Patriota
e letterato italiano.
Nato a Napoli, partecipò ai movimenti per l'unità d'Italia, ragione per cui fu nel 1851 condannato da Ferdinando II di Borbone-Napoli prima a morte, e successivamente all'ergastolo, come cospiratore. Fu fatto evadere nel 1859 dal figlio, che con un riuscito atto di terrorismo dirottò in Irlanda, armi alla mano, la nave che doveva deportare lui e altri in Argentina. Settimbrini fu allora in esilio in Irlanda, poi in Inghilterra, infine a Firenze, continuando a scrivere e a militare. Dopo la proclamazione del regno d'Italia nel 1860, insegnò all'Università di Napoli. Fu nominato senatore del Regno nel 1873. Autore di Ricordanze della mia vita e di numerose altre opere, fra cui Lezioni di letteratura italiana e la traduzione integrale in italiano delle opere di Luciano di Samosata, tutt'ora fondamentale. Dell'omosessualità del Settembrini si parlò per la prima volta nel 1977, quando fu inaspettatamente pubblicato un suo romanzo breve, I neoplatonici, fantasia omoerotica ambientata nella Grecia antica [1]. I primi curatori dell'opera proposero che il testo fosse stato scritto durante la prigionia, subito dopo la traduzione di Luciano (vale a dire fra il 1858 e il 1859) e poi inviato alla moglie come (presunta) traduzione d'un testo greco antico. (Tuttavia nel 2010 Domenico Conoscenti, riesaminando i documenti a disposizione, ha dimostrato che nessuna carta del Settembrini identifica I neoplatonici come una delle opere da lui vergate in prigione, concludendo che la collocazione s'inquadra più credibilmente negli anni finali della vita, ossia quelli compresi fra il 1866 e il 1876 [2]). Lasciato alla morte del Settembrini fra le carte inedite, il manoscritto fu esaminato fra gli altri da Benedetto Croce e da Francesco Torraca (che del Settembrini era stato discepolo), il quale ultimo pudibondamente giudicò l'opera come immeritevole di pubblicazione, trattandola da "lubrico e malsano (...) errore letterario del Venerato Maestro, martire patriottico dei Borboni" (come se essere gay mettesse al riparo dall'essere martire dei Borboni, o di chicchessia...). I
neoplatonici è uno scritto breve, ma forse rivelatore delle fantasie
intime del suo autore.
Dal punto di vista letterario, benché di respiro modesto lo scritto è comunque di livello ottimo, di stile agile e fresco, nonché dotato di una certa eleganza. Degna di nota
è inoltre l'immagine che presenta, assolutamente positiva
e serena, della relazione omosessuale.
All'apparire del libro non è mancato chi lo considerasse il risultato di una sorta di "rivelazione" che Settembrini avrebbe ricevuto da rapporti omosessuali in carcere. Si tratta comunque di un'ipotesi, per il momento non ancora avvalorata da documenti. L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina. |
Note
[1] Luigi Settembrini, I Neoplatonici, Rizzoli, Milano 1977. (Con una nota di Giorgio Manganelli e prefazione di Raffaele Cantarella). Riedito da Sellerio, Palermo 2001. [2] Domenico Conoscenti, Sulla datazione de I Neoplatonici di Luigi Settembrini, "Critica letteraria", XXXVIII 2010, pp. 150-172. [3]
Per un analisi da un'ottica gay di questo testo si veda: Stefano
Casi, "Un patriota per noi: Luigi Settembrini". In: Enrico Venturelli
(a cura di), Le parole e la storia. Ricerche su omosessualità
e cultura, Il Cassero, Bologna 1991 ("Quaderni di critica omosessuale
n. 9), pp. 49-70.
Su
Settembrini si veda ora anche, online, di Stefano Bolognini,
Uno scherzo gay di 150 anni?. |