Il "BariPride2003"
fu il Pride nazionale unitario lgbt tenutosi a Bari il 6 giugno 2003.
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La manifestazione del BariPride.
Foto Stefano Bolognini, WikiCommons. |
Gli eventi
La sua organizzazione fu
preceduta da un dibattito piuttosto acceso fra i collettivi romani da una
parte, che sostenevano la "naturale" vocazione di Roma ad essere l'unica
città ad ospitare tutti gli anni il Pride nazionale, e la maggioranza
del resto del movimento lgbt italiano, che desiderava proseguire nella
pratica di fare ospitare ogni anno in una città diversa il Pride
nazionale.
La sua organizzazione fu
molto travagliata, dato che gli organizzatori furono presi di mira da un
gruppo di estrema destra con "entrature" nelle forze dell'ordine, al punto
che il presidente Michele Bellomo fu aggredito e picchiato, e fu
costretto a girare con la scorta per un anno.
In compenso il risultato
fu ottimo, con una partecipazione quasi "corale" della città ed
una risposta altrettanto unitaria da parte dei gruppi di tutta Italia.
L'iniziativa fece discutere
a livello locale per un anno l'intera Puglia sui diritti delle persone
lgbt, costituendo di fatto il necessario "sdoganamento" della questione
omosessuale che avrebbe reso possibile di lì a poco l'elezione del
primo Presidente di Regione dichiaratamente omosessuale in Italia, Nichi
Vendola. Senza le premesse poste da questo evento difficilmente
questa elezione si sarebbe svolta senza le polemiche omofobe che in altre
occasioni hanno accompagnato eventi simili.
Non è quindi eccessivo
affermare che alle origini della famosa "Primavera pugliese" ci sia stato
anche l'impulso dato dal movimento lgbt, che con questa iniziativa seppe
mostrare quanto fosse sentita a livello collettivo la questione dei diritti
civili.
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Una delle scritte apparse
sui muri di Bari nei mesi precedenti l'evento. Questa stava di fronte all'Arcigay. |
Il dibattito politico
L'evento segnò anche
il primo "laboratorio" di discussione da parte della classe politica italiana,
ancora (per poco) incerta dalla posizione da prendere nei confronti della
questione lgbt: una parte del centrodestra infatti si schierò esplicitamente
a favore dell'evento, tanto che il presidente della Regione Puglia (di
Forza Italia), Raffaele Fitto,
concesse il patrocinio all'evento (fu la prima volta che in Italia una
Regione guidata dal centrodestra concesse il patrocinio a un Pride)[2].
Importante fu anche il patrocinio
e il sostegno economico della Provincia di Bari, guidata da Marcello Vernola
che, di lì a poco, sarebbe passato nelle fila di Forza Italia. Infine,
anche il Comune di Bari, guidato anch'esso dal centro destra, diede un
sostegno, seppur defilato, all'iniziativa.
Questo insolito appoggio
si spiega da un lato con le convinzioni personali di alcuni politici non
ancora convertiti al clericalismo oltranzista che avrebbe dominato il decennio
successivo, dall'altro come un'intelligente mossa politica che mirava a
porre in rilievo, come già in occasione del World
Pride Roma 2000, la contraddizione insanabile d'un centrosinistra che
pretendeva di essere al tempo stesso paladino dei diritti civili e beniamino
del clericalismo.
Il centrodestra costrinse
in questo modo il centrosinistra pugliese a sbilanciarsi verso sinistra
più di quanto avrebbero permesso i giochi politici in corso, favorendo
nei fatti quell'alleanza con la sinistra di Nichi Vendola che, nei
calcoli del centrodestra, avrebbe dovuto risultare perdente di fronte all'elettorato.
Le cose andarono poi in modo esattamente opposto, ma ciò non toglie
che questa fosse una scaltra mossa politica, al punto che il centrosinistra
pugliese si trovò a subire controvoglia il Bari Pride come un amaro
boccone da sopportare, invece che come un'occasione da sfruttare, non potendolo
attaccare (per non mostrarsi più "a destra" del centrodestra) e
non volendolo appoggiare.
Al contrario, si schierarono
a favore la Cgil e la sinistra di Rifondazione Comunista, mentre fra gli
oppositori più ostinati si segnalò l'estrema destra di Forza
Nuova, con una campagna di una violenza e una volgarità tali
da ottenere probabilmente il risultato opposto a quello sperato, dato che
spinse parte del mondo "moderato" a prendere le distanze dalle sue posizioni
di chiusura pregiudiziale al Pride..
La stessa Chiesa, nella
persona di monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari, evitò
la contrapposizione frontale (certo memore della
sconfitta subita in occasione del World Pride due anni prima), riconoscendo
che manifestare è un diritto di tutti i cittadini e limitandosi
a chiedere una manifestazione "non volgare".
Più subdola fu, prevedibilmente,
l'opposizione nel centrosinistra, che si espresse prima dell'evento in
un appoggio tiepido, e dopo l'inatteso successo nei tentativi di minimizzarne
la portata, e soprattutto di sostenere contro ogni evidenza che le minacce
omofobe
e le aggressioni subite dagli organizzatori erano state "una montatura",
costruita ad arte dalla sinistra radicale e antifascista.
Conseguenze e bilancio
politico
In effetti l'evento vide
anche l'inaugurazione della "macchina del fango" che negli anni successivi
avrebbe fatto sempre più spesso apparizione nel e contro il movimento
lgbt: si arrivò al punto d'imputare Bellomo per "simulazione" per
le minacce e l'aggressione subita. Successivamente l'accusa si dimostrò
falsa [3],
anche perché nel frattempo erano state ormai dimostrate le responsabilità
di Forza Nuova nelle aggressioni fisiche non solo ai danni del Bari
Pride, ma anche di esponenti della sinistra e dei centri sociali di Bari.
L'aspetto più inquietante
della vicenda fu però che la "macchina del fango" mirò a
screditare (addirittura a volte con la complicità di esponenti
del movimento gay legati ai partiti di centrosinistra) in Michele Bellomo
un personaggio scomodo sì per il centrodestra, ma anche per quella
parte del centrosinistra che vedeva di cattivo occhio le rivendicazioni
del mondo lgbt.
Questa parte del centrosinistra
era la stessa che puntava all'accordo con i cattolici contro il tentativo
(successivamente riuscito) di Nichi Vendola di proporre una coalizione
più spostata verso sinistra.
All'epoca Bellomo lamentò
come il mondo politico fosse riuscito a dirottare la discussione dal bilancio
e dalle conseguenze da trarre dal Bari Pride ai meri pettegolezzi su di
lui.
Le tensioni causate da questo
attacco concertato da destra e sinistra portarono, paradossalmente, allo
scioglimento dell'Arcigay barese, che aveva organizzato l'evento, alle
dimissioni di Michele Bellomo dalla segreteria nazionale Arcigay e al suo
abbandono della militanza in Arcigay.
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Michele Bellomo di fonte
alla sede di Arcigay.
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Bibliografia
-
Rassegna
stampa sul sito del Cig di Milano.
-
Giulio
Maria Corbelli, Fascisti al Pride, Gay.it, 13 dicembre 2002.
-
Bari:
ancora scritte omofobe sui muri, Gay.it, 28 febbraio 2003.
-
Stefano
Bolognini, L'orgoglio marcia a Sud, "Babilonia", Maggio 2003.
-
Stefano
Bolognini, Gay pride 2003: è ancora orgoglio, "Babilonia",
giugno 2003.
-
Giovanni Dall'Orto, Bari,
lezione di civiltà, "Pride" n. 49, luglio 2003.
-
Paola
Dall'Orto, Genitori Agedo: felici di esserci.
Link esterni
-
Fabrizio
Calzaretti, Galleria d'immagini 1.
-
Fabrizio
Calzaretti, Galleria d'immagini 2.
-
Aggredito
segretario Arcigay: da oggi non aveva più la scorta, "La Repubblica",
1 agosto 2003.
-
Gianni
Rossi Barilli, Aggredito a Bari il presidente dell'Arcigay Michele Bellomo.
Giovedì gli era stata tolta la scorta, "Il Manifesto", 2 agosto
2003.
-
Cinzia
Ricci (a cura di). Il caso Michele Bellomo (rassegna stampa),
comprendente:
-
Scorta revocata a Michele Bellomo.
"Resterà sotto sorveglianza", 2 aprile 2004.
-
Ansa, Forza Nuova, arresti a
Bari per pestaggi e minacce, 14 aprile 2004.
-
Forza Nuova: i nomi degli arrestati
e le accuse, 14 aprile 2004.
-
Cristina Mangani, Bari: l'ordine
di custodia per Forza Nuova parla di "Incursioni con tecnica militare",
"Il Messaggero", 15 aprile 2004.
-
Carlo Vulpiodi, Bari. "Dentro
Forza Nuova una rete di squadristi", "Corriere della Sera", 15 aprile 2004.
-
Ansa, Forza Nuova: indagine
Bari - Ricercato arrestato in Turchia, 7 giugno 2004.
-
Gay.it, Forza Nuova, scarcerato
uno degli arrestati".
-
Bari,
Retata contro Forza Nuova. Arrestato anche un agente, "La Repubblica",
14 aprile 2004.
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Note
[1].Pubblicato
anche su Wikipink,
come: Bari
Pride 2003.
Il testo è quello
online il 7/4/2012.
Il testo di una qualsiasi
data successiva può essere stato modificato anche molto rispetto
a questo.
[2].Giulio
Maria Corbelli, In fondo a destra, Gay.it, 2 settembre 2002.
[3].Aggressione
a Bellomo: "Non ci fu simulazione", "La Repubblica", 29/10/2004. |