Da: Cynthia,
with certain sonnets [1595].[1]
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11. Sighing, and sadly sitting by my love
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Sospirando, sedendo triste col mio amore
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Sighing, and sadly sitting by my love,
he asked the cause of my heart's sorrowing,
Conjuring me by heaven's eternal King
to tell the cause which me so much did move. |
Sospirando, sedendo triste col mio amore,
lui chiese perché avessi pena al cuore,
scongiurando per l'eterno Re del cielo
di rivelargli ciò che tanto m'agitava. |
Compelled (quoth I), to thee will I confess,
Love is the cause, and only love it is
that doth deprive me of my heavenly bliss.
Love is the pain that doth my heart oppress. |
Forzato (dissi) a te confesserò:
causa è l'amore, e solo amore è
che la beatitudine celeste mi rubò.
Amore, è il male che il mio cuore opprime. |
And what is she (quoth he) whom thou dost love?
Look in this glass (quoth I), there shalt thou see
The perfect form of my felicity. |
E chi è colei (lui disse) che tu ami?
Guarda tu in questo specchio (dissi) e lì vedrai
l'immagine perfetta di felicità. |
When, thinking that it would strange magic prove,
he opened it, and taking off the cover,
he straight perceived himself to be my lover. |
Quando, pensando rivelasse una magia,
lui lo aprì, ed il coperchio tolse,
subito vide d'esser lui, il mio amore. |
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1] Il testo del sonetto, il n. 11 da Cynthia [1595], è quello online su "Sonnet central".
La traduzione, inedita, è mia.
Su Barnfield nel contesto della poesia pastorale a tema omosessuale nell'Inghilterra elisabettiana, ispirata agli Idilli omoerotici di Teocrito, si veda l'esauriente saggio di Rictor Norton, The homosexual pastoral tradition.
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