in Giudea, tra Gerico e un’altra città chiamata Zohar, è ampio ottantacinque leghe in lunghezza e venti in larghezza, come dice Isidoro nei 13 libri delle Etimologie, nel capitolo 3.[4], nel quale si tratta dei laghi e degli stagni, e secondo quanto dice il maestro delle storie al termine della sua versione di <quanto accaduto a> Sodoma.
Este lago echa de si maravillosas piedras para çimentos, & sobre su riva creçen arboles cuyas mançanas son de verde color e quando las hienden dentro las hallan llenas de llamas pequeñas & çeniza, segund cuenta Josephus. Questo lago è ricco di tali meravigliose pietre per cementare, e sulla sua riva crescono alberi che danno mele di colore verde e quando le si taglia si presentano dentro piene di fiammelle e di cenere, come racconta Giuseppe
& la glosa sobre el .ii. capitulo de la Epistola de Sant Pedro dize que sobre este lago creçen muy hermosas mançanas & dan a los pasantes grand apetito de comer, pero quando las cortan no hallan que fumo & çeniça, & este miraglo guardia Dios en memoria de la vengança hecha en aquel pueblo de Sodoma que moravan en el lugar do este lago es por agora.  E la glossa al capitolo 2 dell’Epistola di san Pietro dice che al di sopra di questo lago crescono magnifiche mele che invogliano il passante a mangiarle, però quando le tagliano non trovano altro che fumo e cenere e questo miracolo conserva Dio in memoria della vendetta compiuta su quel popolo di Sodoma che dimorava nel luogo ove si trova attualmente questo lago.[5].
 
De la montaña de Segor. 
Capitulo .xxxv. 
La montagna di Segor. 
Capitolo 35

Segor es una montaña çerca de Sodoma otramente llamada Bala, segund dize Sant Hieronimo. 

Segor è una montagna vicina a Sodoma, altrimenti chiamata Bala, come dice San Gerolamo.
En esta montaña era la çibdad que fue salvada por el ruego de Lot quando fue suvertida Sodoma Su questa montagna v’era la città che fu salvata dalle preghiere di Lot, quando fu distrutta Sodoma
En esta montaña es la viña do creçia el balsamo & los datiles en señal de la grand abundançia que havia entonçe en aquella tierra, la qual destruyo Dios por el pecado contra natura que ende se cometia. Su questa montagna v’è il vigneto in cui crescevano il balsamo e i datteri come segno della grande abbondanza che c'era allora in quella terra, che Dio distrusse a causa del peccato contro natura che vi si commetteva.
Esta montaña es sobre el mar Muerto y ende fue el refugio de los romanos quando conquistaron aquella tierra. Questa montagna è sopra il mar Morto e fu rifugio dai romani quando essi conquistarono quella terra.
Esta montaña es comparada en el .xv. capitulo de Isaias a la veçerra. E sobre este paso dize Sant Gregorio que esta montaña era llamada veçerra por su hermosura, que le fue dos vezes quitada & a la terçera jamas le fue tornada & si oviera perseverado en bien jamas le fuera quitada. Questa montagna è paragonata nel XV capitolo di Isaia alla vitella. E su questo passo dice San Gregorio che questa montagna è chiamata "vitella" per la sua bellezza, che le fu tolta due volte e alla terza non le fu mai più restituita, mentre se avesse perseverato nel bene non le sarebbe stata tolta mai [6].
 
La distruzione di Sodoma in una miniatura del 1450.
Questa interressantisima miniatura del 1450 (dallo "Speculum humanae salvationis" oggi all'Aia) mostra Lot che fugge da Sodoma in fiamme. Il testo scritto in rosso dice, in latino: "L'angelo ha salvato dai sodomiti Lot. Genesi, XIX".
De Pentapolis. 
Capitulo .cxvii. 
La Pentapoli. 
Capitolo 117

Pentapolis es una region çerca de Aravia & de Palestina que es asi llamada por las .v. çibdades de los sodomitas que se hundieron en el abismo por el pecado contra natura.

Pentapoli ("Cinquecittà") è una regione assai vicina all’Arabia e alla Palestina ed è chiamata così per le cinque città dei sodomiti che sprofondarono nell’abisso a causa del peccato contro natura.
Esta tierra era en el tiempo pasado mas abundante que la tierra de promision & agora es destruida por este pecado que comunmente es punido en la vida del que lo continua. Questa terra era nei tempi passati più rigogliosa della Terra Promessa ed ora appare distrutta per questo peccato, che comunemente è punito con la vita di chi lo commette.
El fuego deçendio del çielo & quemo toda esta tierra fasta la tornar en polvo & aun fasta agora queda la memoria, ca creçen unas maçanas tan hermosas que todos los que las veen han apetito de las comer, pero quando las cortan por medio no se halla salvo çeniza de dentro & dan fumo como si agora ardiessen, segund dize Isidoro a los .xv. de las Etimologias. Il fuoco scese dal cielo e bruciò tutta questa terra fino a ridurla in polvere e ne resta ancora la memoria, perché vi crescono mele così belle che tutti coloro che le vedono hanno voglia di mangiarne, però quando le tagliano a metà dentro non resta altro che cenere, e fumano come se ancora bruciassero, come dice Isidoro al capitolo XV delle Etimologie.
Esta provinçia antes que fuese destruida era tan rica que ende se hallavan los çafires & las piedras preçiosas entre las piedras comunes y entre los terrones de tierra hallavan el oro, como pareçe a los .xxxviii. capitulos de Job. Questa provincia prima di essere distrutta era così ricca che vi si trovavano gli zaffiri e le pietre preziose tra le pietre comuni e tra le zolle di terra si trovava l’oro, come appare al capitolo 38 di Giobbe.[7].
Mas toda esta region fue convertida en abismo y es al presente ende el mar Muerto, do ninguna cosa puede morar, ca ende no han ni peçes ni aves ni sufre sobre si alguna nave, ca todas cosas que han vida van al baxo & la candela ençendida nada ençima & quando es amortada se va al baxo, segund dize Isidoro a los .xiiii. libros.  Ma tutta questa regione fu ridotta in un abisso e al presente si trova nel mar Morto, dove nessuna cosa può vivere e non vi sono pesci né uccelli, e che non sopporta alcuna nave, perché tutte le cose che hanno vita vanno a fondo mentre la candela accesa nuota a pelo e quando si smorza affonda, come dice Isidoro nel libro decimoquarto.
So la rivera deste mar naçen las mançanas sobredichas muy hermosas de ver, pero muy hedientes & amargas a gustar, como dize la glosa sobre el .ii. capitulo de la .ii. Epistola de Sant Pedro.  Sulle rive di questo mare nascono le mele di cui si è detto: molto belle da vedere, però puzzolentissime e amare nel gusto, come dice la glossa relativa al secondo capitolo della seconda Epistola di San Pietro.

L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note

[1] Dal sito del dizionario della RAE, alle voci Sodoma e sodomitas, che ripubblica il testo tratto da: Fray Vicente de Burgos, Traducción de El libro de proprietatibus rerum de Bartolomé Anglicus, Universidad de Salamanca, Salamanca 1999.

Si tratta appunto di una traduzione in spagnolo, del 1494, col titolo Libro de las proprietades de todas las cosas, di un testo latino, Il libro delle proprietà delle cose di Bartolomeo Anglico (sec. XIII).

La traduzione in italiano, inedita, m'è stata offerta da Salvatore Grillo, che ringrazio.

Per altri testi sul mito di Sodoma si veda qui.

I brani qui proposti trattano dei luoghi in cui si pensava fossero sorte le cinque città bibliche condannate per il "peccato di Sodoma". Bartolomeo Anglico raccoglie una serie di pie leggende, indicando con scrupolo le sue fonti, che all'epoca erano tutte considerate assai autorevoli.

[2] In realtà la citazione è a XXVIII, 28.

[3] Qui e oltre, quando di allude alla "glossa" s'intende, come di solito all'epoca, la Glossa ordinaria, un commento a spiegazione dei termini e dei concetti della Bibbia considerato particolarmente autorevole.

[4] Le Etymologiae di Isidoro di Siviglia sono la prima, grande, enciclopedia del medioevo.

[5] Le altre notizie sono pura leggenda, nata lavorando di fantasia a partire dalla particolare concentrazione di sale, che rende insolitamente facile il galleggiamento; invece i "pomi di Sodoma" sono un arbusto effettivamente esistente. Esso  produce bacche che, seccate, rilasciano i semi assieme a una sottile polvere grigiastra che ricorda la cenere, e che trasportata dal vento può ricordare il fumo.

[6] In realtà il cap. XV dell'Isaia attuale non contiene questo passo, e la parola spagnola veçerra non appare nemmeno nel "Diccionario de la Real Academia Española" se non come apax in questo testo. Abbiamo quindi tradotto come "becerra" (vitella), ma se qualcuno fosse in grado di darci maggiori lumi, per favore ci scriva.

[7].In realtà: XXVIII, 6.


Ripubblicazione consentita previo permesso dell'autore: scrivere per accordi.

[Torna all'indice dei testi originari] [Vai alla pagina di biografie di gay nella storia]
[Vai all'indice dei saggi di storia gay]