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François-Marie Arouet, detto Voltaire (1694-1778)

Ritratto di Voltaire.
Voltaire.
 
Da: Prix de la justice et de l'humanité  / Il premio della giustizia e dell'umanità [1777] [1] 
.
Article XIX.
De la sodomie [a].
Articolo XIX
Della sodomia
[a].
/p.579/ Les empereurs Constantin II, et Constance son frère, sont les premiers qui aient porté peine de mort contre cette turpitude, qui déshonore la nature humaine. {Code, liv. IX, tit. ix.)
La novelle 141 de Justinien est le premier rescrit impérial dans lequel on ait employé le mot
sodomie.
Cette expression ne fut connue que long-temps après les traductions grecques et latines des livres juifs. La turpitude qu'elle désigne était auparavant spécifiée par le terme
paedicatio, tiré du grec.
Gli imperatori Costanzo II e Costante, suo fratello, sono stati i primi a prevedere la pena di morte contro questa turpituidine, che disonora la natura umana. (Codex Iustiniani Augusti, IX 9, 30 (31)).
La
Novella 141 di Giustininano è il primo rescritto imperiale nel quale sia stato utilizzata la parola sodomia [2].
Questa espressione non divenne nota se non molto tempo dopo le traduzioni greche e latine dei libri ebraici. La turpitudine che essa designa era in precedenza definita <in latino> col termine paedicatio, derivato dal greco.
L'empereur Justinien, dans sa novelle, ne décerne aucune peine. Il se borne à inspirer l'horreur que mérite une telle infamie.
Il ne faut pas croire que ce vice, devenu trop commun dans la ville des Fabricius, des Caton et des Scipion, n'eût pas été réprimé par les lois: il le fut par la loi Scantinia, qui chassait les coupables de Rome et leur faisait payer une amende; mais cette loi fut bientôt oubliée, surtout quand César, vainqueur de Rome corrompue, plaça cette débauche sur la chaire du dictateur, et quand Adrien la divinisa.
L'imperatore Giustiniano, nella sua Novella, non stabilisce alcuna pena. Egli si limita ad ispirare l'orrore che merita una tale infamia.
Non bisogna credere che questo vizio, diventato fin troppo comune nella città dei Fabrizi, dei Catoni e degli Scipioni
[3]  non sia stato represso dalle leggi: lo fu per mezzo della lex Scantinia, che cacciava da Roma i rei e li costringeva a pagare una multa; ma questa legge fu ben presto dimenticata, soprattutto quando Cesare, vincitore di Roma corrotta, innalzò questa depravazione al trono del dittatore, e quando Adriano la divinizzò [4].
Constantin II et Constance, étant consuls ensemble, furent donc les premiers qui s'armèrent contre le vice trop honoré par César.
Leur loi
Si [sic] vir nubit ne spécifie pas la peine; mais elle dit que la justice doit s'armer du glaive: Jubemus armari jus gladio ultore; et qu'il faut des supplices recherchés, e
xquisitis pœnis.
Costanzo II e Costante, essendo consoli assieme, furono dunque i primi ad armarsi contro il vizio fin troppo onorato da Cesare.
La loro legge Si [sic] vir nubit non specifica la pena, ma dice che la giustizia deve armarsi di spada: "
Jubemus armari jus gladio ultore", e che servono supplizi ricercati, "exquisitis pœnis".
Il paraît qu'on fut toujours plus sévère contre les corrupteurs des enfants que contre les enfants mêmes, et on devait l'être. Lorsque ces délits, aussi secrets que l'adultère, et aussi diffi-/p. 580/ciles à prouver, sont portés aux tribunaux, qu'ils scandalisent; lorsque ces tribunaux sont obligés d’en connaître, ne doivent-ils pas soigneusement distinguer entre l’homme fait et l’âge innocent qui est entre l'enfance et la jeunesse? Sembra che si sia sempre stati più severi contro i corruttori di bambini che contro i bambini stessi, com'era opportuno fosse. Allorché tali delitti, altrettanto segreti che l'adulterio, ed altrettanto difficili a provarsi, sono portati nei tribunali, che ne sono scandalizzati, allorché tali tribunali sono obbligati a prenderne conoscenza, non sono forse tenuti a distinguere accuratamente fra l'uomo fatto e l'età innocente che si colloca fra l'infanzia e la giovinezza?
Ce vice indigne de l'homme n’est pas connu dans nos rudes climats. Il n'y eut point de loi en France pour sa recherche et pour son châtiment.
On s’imagina en trouver une dans les établissements de saint Louis, «
Se aucuns est souspeçonneux de bulgarie, la justice laie le doit prendre, et envoyer à l’evesque; et se il en estoit prouvés, l'en le doit ardoir, et tuit li mueble sont au baron».
Questo vizio indegno dell'uomo non è conosciuti nei nostri climi rigidi. Non c'è mai stata in Francia una legge per la sua ricerca e per la sua punizione.
Ci si è immaginati di trovarne una negli établissement di San Luigi: "Se qualcuno sia sospetto di bulgarismo
[5], la giustizia laica lo deve arrestare, e inviare al vescovo, e se risultasse colpevole, lo dovrà ardere, e tutti i beni mobili sono confiscati a favore del barone".
Le mot bulgarie[b] qui ne signifie qu’hérésie, fut pris pour le péché contre nature ; et c’est sur ce texte qu’on s’est fondé pour brûler vifs le peu de malheureux convaincus de cette ordure, plus faite pour être ensevelie dans les ténèbres de l’oubli que pour être éclairée par les flammes des bûchers aux yeux de la multitude. La parola "bulgarismo" [b], che non significa altro che "eresia", fu interpretata come "peccato contro natura", ed è su questo testo che ci si è basati per bruciare vivi gli sciagurati condannati per questa sozzura, fatta più per essere sepolta nelle tenebre dell'oblio che per essere illuminata dalle fiamme dei roghi sotto gli occhi della moltitudine [6]. 
Le misérable ex-jésuite [c], aussi infâme par ses feuilles contre tant d’honnêtes gens que par le crime public d’avoir débauché dans Paris jusqu'à des ramoneurs de cheminées, ne fut pourtant condamné qu'à la fustigation secrète dans la prison des gueux de Bicêtre.
On a déjà remarqué
[d] que les peines sont souvent arbitraires, et qu’elles ne devraient pas l'être; que c’est la loi, et non pas l'homme, qui doit punir.
Il miserabile ex gesuita [c], altrettanto infame per i suoi libelli contro tante persone oneste che per il crimine notorio di aver depravato a Parigi perfino i piccoli spazzacamino, non fu ciò nonostante condannato ad altro che alla fustigazione segreta nella "Prigione dei mendicanti" di Bicêtre.
Abbiamo già osservato
[d] che le pene sono spesso arbitrarie, e che non dovrebbero esserlo; che la punizione spetta alla legge, e non all'uomo.
La peine imposée à cet homme était suffisante; mais elle ne pouvait être de l'utilité que nous désirons, parce que, n'étant pas publique, elle n'était pas exemplaire [e]. La pena imposta a quest'uomo era sufficiente, ma non poteva avere l'utilità che vorremmo, perché, non essendo pubblica, non era esemplare [e].

NOTES
NOTE ORIGINALI DEL TESTO

[a] 2. Voyez le Dictionnaire philosophique, article Amour socratique, tome XVII, page 179.

[b] 1. Voyez tome XVII, pages 38 et 45.

[c] 2. Desfontaines; voyez tome X, page 521.

[d] 3. Voyez tome XVIII, page 2.

[a] 2. Si veda il Dizionario filosofico, voce "Amore cosiddetto socratico", tomo XVII, pagina 179 <delle Oeuvres complètes di Voltaire da cui è tratto questo brano, Ndt>.

[b] 1. Si veda il tomo XVII, pagine 38 e 45.

[c] 2. Desfontaines, si veda tomo X, pagina 521 [7].  

[d] 3. Si veda tomo XVIII, pagina 2.

[e] 4. La sodomie, lorsqu'il n'y a point de violence, ne peut être du ressort des lois criminelles. Elle ne viole le droit d’aucun autre homme. Elle n'a sur le bon ordre de la société qu’une influence indirecte, comme l’ivrognerie, l’amour du jeu.
C'est un vice bas, dégoûtant, dont la véritable punition est le mépris. La peine du feu est atroce.
La loi d’Angleterre qui expose les coupables à toutes les insultes de la canaille, et surtout des femmes, qui les tourmentent quelquefois jusqu'à la mort, est à la fois cruelle, indécente, et ridicule. Au reste, il ne faut pas oublier de remarquer que c’est à la superstition que l'on doit l'usage barbare du supplice du feu. (K.)

[e] 4. La sodomia, quando non sia presente violenza, non può essere competenza delle leggi criminali. Essa non viola il diritto di nessun altro essere umano. Essa non ha sul buon ordine pubblico un'influenza che non sia indiretta, come l'ubriachezza o l'amore del gioco d'azzardo.
E' un vizio basso, ripugnante, la cui punizione adeguata è il disprezzo. La pena del fuoco è atroce.
La legge d'Inghilterra che espone i rei a tutti gli insulti della canaglia [il popolo, NdT] [8], e soprattutto delle donne, che li tormentano a volte fino alla morte, è al tempo stesso crudele, indecente e ridicola.
Del resto, non bisogna omettere di notare che è alla superstizione che dobbiamo il costume barbarico del supplizio del rogo. (K.) [9]. 


L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.


Note 

[1] Da: Oeuvres complètes de Voltaire, Garnier, Paris, Tome 30, 1880, pp. 569-570. La presente traduzione, inedita, è mia.
Il testo francese è anche disponibile, sia in formato immagine che in trascrizione, su Wikisource.

Una traduzione italiana dell'opera è proposta in Premio della giustizia e dell'umanità, Mimesis, Udine 2015.

Un commento è offerto da Valerio Portacci, L'umanismo penale di Voltaire. A proposito del suo scritto: Premio della giustizia e dell’umanità (1777), scaricabile da Montesquieu.it o da Academia.edu.

[2] La parola in realtà non vi appare: vi si parla solo di "coloro che una volta abitavano a Sodoma".

[3] La Roma repubblicana, vista dagli illuministi come esempio di virtù morali.

[4] Proclamando dio Antinoo, il suo amato, morto in giovane età.

[5] Bulgarie, o meglio bougrerie, è termine che in francese antico significa tanto "eresia" che "sodomia".

[6] Questo brano è più interessante per la polemica politica che porta avanti che per la sua accuratezza storica: la base della pena del rogo fu infatti il Diritto Romano antico.
Pur essendo del tutto vero che la parola "bougrerie" significa sia "sodomia" che "eresia", l'intenzione di punire col rogo la sodomia fu chiara e netta anche nell'antico Diritto francese. Voltaire cerca qui, e gliene va dato merito, di dimostrare che la pena del rogo è una consuetudine barbarica invalsa senza nessuna base giuridica, e quindi va rigettata; in ciò rispecchia una sensibilità di
fine Settecento che trovava ormai esagerato e inopportuno il rogo. Che infatti, al momento della scrittura di questo trattato, pur non essendo stato formalmente abrogato, era utilizzato sempre più raramente.
Voltaire propugna in alternativa una strategia di contenimento dell'omosessualità che richiede la sua obliterazione sociale, proibendole di apparire pubblicamente (foss'anche per condannarla), che sarebbe stata fatta propria da tutto il XIX secolo, con il cosiddetto "vittorianesimo". Su tutto ciò rimando al mio libro: Tutta un'altra storia, Il saggiatore, Milano 2015, pp. 416-426.

[7] Su Pierre-François Guyot Desfontaines (1685-1745), noto oggi  per le sue polemiche letterarie con Voltaire e per i guai che ebbe nel 1724 per i ragazzi, si veda: Henri Boivin, Le dossier de l'abbé Desfontaines aux archives de la Bastille (1724-1744), "Revue d'Histoire littéraire de la France", XIV (1) 1907, Janvier-mars 1907, pp. 55-73 e Hugues Plaideux, L'abbé Desfontaines: un adversaire de Voltaire à la cure de Torigni (1732-1734), "Revue de la Manche", XL 1988, fasc. 158 (avril), pp. 31-37.

[8] Allusione alla condanna alla gogna, che sarebbe stata utilizzata nel Regno Unito contro i sodomiti fino al XIX secolo avanzato.
Sul tema: Jody
Greene, Public secrets: sodomy and the pillory in the Eighteenth century and beyond,  ''Eighteenth century'', XLIV 2003 (Summer-Fall), pp. 203-279. (Un estratto è leggibile qui).

[9] Questa nota spesso citata, firmata "K.", è stata ripresa dagli editori ottocenteschi dall'edizione del 1785-1789, e non è opera di Voltaire bensì di Nicolas de Condorcet (1743-1794).



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