Luis
de Pinedo (sec. XVI)[2].
Libro de
chistes [1550]
|
Libro dei motti
di spirito [1550]
|
/
p. 115 / Al Obispo de Calahorra, D. Alonso
de Castilla, le escribieron una carta con un sobrescripto que decía:
"Al muy berriondo Señor
el Obispo de Calcaporra, Señor de las cibdades de Sodoma
y Gomorra, etc., y padre de los hijos de Rodrigo
de Baeza". |
Al vescovo di Calahorra,
Don Alonso di Castiglia, scrissero una lettera con un indirizzo che diceva:
“Al molto infoiato Signore
il Vescovo di Calcaporra, signore delle città di
Sodoma
e Gomorra etc., e padre dei figli di Rodrigo
de Baeza” [3]. |
----O----
/ p. 116 / El Marqués
de Cenete, D. Rodrigo, yéndose paseando por una calle en
Valencia, vio a una ventana a Juan
Fernández de Heredia, con el cual burlaba mucho, y saludóle,
motejándole de sodomita:
"A la vuestra Sodoma". |
----O----
Il Marchese di Cenete,
Don Rodrigo, se ne andava a passeggio per una strada di Valenza quando
vide a una finestra Juan Fernandez de Heredia, con cui scherzava
molto, e lo salutò dandogli del sodomita:
“Alla vostra Sodoma”. |
Juan Fernández
respondió motejándole de converso:
"A la vuestra Guadalajara". |
Juan Fernandez rispose restituendo
la sfottitura:
"Alla vostra Guadalajara” [4]. |
Juan
de Timoneda (1490?-1583)[5].
El sobremesa
y alivio
de caminantes [1562-69]
|
Conversazione a
tavola
e sollievo dei
pellegrini
[1562-69]
|
Cuento 56
Viniendo un soldado de
Italia, muy próspero, fue convidado por un grande amigo suyo. Estando
en la mesa, había un extraño decidor, que tenía fama
de judío. |
Racconto 56
Tornando un soldato dall’Italia,
ben pasciuto, fu invitato a pranzo da un suo grande amico. Mentre erano
a tavola, v’era uno strano parlatore che aveva la fama di essere ebreo. |
El cual, por tratar al
soldado de
puto, tomó con la punta de un cuchillo el obispillo
de la gallina, y púsoselo delante, diciendo:
"Jaque". |
Questi, per trattare il soldato
da puttano, prese con la punta di un coltello il “boccone del prete” [6]
della gallina e glielo mise davanti, dicendo:
“Scacco”. |
Entonces el soldado, de
presto, tomó asi mesmo una lonja de tocino, y púsosela
delante, diciendo:
"Mate". |
Il soldato, allora, prese
a sua volta e senza indugi una fetta di lardo e glielo mise davanti,
dicendo:
“<Scacco> matto” [7]. |
|
Anonimo (sec. XVIII) - Capitan Babbeo e Cucuba (scena di commedia dell'arte). Milano, Museo teatrale della Scala.
|
Melchor
de Santa Cruz de Dueñas (1520-1576)[8].
Floresta española
[1574]
|
Foresta spagnola [1574]
|
Capítulo
III.
De gracia doblada.
|
Capitolo 3.
Di una grazia resa [9].
|
1
Paseándose un caballero
con uno que no era hidalgo por el osario de los judíos, díjole
el caballero:
"Si agora os muriésedes,
¿adónde os mandaríades enterrar?". |
1
Passeggiando un cavaliere
nel cimitero degli ebrei con uno che non era gentiluomo, gli chiese il
cavaliere:
“Se ora moriste, dove vorreste
che vi seppellissero?” [10]. |
Respondió:
"En Sodoma, con
vuestra merced". |
Rispose:
“A Sodoma, assieme
a Vostra Grazia". |
Lucas
Gracián Dantisco (1543-sec. XVI?)[11].
Galateo español
[1593]
|
Galateo spagnolo
[1593]
|
/ p. 148 / Pero aun más en hondo entran estos dichos
satíricos, quando se tocan en el linage y en la honra, como hizo
un christiano nuevo a otro por motexalle de buxarrón, que
como le viesse ir cavallero en un rocín, muy al cavo, le dixo:
"Compañero ¿por
qué subís tan a las ancas?". |
Però ancor più
a fondo penetrano questi motti satirici quando vanno a toccare la classe
e l’onore, come fece un ebreo convertito al cristianesimo a un altro dandogli
del buggerone,
allorché vedendolo cavalcare un ronzino, piuttosto sul di dietro,
gli disse:
“Compare, perché monti
tanto sul fondoschiena?”. |
A lo qual le respondió:
"Si subo tan atrás
es por no matalle en la cruz". |
E l’altro gli rispose:
“Se monto tanto dietro è
per non metterlo in croce”. |
Y assí se vengó
motejándole de judío, y empataron la traviessa. |
E così si vendicò
beffeggiandolo come giudeo e pareggiarono il conto. |
Luis
de Ayllón y Cuadros (sec. XVII)[12].
Vejamen en el Colegio
de Maese
Rodrigo de Sevilla
[1646]
|
Scherzo nel collegio
del maestro
Rodrigo di Siviglia
[1646]
|
Estaba un día en
conversación con ciertos amigos y començaron a hablar acerca
del pecado nefando, en ocasión de un hombre que estaba sentenciado
a quemar por aquel delito. |
Era un giorno a conversare con alcuni amici e si cominciò a parlare del peccato nefando, in occasione della condanna al rogo di un uomo per quel delitto. |
Dixo uno de los interlocutores:
"¡Válgame
Dios y qué mal gusto deve de tener el que haze una cosa tan fea,
sucia y asquerosa!". |
Disse uno degli interlocutori:
"Dio me ne scampi, e che cattivo gusto deve avere colui che compie una cosa così sozza, orrenda e schifosa!". |
Respondió el señor
don Christóbal muy sencillamente:
"Yo lo e probado y es
la cosa peor que ay en el mundo".
. |
Gli rispose il signor don Cristoforo molto semplicemente:
"Io l’ho provata
ed è la cosa peggiore che ci sia al mondo" [13]. |
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1] Le barzellette non mentono. Per far ridere devono far riferimento a nozioni (in genere pregiudizi) note a tutti, presentando fatti "scontati" nel modo più insolito (meglio se assurdo) possibile. Per questo le barzellette antiche non ci fanno più ridere.
In compenso, ci rivelano il "sentire comune" di un'epoca.
Questa piccola antologia di antiche barzellette spagnole (che non fanno ridere) conferma che, ieri come oggi, l'accusa di sodomia era una delle più infamanti.
Ma ci mostra pure che il tema non era escluso dalla conversazione quotidiana, come secoli di censura sui testi ci indurrebbero a pensare.
[2] Dal sito del dizionario della RAE, sub voce "Sodoma", che riprende da: Luis de Pinedo, Libro de chistes, Atlas, Madrid 1964.
La traduzione in italiano, inedita, di questo testo e di tutti quelli seguenti, m'è stata offerta da Salvatore Grillo, che ringrazio.
[3] Non ho trovato notizie su questi personaggi.
[4] La spiritosaggine consisterebbe nell'aver equiparato, con prontezza di lingua, Guadalajara (città natale del marchese) a Sodoma.
[5] Dal sito del dizionario della RAE, sub voce "puto", che ripubblica il testo tratto da: Juan de Timoneda, El sobremesa y alivio de caminantes, Espasa-Calpe, Madrid 1990.
[6] La coda; la parte che copre il l'ano.
[7] Il presunto ebreo vuol mettere in "scacco" il soldato mostrandogli qualcosa che ha a che fare col culo; l'altro ribatte mostrandogli il lardo, che essendo ricavato dal maiale è aborrito dagli ebrei, e insinua di avere messo in "scacco" l'altro in modo ancora più imbarazzante ("scacco matto").
Si noti come antisemitismo ed omofobia procedano qui appaiati, come spesso avviene nella storia nei periodi di violento rifiuto del "diverso".
[8] Dal sito del dizionario della RAE, sub voce Sodoma, che ripubblica il testo tratto da: Melchor de Santa Cruz de Dueñas, Floresta española, Crítica, Barcelona 1997.
[9] Noi diremmo: "Chi la fa l'aspetti".
[10] Insinuando che il luogo adatto sarebbe stato il cimitero ebraico, cioè insultandolo come ebreo. L'altro ribatte chiedendo l'onore di esser sepolto accanto al nobile... nel cimitero di Sodoma, adatto a lui.
[11] Dal sito del dizionario della RAE. che ripubblica il testo tratto da: Lucas Gracián Dantisco, Galateo español, CSIC, Madrid 1968.
[12] Dal sito del dizionario della RAE, sub voce "pecado nefando", che ripubblica il testo tratto da: Luis de Ayllón y Cuadros, Vejamen en el Colegio de Maese Rodrigo de Sevilla, Edición electrónica, Madrid 2003.
[13] La comicità sta qui nell'assoluta sfrontatezza con cui don Cristoforo dà ragione alla tradizionale condanna della sodomia, ma ammettendo svagato di averla infranta.
Per ricreare il clima da cui nasce questa barzelletta, si provi a sostituire la sodomia omosessuale con la pedofilia. L'effetto raggelante sarebbe analogo.
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