Da: Sermo, seu
liber de conversione ad clericos / Sermone o libro sulla conversione, per
i religiosi [sec. XII] [1].
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Caput
XX
Arguit incontinentes,
qui sacros Ordines impudenter temerare non verentur.
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Capitolo
20
Denuncia
gli incontinenti, che osano profanare impudentemente i sacri Ordini.
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(...)
34.
Non
accusamus universitatem, sed nec universitatem possumus excusare. |
(...)
34. Non accusiamo tutti quanti [i chierici], ma non possiamo neanche
scusarli tutti quanti. |
Reliquit
sibi Dominus multa millia. Alioquin nisi eorum nos excusaret justitia,
& illud nobis semen sanctum Dominus Sabaoth reliquisset, olim jam sicut
Sodoma
subversi essemus, & sivut (sic)
Gomorrha.similiter
periissemus. |
Il Signore
si è riservato per sé molte migliaia. Altrimenti, se la loro
rettitudine non ci scusasse, e "se
il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato quella discendenza, saremmo
già stati devastati come Sòdoma e saremmo già
stati distrutti similmente a Gomorra" [2]. |
Dilatata
siquidem videtur Ecclesia; ipse etiam Cleri sacratissimus Ordo:
fratrum numerus super numerum multiplicatus est. |
La
Chiesa
sembra essersi ingrandita; e anche lo stesso Ordine sacratissimo del clero:
il numero dei fratelli [frati, NdR] si è moltiplicato in modo ingente. |
Verum
etsi multiplicasti gentem, Domine, non magnificasti laetitiam, dum nihil
minus apparet decessisse meriti, quam numeri accessisse. |
Eppure,
anche se "hai
moltiplicato il popolo", Signore, non hai fatto "crescere la gioia" [3],
quando appare evidente che tutto ciò che è cresciuto quanto
a numero è anche diminuito quanto a virtù [4]. |
(...) Utinam
nec dicentibus crederetur, quod humanum aliquando occupaverit animum tam
abominanda
cupido. |
[...] Oh, magari
non si dovesse credere a quanti dicono che una libidine tanto abominevole
abbia talvolta preso possesso dell'anima umana! |
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35.
Numquid
non olim civitates
illae, spurcitiae hujus matres, divino predamnatae judicio, &
incendio sunt deletae? |
35.
Ma forse
che
quelle
città, madri di questa sozzura, non sono state già
distrutte con il fuoco, dopo essere state condannate dal giudizio di Dio? |
Numquid
non gehennalis flamma moram non sustinens, execrabilem illam praevenit
tollere nationem, quod ipsius specialiter essent peccata manifesta praecedentia
ad judicium? |
Forse che la
fiamma dell'inferno, che non ammette dilazioni, non è già
intervenuta a portarsi via quella detestabile nazione, poiché i
suoi peccati manifesti erano particolarmente degni di essere giudicati
per primi? |
Numquid
non & ipsam, ut pote consciam tantae confusionis, tellurem absumpsit
ignis, sulfur, & spirirus (sic)
procellarum? |
Forse che "fuoco,
zolfo e turbine di tempeste" [5]
non hanno distrutto il loro stesso territorio, in quanto aveva conosciuto
un pervertimento così grande? |
Numquid
non
in
lacum horribilem solum omne redactum est? |
Forse che tutto
quanto il suolo non è stato trasformato
in un lago orribile? |
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Amputata
sunt hydrae capita quinque, sed heu innumera surrexerunt.
Quis
reaedificavit urbes flagitii? quis turpitudinis moenia dilatavit? quis
extendit propagines virulentas? |
Sono
state amputate cinque teste dell'Idra.[6],
ma, ahimé, innumerevoli ne sono sorte!
Chi ha ricostruito
le città dell'infamia? Chi ha ampliato le mura della depravazione?
Chi ha esteso gli avvelenati tentacoli? |
Vae;
vae, inimicus hominum sulfurei illius incendii reliquias infelices
circumquaque dispersit, execrabili illo cinere Ecclesiae corpus adspersit,
& ipsorum quoque ministrorum ejus nonnullos sanie foeditissima spurcissimaque
respersit. |
Guai,
guai! Il nemico
degli uomini ha disperso, qua e là intorno, i funesti
tizzoni di quell'incendio sulfureo, ha asperso di quella schifosa cenere
il corpo della Chiesa, e ha persino contaminato alcuni tra i ministri con
questa immonda e contaminatissima cancrena. |
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36..Ingrediuntur
cum hac macula tabernaculum Dei viventis; inhabitant cum hac macula templum,
sanctum Domini polluentes, judicium multiplex accepturi, quod &
tam gravissimas conscientias gerunt, & nihilominus sese ingerunt in
sanctuarium Dei. |
36.
Con questa macchia essi sono entrati nel tabernacolo del Dio vivente, con
questa macchia abitano nel tempio, inquinando il santuario del Signore,
attirando su di sé un doppio capo d'accusa: perché si portano
dentro coscienze tanto appesantite, e perché ciononostante si introducono
nel santuario di Dio. |
Heu! genus
electum, regale sacerdotium, gens sancta, populus acquisitionis, quis.//
p. 219 // inter tua primordia tam divina, & spiritualibus
affluentem charismatibus Christianae Religionis ortum, credere posset,
posse talia in te aliquando reperiri? |
Ahimé,
"stirpe eletta,
sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato" [7],
chi potrebbe credere, chi potrebbe mai trovare tali cose dentro di te,
con i tuoi inizi tanto divini, la nascita della religione cristiana apportatrice
di tanti carismi spirituali? |
Tales enim
non modo non placant Deum, sed & magis irritant, dum
videntur in cordibus suis dicere: Non requiret. |
Infatti, tali
persone non solo non placano Dio, ma lo irritano ancora di
più, mentre sembrano dire nei loro cuori: "Non
ne chiederà conto" [8]. |
Irritant
plane & infensum reddunt sibi, vereor ne in his quibus eum propitiare
debuerant (...). |
Lo irritano
sfacciatamente, e lo rendono ostile verso di loro e - temo proprio - anche
verso coloro per i quali avrebbero dovuto renderlo propizio (...). |
L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1].Bernardo
di Chiaravalle (Bernardus Claervallensis, Bernard de Clairvaux), Sermo,
seu liber de conversione, ad clericos. Da: Opera, Sumptibus
societatis, Venetiis 1755 (3 voll.), vol. I, pp. 212-219.
Il brano qui
copiato (parr. 34-36) è alle pp. 218-219.
Riedito
in Sancti Bernardi Opera, Editiones Cistercienses, Romae 1957-1998
(10 voll.), vol. 4 (1966), pp. 69-116 (non vidi).
Ne esiste anche
una traduzione in inglese: Bernard
of Clairvaux, Sermons on conversion, Cistercian Publications,
Kalamazoo 1981.
La traduzione
dal latino, inedita, è stata offerta da don
Marco, che ha anche riscontrato le citazioni bibliche, e che ringrazio.
In questo sermone
sull'importanza della castità la sezione che riproduco è
dedicata alla
condanna dei sacerdoti e monaci sodomiti che
hanno "ricostruito" le distrutte città di Sodoma e Gomorra, delle
cui ceneri il demonio ha ora cosparso la Chiesa, per loro colpa.
[2]
Cfr. Isaia 1,9; Romani 9,29 (NdT).
[3]
Cfr. Isaia 9,3 (Vulgata) (NdT). (= Isaia 9,2).
[4]
Letteralmente: "Niente è diminuito di virtù meno di quanto
sia cresciuto di numero" (NdT).
[5]
Salmo 10,7 (Vulgata) (NdT). (= Salmi 11, 6).
[6]
Le città della valle di Sodoma, secondo Genesi 14, erano cinque:
Sodoma, Gomorra, Adma, Zeboim e Zoar, federate tra di loro (NdT).
Sono queste
le "cinque teste dell'Idra".
[7]
Epistola di Pietro, I, 2,9 (NdT).
[8]
Salmo 9,34 (NdT).
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