Dispaccio [29 gennaio
1529] [1]
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(...)
Il
Sanuto
è gentilissimo [2],
come ha parlato tre volte con una persona lo afrunta che lo impali, et
è dot<t>o et saria in reputatione in questo stato se non fusse
tale vitio. |
(...)
Il Sanuto
è gentilissimo [2]: dopo aver parlato con
una persona per tre volte già le chiede d'impalarlo; eppure è dotto e
sarebbe tenuto in alta reputazione in questo Stato, se non fosse per
tale vizio. |
Io solea haver uno servitore
al quale gli donava tre mozenighi la
septimana, ma era obligato correre
le lanze tre volte. |
Io ho avuto un servitore al quale egli donava tre mocenighi alla
settimana, però lo obbligava a correre la cavallina tre volte. |
Costui è famosissimo
nel mestiero qui. |
Costui è notissimo per questa attività, qui. |
Lira Mocenigo (o "mocenigo") del 1501-1521.
L'autore
ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone,
luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
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Note
[1]
Pubblicata in: Alessandro Luzio, Pietro Aretino nei suoi primi anni
a Venezia, Loescher, Torino 1888, p. 11 (nota). Online
sull'Internet Archive.
Si tratta di un dispaccio
inviato in patria dall'ambasciatore di Mantova a Venezia; la vittima
del pettegolezzo è il celebre diarista Marin
Sanudo il giovane (1466-1536).
[2] Letteralmente "nobilissimo", ma
nel gergo burchiellesco significa: "molto portato alla sodomia passiva".
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